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domenica 14 giugno 2015

Bislacca analisi del senatore Cotti 
su location del deposito scorie nucleari e lotta della Sardegna


Il senatore grillino Roberto Cotti informa che in Sardegna ci sarebbero solo due aree potenzialmente adatte allo stoccaggio delle scorie, una nei pressi di Capo Frasca, l’altra nel Salto di Quirra dove insistono i due poligoni. Il senatore deduce e conclude che la presenza del demanio militare ci mette totalmente al riparo, esclude drasticamente la possibilità che la Sardegna possa essere scelta. Le certezze del senatore sono condivise dal gruppuscolo che domenica scorsa, nella piazza di Cagliari, ha partecipato all'imponente manifestazione No Nucle Die ostentando le magliette con il logo di 5stelle (in dispregio delle regole sui simboli di partito stabilite dal comitato organizzatore No Nucle-No Iscorias).
Ricordiamo a senatore e a seguaci.
Nel 2003 la Sogin, allora presieduta dal generale Jean, tra i criteri di scelta della location ideale del sarcofago radioattivo indicava il demanio miliare motivando con l’esigenza di sicurezza, di garanzia di controllo armato a terra, mare e cielo. Il criterio è razionale e incontrovertibile (soprattutto se si considerano i corollari non esplicitati: estromissione di ingerenze delle autorità civili, segretezza ecc. ecc.). L’individuazione del demanio militare, purtroppo per  Sogin e l’italico governo,  fu la miccia che nella primavera del 2003 innescò il fuoco indomabile della grandiosa e vincente rivolta della Sardegna. Incalzati dalla cittadinanza Giunte e Consigli comunali di tutti i paesi prossimi ai poligoni di Teulada e Salto di Quirra furono tra i primi ad insorgere e darsi un coordinamento operativo. Anche allora, come oggi, si sollevarono alcune voci (poche e isolate!) per bollare la lotta -prima di popolo e ben presto anche delle istituzioni civili ed ecclesiastiche- come idiota battaglia contro i mulini a vento e per invitarci a rifluire nel privato, non prestarci a strumentalizzazioni.
Poco importa agli spacciatori di sonnifero di ieri e di oggi  il fatto che il generale Jean, una volta defenestrato dalla Sogin, abbia  rivelato il sito prescelto da tempo e tenuto segreto: “Un’area di demanio militare nel nord est della Sardegna”.
Solo un mentecatto ripeterebbe l’errore che ha provocato la disfatta dei suoi piani, pertanto Sogin con i nuovi "criteri tecnico-scientifici" adottati  esclude che le scorie siano scaricabili nel demanio militare. Come spiegare il radicale e mai motivato rovesciamento da parte di Sogin del “criterio tecnico scientifico” di scelta del demanio militare? Scienza e tecnica sono ribaltabili così drasticamente e senza argomentare l'inversione a U effettuata?
Il team tecnico-scientifico di altissimo livello di Sogim era composto, nel 2003, da “dottoris fattus a porceddus e crabittus” (laurea ottenuta/comprata con omaggi) o lo è oggi? Il ribaltamento “scientifico” è una furbesca trovata? Sogin esclude il demanio militare ma non esclude le aree circondariali. Collocare il sarcofago radioattivo in prossimità dei poligoni consentirebbe di prendere i classici due piccioni con una fava: i poligoni non cederebbero neanche un centimetro dei loro “imprescindibili” campi di guerra permanente e il sarcofago usufruirebbe sempre dei “vantaggi”  della schiavitù militare esistente ed incrementabile con fondati argomenti.
Saremo grati al senatore Cotti se interrogasse il governo per chiarire le nostre perplessità
Comitato Gettiamo le Basi