Decolla pure da Fontanarossa l’aereo USA che
spia la Tunisia
di Antonio Mazzeo
Anche lo scalo aereo di Catania Fontanarossa,
insieme a Pantelleria, è interessato dalle attività di spionaggio aereo delle
forze armate Usa in Tunisia. Secondo il cronogramma pubblicato sul sito
Flightradar24.com che registra i voli effettuati nell’ultima settimana, il
bimotore Beech B300 Super King Air, numero di matricola N351DY, utilizzato per
le operazioni d’intelligence top secret in Tunisia, ha effettuato almeno un
decollo al giorno dall’aeroporto etneo, escluso sabato 27 giugno. Più
specificatamente l’aereo nella disponibilità di US Africom, il Comando delle
forze armate statunitensi per il continente africano, è decollato da
Fontanarossa giovedì 25 alle ore 4.10; venerdì 26 alle 4.14; domenica 28 alle
5.41; lunedì 29 alle 5.27 (nella stessa giornata il bimotore ha operato alle
13.07 pure da Pantelleria); martedì 30 alle 5.12, mentre stamani 1° luglio il
Beech Super King ha lasciato Catania un po’ più tardi del solito, alle 6.42.
Contemporaneamente all’utilizzo di un secondo aeroporto
siciliano come base di supporto logistico, l’aereo spia ha esteso il proprio
raggio d’azione ad altre regioni della Tunisia. Mentre inizialmente le missioni
si erano concentrate infatti alle aree di Monte Chaambi, Djebal Salloum e
Foussena, al confine con l’Algeria, dove sono in corso violenti combattimenti
tra le forze armate tunisine e i gruppi ribelli islamico-radicali, nell’ultima
settimana il velivolo Usa ha operato pure sui cieli di Sousse (la località
turistica dove si è consumata l’efferata strage dei turisti in spiaggia),
Hammamet e Bargou (governatorato di Siliana). Nei giorni scorsi, il ministero
della Difesa, nel rispondere a due interrogazioni parlamentari del M5S, aveva
ammesso di aver autorizzato sin dall’ottobre 2014 il “rischieramento
temporaneo” sulla base aerea di Pantelleria di “un assetto civile, identificato
come King Air BE-350, non armato e gestito da una compagnia privata per conto
di Africom”, al fine di “consentire l’esecuzione di missioni di riconoscimento
e sorveglianza nel Nordafrica”. Il ministero della Difesa aveva dichiarato
altresì che l’autorizzazione ai voli spia potrebbe essere prorogata sino alla
fine del 2015 e che “l’Aeronautica militare italiana fornisce un limitato
supporto tecnico-logistico, regolamentato da un apposito accordo tecnico di
contingenza, denominato Contingency Technical
Arrangement”. Sempre per ammissione della Difesa, il rischiaramento del
bimotore a Pantelleria è stato autorizzato anche se “non si è al corrente di
specifici accordi fra la Tunisia e gli Stati Uniti”.
Queste ultime affermazioni hanno irritato particolarmente
gli attivisti no war siciliani e il team di legali del Coordinamento dei
comitati No Muos che in sede amministrativa e penale ha sollevato più di un
dubbio sulla legittimità costituzionale degli accordi sulle basi Usa e Nato in
Italia e quelli realtivi all’installazione in territorio italiano di strumenti
di guerra ad uso esclusivo delle forze armate statunitensi. “La risposta alle
interrogazioni del M5S, oltre a confermare l’utilizzo di Pantelleria per le
suddette operazioni Usa, dimostra l’assoluta superficialità con la quale l’uso
è stato autorizzato pur senza conoscere nulla di ciò che si stava
autorizzando”, commentano gli avvocati Paola Ottaviano e Sebastiano Papandrea.
“Affermare di non essere al corrente di specifici accordi fra la Tunisia e gli
Stati Uniti, significa che è stata autorizzata un’attività della quale si
sconoscono gli scopi, le modalità e gli accordi sottostanti”.
“Sconcerta poi che tutto questo sia stato fatto in base
ad un semplice Accordo Tecnico”, aggiungono i due legali No MUOS. “Consentire
l’effettuazione di attività d’intelligence in una zona di guerra, per le
ricadute che può avere e il possibile coinvolgimento del nostro territorio nel
conflitto in corso, non può essere definito con un semplice accordo tecnico. Si
tratta di una precisa scelta politica che andrebbe fatta, intanto conoscendo
bene quali sono i termini della questione e quali gli accordi sottostanti (un
supporto militare alla Tunisia? Solo attività di intelligence? Supporto tecnico
con fornitura di attrezzature?). Va invece ribadito che una simile decisione,
secondo la nostra costituzione, spetterebbe al Parlamento che, ai sensi dell’art.
80, ha il compito di approvare tutti quegli accordi internazionali che hanno
rilevanza politica”.
Paola Ottaviano e Sebastiano Papandrea lamentano come la
vicenda dei voli spia in partenza dagli scali di Pantelleria e Catania
Fontanarossa sia del tutto simile a quella relativa all’installazione del
terminale terrestre del MUOS a Niscemi. “Ancora una volta, dobbiamo constatare
come di fronte ai diktat degli Stati Uniti si compiano violazioni di norme e
principi costituzionali”, scrivono i due avvocati. “L’aeroporto di Pantelleria
era destinato alla conversione civile, ma l’instabilità dell’area ha spinto
verso la decisione di potenziarlo a fini militari. La logica della guerra
sfrenata e fuori dai paletti giuridici e
politici a cui dovrebbe sottostare secondo regole nazionali e internazionali,
mette sempre più a rischio la sicurezza e la salute delle persone, sacrifica
l’economia della Sicilia, favorendo solo le lobby legate al commercio delle
armi, settore sempre lautamente finanziato a discapito dei servizi essenziali”.