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venerdì 17 maggio 2013

AVERE UNA MINIERA D'ORO E NON VOLERE SFRUTTARLA


Questo il titolo del giornale “ La Provincia Pavese” a un mio articolo sull’economia sommersa, criminale, evasione fiscale e riciclaggio.

Domani, 36 tra gli organi di informazione più autorevoli del mondo, usciranno con i nomi di molti ricchi che hanno esportato milioni, forse miliardi di euro, nei paradisi fiscali. Ci sono anche i nomi di italiani. Spero che la reazione dei politici più influenti che occupano regolarmente gli schermi televisivi parlando del nulla, non sia di censura, meraviglia e promesse di intervento. Perchè se così fosse meriterebbero la gogna. Loro, tutti, nessuno escluso: segreterie dei partiti, governi, parlamento, sono anni che ignorano il problema e hanno omesso qualsiasi intervento. Democrazia e Legalità se ne occupa da più 10 anni, ha scritto documenti con fior di economisti, ha partecipato a due conferenze stampa al Senato, ha sollecitato il governo Monti e quelli precedenti ad affronatre il problema dell’economia sommersa e criminaleche significa circa 300 miliardi di evasione fiscale, frodi fiscali, esportazione di capitali, riciclaggio di denaro sporco da corruzione o da vendita di droga ecc e la risposta è stata il silenzio. Silenzio e sabotaggio anche per la proposta di legge di iniziativa popolare sull’argomento depositata in Cassazione nel mese di Settembre del 2012. 

Eppure non trovano i soldi nemmeno per gli esodati. Eppure, la miniera d’oro vale centinaia di miliardi di euro. Ma non vogliono toccarla. Perchè? Ci dicano perchè.

Concludo con una delle tre maledizioni della poesia di Heine “i tessitori”, tradotta da Carducci, che scritta nella metà dell’800, calza proprio a fagiolo:

“Maledetta la patria ove alta cresce solo l’infamia e l’abominazione, ove ogni gentil fiore è pesto al suolo e i vermi ingrassa la corruzione”.

Pavia, 4 Aprile 2012 Elio Veltri