Villaggi per la
guerra a Teulada e ammissione del rischio radioattivo riemergono dalla
naftalina.
(Riferimento: “Progettazione definitiva-esecutiva relativa
ai lavori di realizzazione del primo villaggio per l’addestramento negli
abitati” elaborata dalla 14a Direzione Genio Militare, datata 29/09/2000,
codice di priorità “Alta”).
Sardegna. Di
recente le Forze Armate hanno tolto dalla naftalina e ripresentato il Progetto
del 2000 di costruzione del PRIMO villaggio (ma quanti ne prevedono?) in stile
balcanico e mussulmano allo scopo di conferire maggiore realismo ai giochi di
guerra. Il Progetto annunciava anche “un approfondito studio per ridurre al
minimo l’impatto ambientale”, sorprendentemente, tra i fattori da esaminare
indicava l’inquinamento radioattivo (pag 23, punto D ). Uno studio su questo
aspetto, oggi, 2014, è del tutto
normale, non considerarlo susciterebbe uno scandalo. E’ invece singolare che
sia stato previsto nel settembre 2000. L’anacronismo è shoccante. Allora,
infatti, le richieste di chiarezza e accertamenti sulla contaminazione
radioattiva si contavano sulle dita di
una mano e cadevano nel vuoto totale. In Sardegna le sole voci erano quelle del
Comitato Gettiamo le Basi, delle famiglie del caporalmaggiore Salvatore Vacca e
del soldato di leva Giuseppe Pintus, uno in servizio nel teatro di guerra
bosniaco, l’altro a Capo Teulada, entrambi uccisi dallo stesso tipo di tumore,
leucemia linfoblastica acuta. Nella penisola il silenzio era sovrano. Eppure
gli estensori del Progetto del 29/09/2000 denotano la consapevolezza
“anacronistica” del rischio radioattivo allora ignoto alla quasi totalità della
popolazione civile e militare. Inoltre, nei quattordici anni trascorsi, man
mano che i sospetti crescevano fino a diventare certezza diffusa, Istituzioni,
ministri della Difesa, vertici militari e politici hanno ostinatamente negato e
categoricamente escluso l’uso di armamento radioattivo e conseguente
contaminazione nei poligoni sardi. I vari Capi Supremi delle Forze Armate hanno
pilatescamente scansato il problema.
La sola ipotesi
plausibile della “preveggenza” del
rischio radioattivo è la svista involontaria e accidentale che fa trapelare il
“segreto” gelosamente custodito e da
custodire costi quel che costi. Sarebbe l’ennesima conferma delle menzogne che
ci hanno propinato e ci propinano, della
lucida quanto criminale decisione di lasciare esposti alla contaminazione
letale militari, popolazione, flora, fauna, terra, aria, acqua e la catena
alimentare. L’involontaria ammissione del problema contaminazione radioattiva
potrebbe chiarire anche l’anomalia della veloce ibernazione e riesumazione dopo
quattordici anni del piano di
costruzione dei villaggi da war games. Non basta a spiegarla, infatti, il parere
negativo (non vincolante) della componente civile del CoMiPa (Comitato Misto
Paritetico Stato Regione) anche in considerazione del codice di priorità “Alta”
assegnato ai lavori. Ripugna lo sperpero di denaro pubblico per costruire case
da bombardare (circa 8 milioni di euro, più di 15 miliardi di lire nel 2000).
Agghiaccia il silenzio della caterva di politici e pseudo esperti che
promettono bonifica e pronto smantellamento del poligono “inutile” di Teulada
in cambio del potenziamento del poligono della morte Salto di Quirra a rischio
chiusura per intervento della Magistratura. Rimane una ferita sanguinante lo
stupro sistematico della nostra terra e la perdurante strage di Stato per
creare paradisi di guerra.
Comitato sardo
Gettiamo le Basi