Giustizia per mia sorella Beatrice,
vittima di femminicidio, e per i suoi figli
Appello di Lorenzo Ballerini a Matteo Renzi
Oltre al danno la beffa
Beatrice Ballerini |
Massimo
Parlanti, reo confesso, è stato condannato con rito abbreviato a 18 anni di
carcere per aver assassinato la ex moglie Beatrice Ballerini, mia sorella.
Probabilmente ne farà meno di 10, ed ha fatto ricorso
perché vuole uscire ancora prima.
Parlanti dopo la separazione, avvenuta per il tradimento
di lui e per il suo volontario allontanamento dal tetto coniugale, ha adottato
un crescendo di ritorsioni psicologiche e materiali utilizzando anche i
bambini, come strumento contro Beatrice. Le ritorsioni divennero sempre più
pressanti nell'impedire a Beatrice di lasciare l'abitazione coniugale che lei
non poteva mantenere da sola, dove però lui poteva continuare a sentirsi
padrone ed a manifestare la sua opprimente presenza.
Dopo diverse azioni legali, a seguito della vittoria di
Beatrice, Parlanti si acquietò e poco dopo, un pomeriggio nell'occasione di un
appuntamento fissato per recuperare degli oggetti in casa, la aggredì, la
massacrò di calci e pugni e la strangolò.
Poi simulò un furto ed andò a prendere i loro due figli a
scuola, passando con loro tutta la serata a giocare. Qualche giorno dopo,
quando gli inquirenti avevano già trovato tracce del DNA dell'assassino, prima
che uscissero i risultati della analisi, lui confessò strumentalmente per
ottenere i vantaggi delle falle della legge, sostenendo che si fosse trattato
di un incidente.
Dall’Inps ho poi appreso che mentre i bambini di mia
sorella, che noi stiamo accudendo, prendono il 40 per cento della pensione che
gli spetta, a lui -l’omicida- spetta l’altro 60 per cento, e ne avrà diritto a
vita.
Questo accade perché non c'è un meccanismo automatico che
prevede la dichiarazione di “indegnità a succedere” per l'assassino del
coniuge, e così oltre la pensione, agli assassini spetta anche le eredità di
chi ammazzano.
È inevitabile la sensazione di vivere in un paradosso, in
un luogo, in un tempo in cui l’assurdo diventa la regola, in cui il surreale
diventa prepotentemente più tangibile del reale, in cui ti si confondono tutti
i valori, in cui ti domandi se quello che ti hanno detto è veramente quello che
le tue orecchie hanno sentito. Mia sorella era una donna vera e forte, ammazzata da un
individuo che non è mai riuscito ad essere uomo.
Femminicidio: parola strana ma eloquente, nasconde un
mondo occulto e subdolo, di personaggi bestiali, doppi e perversi, vuoti
dentro.
Ma qui siamo di fronte al paese che con il suo approccio
grottesco è indulgente con i delinquenti ed esigente con le vittime, e con
coloro che rimangono, che oltre a cavarsela da soli devono dimostrare di poter
reggere una pressione che viene dalle stesse istituzioni che, invece di aiutare
esigono e non riescono a rendere operativa la giustizia.
La domanda a cui ancora oggi non riesco a dare risposta
è: abbiamo una legge assurda e demenziale, fatta per i delinquenti, oppure
semplicemente la giustizia, si scorda qualcosa, si è distratta ulteriormente?
Vi prego rispondetemi e rispondete nel nome di tutte le
donne ammazzate, il numero delle quali sta crescendo, e crescerà se non si
arginano almeno le conseguenze nefaste di una giustizia paradossale.
È importante perché il fenomeno cresce e, avuta
soddisfazione con l'omicidio questi massacri non diventino
"sostenibili" ed "appetibili" per chi con ragionamento
contorto, è sull'orlo di una decisione.
Lorenzo Ballerini