SARDEGNA: GIOCANO ALLA GUERRA E INCENDIANO 25 ETTARI DI BOSCO
UNA TERRA AVVELENATA ED ASSERVITA ALLA FOLLIA MILITARE
MENTRE IL GOVERNO IN CARICA LASCIA FARE. NESSUNO PAGA.
QUESTO GOVERNO FA SCHIFO COME QUELLI CHE LO HANNO PRECEDUTO
13 settembre, Poligono di Capo Frasca (ingresso
Sant'Antonio di Santadi) ore 16, manifestazione;
23 settembre, Tribunale di Lanusei, processo ai generali
per la devastazione del poligono della morte Salto di Quirra; 10 settembre,
Circolo Gramsci,Cagliari via Doberdò 101, ore 19 assemblea pubblica "
" "La devastazione militare in Sardegna. Il movimento popolare e il
processo Quirra"
Mariella Cao
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INCENDI IN GRIGIO-VERDE
Sardegna, 6 settembre 2014
Poligono di Capo Frasca, esercitazioni militari mandano a
fuoco 25 ettari di territorio
(5, 6, 7 settembre 2014, Unione Sarda, Nuova Sardegna)
Governatore e
varie autorità locali finalmente scoprono i roghi con le stellette! In linea
con l'obiettivo/filosofia della mitigazione del danno propongono la soluzione
al problema: estendere la sospensione delle manovre di guerra ai mesi di giugno
e settembre. L’argomento portante è la presenza estiva di turisti, parrebbe
quindi che negli altri mesi dell’anno sia accettabile il rischio che il
territorio vada in fiamme e gli indios sardi finiscano arrostiti. La scadenza
dei gravi incendi, ricorrenti, causati dalle attività militari di routine e
dalle mancate bonifiche dimostra, purtroppo, che la misura è miseramente
insufficiente, è un placebo che poco o nulla incide su rischi e danni
determinati dalla devastante presenza
militare.
Gettiamo le Basi ribadisce che l’obiettivo deve essere l’eliminazione della
causa del danno e del rischio, in via transitoria l'interdizione pluriennale
alle Forze Armate delle aree mandate a fuoco come impone la legge a varie
categorie (divieto di pascolo, edificazione ecc); ripropone ancora una volta le
“vecchie” osservazioni su tre gravi incendi
nei poligoni di Capo Teulada e Salto di Quirra concentrati nell’ultima
settimana dell’agosto 2000, in periodo di blocco delle esercitazioni.
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INCENDI IN
GRIGIO-VERDE
31 Agosto 2000 “Fiamme anche a CapoTeulada”; 27agosto,
incendio all’interno della base militare di Perdasdefogu; 23agosto,
“Perdasdefogu, fiamme nel poligono”; 8 agosto Cagliari, fiamme alla Sella del
Diavolo accanto al deposito di carburante Nato; 8,14,15 luglio Abbasanta: “Il
rogo dell’Esercito. L’incendio di Tanca Regia provocato da Forza Paris”.
Uno sguardo saltuario al “bollettino incendi” sulla
stampa locale rivela il massiccio e sinistro concorso delle Forze Armate nel
mandare in fiamme l’isola.
Il rapporto causa-effetto tra attività militari e incendi
è stato riscontrato più volte anche da organismi istituzionali e ha motivato
l’opposizione di tutte le Regioni ad “ospitare” esercitazioni a fuoco e poligoni
nel proprio territorio.
Nell’arida e assetata Sardegna è concentrato il 60%
percento delle installazioni militari presenti in Italia, quelle a più intenso
utilizzo, adibite alle attività più a rischio e più devastanti. Il pericolo
d’incendio, connesso alle esercitazioni a fuoco ed alla “normale” vita di un
poligono, è acuito dalle condizioni climatiche ed è potenziato dall’incuria e
degrado in cui versano le vaste zone militari. Inquietano le prevedibili
ripercussioni catastrofiche. Un esempio lo offre, in pieno centro di Cagliari,
il desertificato versante militare di M.Urpinu dove la Marina gestisce un’area
priva di sistemi di prevenzione, preda di erbacce e roghi ricorrenti (l’ultimo
è del giugno scorso) e l’Aeronautica adibisce l’area confinante, ugualmente
invasa da stoppie, ad enorme serbatoio di combustibili, da sempre pericoloso e
dal 1995 illegalmente operativo in violazione anche dei parametri di sicurezza
antincendio.
Cagliari non saprà mai quali sostanze sono state inalate
il 18 e 19 settembre ’98 quando un immane rogo mandò in fumo i rifiuti nocivi e
pericolosi, abusivamente e sconsideratamente accumulati dalla Marina Militare
nella sua pertinenza di Su Siccu, a ridosso di due depositi di carburanti.
Per la maggior parte degli incendi partiti dall’interno
delle controllatissime basi militari, protette da vigilanza armata, non si ha
notizia se siano stati individuati i piromani in divisa né, tanto meno, siano
indagati gli alti gradi, quelli che impartiscono ordini e disposizioni, i
responsabili istituzionali delle truppe e delle aree loro affidate. Per il rogo
provocato nel corso dell’operazione Forza Paris, in osservanza del classico
teorema che le colpe ricadono sempre sull’ultima ruota del carro e i meriti
sono prerogativa dei capi, è incriminato un qualche soldato?
La terra bruciata è interdetta per legge
all’edificazione, al pascolo, alla caccia. Le Forze Armate devono sottostare ad
analoghi divieti.
La terra bruciata deve essere sottratta all’uso militare,
interdetta ai devastanti giochi di guerra.
E’ improrogabile un’attenta valutazione e un dibattito
su: il nefasto contributo delle Forze Armate alla devastazione della Sardegna;
le inique e dissennate scelte governative che, da 50 anni, concentrano
nell’isola senza acqua impianti e attività di guerra a serio rischio
d’incendio.
Altri incendi in
grigio-verde.
L’Unione Sarda: 6-7-99 Teulada “Leopard contro il fuoco”;
19,20-9-98 “Inferno di fuoco a su Siccu”;
19-7-98 Cagliari “Il fuoco devasta ancora M.Urpinu”.
La Nuova Sardegna: 30-6-99 Cagliari “Il fuoco minaccia i
depositi di benzina”;
8-6-99 Teulada “Rogo nel poligono”;
11-7-99 Serrenti “A fuoco la pineta dell’Aeronautica”;
27-7-98 “..le fiamme devastano la zona circostante le
caserme del poligono di Perdasdefogu”
Comitato sardo
Gettiamo le Basi
Tel. 070-823498