A Pierpaolo Pasolini
Si canta, qui, una celebre morte.
La donna un po’ strana, tigrata,
e il nero coi fiori stanno in disparte.
Ballano insieme, tentano un coro,
ammiccano un canto perverso.
E il tossico lercio, anche lui
vuole leggere e dire - ma viene
invitato a iscriversi in nota.
Certo, noi siamo artisti!
Però un gesto vi manca,
un varco di poco - il pane,
il tepore di un breve sorriso.
Pierpaolo avrebbe compreso
il freddo indugiare tra voi
- il mondo qui escluso,
che ci guarda e riguarda?
Mi rattristo e resto all’infisso - tre passi
più indietro. Forse rinnego la strofa
che già mi confina, il vino
novello - questo calice alzato.
Adele Desideri