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martedì 14 luglio 2015

PIANETA A RISCHIO
Bolle di metano dall’Oceano Artico



Cari avaaziani,

Questa potrebbe essere l’email più importante che vi abbia mai scritto. Alcuni mesi fa, uno scienziato è tornato nell’Oceano Artico per monitorare la fuoriuscita di pericolose bolle di metano. Le aveva già osservate tempo prima, a centinaia, un metro l’una, uscire dal mare e rilasciare un gas 50 volte più inquinante della CO2. Ma al suo ritorno è rimasto pietrificato: erano cresciute, erano di UN CHILOMETRO l’una. Centinaia di enormi colonne di gas. Gli scienziati ci hanno avvisato da tempo, esistono “punti di non ritorno” causati dal surriscaldamento terrestre che fanno impazzire il Pianeta. Un altro esempio: più si sciolgono i ghiacci che riflettono il calore nello spazio, più la temperatura dell’oceano aumenta, facendo sciogliere ancora più ghiaccio in una spirale inarrestabile. Ma nel 2014 tutti gli indicatori climatici sono stati “anomali”. Ed è stato l’anno più caldo mai registrato nella storia. Ma POSSIAMO fermare questa crisi, agendo subito e mobilitando l’intero Pianeta. Possiamo trasformare questo scenario da incubo nel migliore futuro possibile: pulito, verde, e in equilibrio con il Pianeta. Mancano solo 5 mesi al Vertice di Parigi, dove si deciderà il destino di questa enorme battaglia contro il cambiamento climatico. 5 mesi per convincere i leader mondiali a sostenere il nostro piano e fargli mantenere le promesse. Siamo noi contro le multinazionali del petrolio e tutti quelli che dicono che niente può cambiare. Possiamo farcela, ma dobbiamo concentrare ogni sforzo sul vertice di dicembre. Abbiamo bisogno del sostegno di tutti: bastano anche solo pochi euro e potremo moltiplicare il nostro impatto.
Pensare che tanto non si possa fare niente è inutile certo, ma soprattutto sbagliato. È tardissimo, ma possiamo ancora fermare questa catastrofe se iniziamo subito a convertire le nostre economie da petrolio e carbone a fonti di energia alternative. Un obiettivo che spingerà il mondo a collaborare come mai prima d’ora per difendere l’unico Pianeta che abbiamo. In fondo, Avaaz è nata per costruire questo futuro. Questa sfida richiederà passione, speranza e tutto il nostro ingegno. E abbiamo un piano: Insistere dove già stiamo vincendo: il G7 si è appena impegnato a portare l’economia globale fuori dall’era dei combustibili fossili! Può essere la svolta decisiva e se riusciremo a convincere altri Paesi chiave nei prossimi mesi, a Parigi il pianeta intero si potrebbe impegnare per un futuro pulito al 100%!
Una mobilitazione senza precedenti: la Marcia Globale per il Clima che la nostra comunità ha spinto con tutte le sue forze lo scorso settembre ha rivoluzionato il dibattito politico. Ora dobbiamo tornare in piazza, con numeri più grandi, e in ancora più città e paesi, proprio il giorno prima dell’arrivo a Parigi dei capi di Stato, per dimostrare che ovunque i cittadini chiedono che dal vertice esca un accordo storico per il clima.
Pressione sulla Francia: il presidente francese François Hollande presiederà il vertice, una posizione importantissima. Serve che si batta per un risultato importante. Ha già incontrato il nostro team e ha promesso che si impegnerà in ogni modo. Ora dobbiamo assicurarci che non si tiri indietro quando le cose entreranno nel vivo. Un salto di qualità: la portata di questa crisi è tale che dobbiamo andare oltre una normale campagna. Servono azioni importanti, dirette e non violente che colpiscano l’immaginazione: dobbiamo far capire che questa cosa è urgente, e spingere le persone ad agire.
Obiettivi chiari e precisi: persino di fronte a una catastrofe di proporzioni planetarie, 195 governi in una stanza possono rivelarsi semplicemente incompetenti. Dovremo sottolineare i punti imprescindibili dell’accordo e distinguerli dal rumore di fondo del dibattito politico, e focalizzare i media e i leader su di essi. Il nostro obiettivo principale è un impegno chiaro a un mondo senza più emissioni di CO2, alimentato al 100% da energie pulite. Questo sarà il punto di svolta che può cominciare ad indirizzare gli investimenti privati in massa sulle energie rinnovabili. Per poter realizzare questo piano al meglio, abbiamo bisogno di decine di migliaia di promesse di donazione. Non importa tanto la cifra quanto la scelta di sperare, e agire. All’ultima conferenza sul clima, a Copenhagen nel 2009, abbiamo svolto un ruolo fondamentale nelle elezioni “verdi” in Germania e Giappone, nel cambiamento delle politiche in Brasile e nell’ottenere dai paesi ricchi la promessa di 100 miliardi di dollari all’anno di sostegno ai paesi in via di sviluppo per contrastare il cambiamento climatico. Nel 2009 eravamo solo 3 milioni e dopo Copenhagen capimmo che dovevamo essere molti di più per affrontare la sfida del cambiamento climatico. Ora siamo più di 40 milioni, in continua crescita. Il cambiamento climatico è il problema globale “definitivo”, e richiede la cooperazione di tutti i governi del mondo. Con milioni di membri uniti da uno stesso ideale e provenienti da tutti i paesi del mondo, Avaaz potrebbe diventare lo strumento perfetto per quell’azione collettiva. È la nostra occasione per costruire un mondo come quello che vorremmo per i nostri figli. Diamoci da fare.
Con speranza e riconoscenza per questa straordinaria comunità,
Ricken Patel
e tutto il team di Avaaz

MAGGIORI INFORMAZIONI:

“Il 2014? L’anno più caldo di sempre” (Corriere della Sera)
http://www.corriere.it/economia/14_dicembre_03/2014-l-anno-piu-caldo-sempre-2906fb92-7b22-11e4-825c-8af4d2bb568e.shtml

Artico, l’animazione che mostra la scomparsa dei ghiacci (Sky tg24)
http://tg24.sky.it/tg24/mondo/2015/01/22/glaciazione_artico_cambiamento_climatico_riscaldamento_globale.html

La sfida del clima. Da New York a Lima aspettando Parigi 2015 (Huffington Post Italia)
http://www.huffingtonpost.it/marica-di-pierri/clima-new-york-lima-parigi-2015_b_5905718.html

Sempre più caldo, i ghiacci del Polo Nord al minimo storico (National Geographic)
http://www.nationalgeographic.it/ambiente/2012/08/30/news/i_ghiacci_del_polo_nord_sono_sempre_pi_sottili-1228538/

Ridurre a zero le emissioni entro il 2100, dice l’IPCC (Internazionale)

http://www.internazionale.it/storia/presentato-il-rapporto-sui-cambiamenti-climatici-dell-onu