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lunedì 8 settembre 2014

EXPO: no ai Bronzi. Renzi ha ragione.
Paolo Maria Di Stefano

Bronzi di Riace

So che è di moda cercare in tutti i modi di intralciare l’attività del Presidente del Consiglio. E per un popolo di “consulenti” quale noi siamo è anche facile. Tanto, non abbiamo responsabilità di sorta: chi deve “fare” è sempre qualcun altro il quale, ovviamente, non ne imbrocca una!
Eppure questa volta (almeno) Matteo Renzi ha ragione.
Non c‘è nessuna ragione al mondo per spostare a Milano i bronzi di Riace, così come non esiste motivo per ospitare nella nostra città il Davide di Donatello o qualsiasi altra opera d’arte esposta in qualsiasi altro luogo.
Neppure la Venere di Morgantina, che quasi nessuno conosce e che sembra giaccia praticamente abbandonata ad Aidone, località praticamente sconosciuta nei pressi di Enna. Se le statue hanno un pensiero e un’anima, pensate la sofferenza di questa Venere, strappata al Getty Museum e dunque ad una casa calda, accogliente, comoda, visitata da migliaia di persone e privata (la Venere) degli sguardi di ammirazione adorante. Che gratificano qualsiasi donna, anche se è una scultura.
Non c’è nessuna ragione al mondo per spostare per qualche giorno questo o quel capolavoro, tra l’altro con operazioni rischiose e costosissime, a puro scopo pubblicitario.
E neppure l’Expo è motivo sufficiente.
Come non lo è lo spirito che sembra animare almeno alcuni dei responsabili della manifestazione: Expo non è un fenomeno che riguarda soltanto Milano e il suo più o meno ampio hinterland. Si tratta di una manifestazione italiana alla quale concorrono in modo diverso tutte le regioni, le provincie ed i comuni italiani e tutti gli italiani, ed i cui benefici -se ce ne saranno- non riguarderanno soltanto Milano o le regioni che i leghisti considerano proprie ed originarie.
E Matteo Renzi ha detto (sembra) una cosa sacrosanta: “perché spostare i bronzi da Reggio a Milano, quando dovrei portare i visitatori da Milano a Reggio?”

Venere di Morgantina

Che è non tanto la soluzione al (falso) problema dei bronzi, quanto un obbiettivo che ci si dovrebbe porre e da perseguire in modo pianificato, organizzato e deciso.
Ai visitatori della esposizione -che personalmente spero giungano in Italia numerosi da tutti i Paesi del mondo, anche se dubito che siano il numero di cui si parla- potrebbe esser proposta una serie di tour organizzati Milano -resto d’Italia proprio con lo scopo di far conoscere le meraviglie artistiche soprattutto di quelle zone che più sono oggi appena sfiorate -quando non tagliate fuori- dal fenomeno turistico, segnatamente da quello qualificato come “culturale”. E dunque, con priorità a luoghi come il Museo Nazionale di Reggio Calabria per i bronzi, appunto, o come Aidone o come…
E soprattutto se fosse vero -ma forse non lo è più che tanto- che “i turisti non andranno in Calabria, con le infrastrutture che hanno in quel posto disperato” (sembra siano parole di Sgarbi), l’Expo potrebbe essere una splendida occasione per intervenire senza strafare su quelle infrastrutture e per far conoscere itinerari al momento, se non proprio sconosciuti, certo non usuali.
È sicuro, comunque, che continuando a dar prova di egoismo e di incapacità di proporre progetti in qualche modo creativi rispetto a quello di base, non si andrà lontano più che tanto.

E non è che l’immagine del Paese e degli italiani ne esca bene.