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sabato 9 novembre 2013

UNDICI COSE DA FARE SUBITO  

-1) Vietare in ogni lingua l’uso del termine ‘consumatore’, perché riconduce al consumismo e a quella subordinazione dell’uomo alle logiche produttive di cui esso è espressione.
-2) Ridurre a pochi giorni la durata delle cause, specie dinanzi alla Corte Costituzionale, non importa se triplicando o decuplicando il numero dei giudici, meccanizzando radicalmente la giustizia e riformandola: -a) Fissando criteri automatici obbligatori di assegnazione delle cause ai giudici o delle indagini ai pm. -b) Vincolando l’automatismo delle carriere dei magistrati a criteri oggettivi di meritevolezza. -c) Eliminando la giustizia amministrativa. -d) Rendendo possibili le azioni di responsabilità nei confronti dei magistrati, da impossibili e infatti inesistenti che sono oggi.
-3) Rendere pubbliche mediante confisca giudiziaria la Banca d’Italia, la BCE e le altre banche centrali, per abolire così il signoraggio primario ed eliminare l’attuale, assurdo regime di immunità e di segretezza.
-4) Eliminare l’anatocismo, l’accredito differito dei versamenti, le commissioni di massimo scoperto (e altre analoghe), pareggiare i tassi attivi a quelli passivi, in modo che gli interessi vadano ai proprietari dei soldi – o allo Stato in relazione agli interessi frutto dei prestiti realizzati mediante il moltiplicatore monetario – e giammai alle banche che, non essendo le proprietarie dei soldi, hanno diritto solo al compenso per i servizi.
-5) Attribuire ai parlamentari europei il potere di iniziativa legislativa, e al Parlamento europeo il potere di promulgare le leggi, che oggi non ha perché è un finto Parlamento che serve solo da alibi alla Commissione e al Consiglio, che sono i veri legislatori dell’UE e sono nelle mani della burocrazia, a sua volta al soldo delle lobby bancarie.
-6) Promulgare la mia vecchia legge (del 1995) in sei articoli sull’etichettatura dei prodotti agricoli e ittici nella vendita al dettaglio, perché la riconoscibilità delle cose e la comprensione del perché alcune sono buone e altre no è il punto di partenza di un enorme sviluppo dell’economia, della buona alimentazione e della civiltà.
-7) Promulgare la legge sugli imballaggi, che pur’essa giace nei cassetti del Parlamento europeo dal 1994, per così sostituire il polistirolo con un polistirolo fatto di cereali, vietando inoltre l’uso della plastica, a partire dalle bottiglie, e ripristinando tra l’altro le reti idriche affinché i cittadini bevano l’acqua della fontana.
-8) Istituire sussidi pari alle retribuzioni per i disoccupati, da pagare, come qualsiasi altra cosa, semplicemente stampando (o creando elettronicamente) i soldi necessari (cosa che – lo ribadisco – non produrrà alcuna svalutazione: approfondisci dal documento sul signoraggio da marra.it), perché si dice da secoli che le macchine avrebbero liberato l’uomo dalla schiavitù del lavoro e, ora che l’hanno liberato, questo fenomeno deve essere interpretato appunto come una liberazione, non come disoccupazione.
-9) Fermare le produzioni dannose in quanto inutili, perché l’occupazione va garantita altrimenti che producendo inutilmente inquinamento.
-10) Avviare, sempre con i soldi che si stamperanno, ‘monetizzando’ così la società, un’immensa riconversione industriale consistente in questa prima fase innanzitutto nella creazione di un altrettanto immenso processo di ristrutturazione delle città e dei territori, nonché di disinquinamento dei mari, delle terre e dei cieli, usando per farlo, e per fare ogni altra cosa, forme di energia non inquinante, che esistono già e possono essere prodotte immediatamente su vasta scala, ma vengono osteggiate per favorire il petrolio.
-11) Avviare la meccanizzazione di ogni aspetto della vita civile a partire, oltre che dalla giustizia, dalla pubblica amministrazione.
Cose tutte – sia chiaro – che continueranno a far parte inutilmente della lista già infinitamente lunga dei sogni, fin quando l’umanità non avrà fatto propria la scoperta del modo di formazione del pensiero, ovvero del modo in cui l’individuo, sotto la spinta delle pulsioni necessarie (volontà di sopravvivere, svilupparsi, riconoscere, essere riconosciuto e raggiungere il massimo del risultato con il minimo dello sforzo), elabora il suo sapere e giunge alla comprensione delle cose.
Questo perché, a questo livello di metodo nell’esercizio del pensiero, l’errore consiste nell’avere degli obiettivi, perché non possono essere raggiunti.
È necessario cioè che inizi l’era dell’intelligenza.
Tutto è infatti rapporto di forza. È quindi ineludibile che ciascuno usi, per vincere, la strategia. La strategia deve però, per la prima volta nella storia dell’uomo, divenire leale, corretta, intelligente. Deve cioè mondarsi di quella furberia che ha causato la degenerazione della strategia in strategismo: uno strategismo oggi giunto allo stadio dell’abiezione.

Alfonso Luigi Marra