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sabato 31 ottobre 2015

EXPO: IL CANCRO E LA FIERA DEGLI:“O bej...O bej” 
di Emilio Molinari     

E se non ci facessimo abbagliare dal Paese dei Balocchi?
In questa riflessione di Emilio Molinari, l’Expo visto da un’altra prospettiva.

Expo. In mondo di ricchi gli anziani rovistano fra i rifiuti
Giorni or sono l'OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) ha inserito le carni trattate come alimenti certamente cancerogeni e le carni rosse come possibili cancerogene; e l'OMS non è l'ultima associazione di vegetariani incazzati.
Eppure possiamo esserne certi: questa denuncia non scuoterà minimamente né la politica, né i media che da anni ci tempestano e che per 6 mesi ci hanno martellato sulle grandi virtù di Expo. Quasi tutti i media, anche alcuni a noi vicini, hanno sistematicamente oscurato ogni argomento e ogni iniziativa critica nel merito dei contenuti della Esposizione Internazionale: l'imbroglio del titolo, la vuota pomposità della Carta, la cementificazione, gli scandali e lo sperpero di danaro mentre cresce la miseria nel mondo, in Italia e in città.
I convegni critici e propositivi fatti a Milano: a Palazzo Marino e al Teatro dell'Elfo non sono esistiti, nonostante gli interventi di importanti personalità straniere e la partecipazione di centinaia di persone.
Ogni critica ad Expo è diventata ‘No Expo’ e imbalsamata (o stroncata sul nascere), con la sola immagine della manifestazione del 1° Maggio, della Milano offesa dalle scritte e dalla violenza dei black block. Anche le migliaia di persone che quel giorno manifestarono le loro critiche sono state azzerate dai disordini.
Expo sono milioni di persone felici e pazienti in lunghe file, con occhi rapiti dal fascino estetico di questo o quel padiglione, osannanti: che bello! Bellissimo! Contenti di esserci anche loro, in mezzo a tanti. Via, un colpo di spugna su tutti i mali di Milano che con Expo si assolve e scopre d'essere: la capitale morale d'Italia.
Viva la nuova fiera degli “o bej...o bej” (oh belli!... oH belli!...) che per chi non è milanese, è l'antica fiera di S. Ambrogio che prende il nome dall'esclamazione dei bambini e dei provinciali calati a Milano di fronte a tante meraviglie.
Questa è diventata Expo nell'immaginario collettivo: La fiera delle meraviglie, bellissima! Interessante! Ci siamo divertiti!

Expo. Multinazionali e cibo spazzatura
Per favore!!! non rompeteci... con le multinazionali, Nestlè, Mac Donald, i mutamenti climatici, gli affamati e il Land Grabbing, la privatizzazione dell'acqua...
È qui... Qui in questo popolo festante, che sta il fallimento di quanti per ruolo istituzionale, ruolo nei media o per cultura, militanza politica o associativa sociale e solidale, hanno rinunciato a svolgere il loro ruolo critico, si sono accomodati nelle pieghe di Expo. Non hanno contrastato la cortina di fumo che veniva gettata su questo evento, contribuendo ad escludere dal pensiero della gente, l'inganno di quella festa e la realtà del mondo che stava fuori: quella delle periferie del mondo e delle nostre stesse periferie e quello di nasconderci la realtà del nostro stesso vivere quotidiano. A partire dal cosa mangiamo? Dal perché della fame, della sete, della miseria di miliardi di persone, mentre produciamo 1/3 in più di quello che ci serve?
Perché abbiamo perso la sovranità sul nostro cibo?
Perché ci nascondiamo cosa c'è nel nostro piatto, cosa ci fanno mangiare: la chimica, l'agro industria e le multinazionali?
Ed ecco che all'ultimo atto arriva il richiamo dell'OMS a disturbare.
La parola d'ordine è immediata: ignorare l'allarme, minimizzare, ridurre tutto a un problema di moderazione e di educazione alimentare, escludere che ciò riguarda il Made in Italy. Il mare di prodotti chimici che entrano nella filiera alimentare negli allevamenti e nella conservazione della carne estera e italiana non c'entrano, i pesticidi ecc. non c'entrano? La pubblicità martellante che spinge a consumare e a mangiare cibo spazzatura non c'entra?

Expo. Allevamenti intensivi. Tu ci vivresti così?
Si sono persino dovuti vietare le uova da allevamenti come questi.
I meno abbienti a 1000 euro al mese come cavolo si educano alla sana alimentazione?
Nel libro “Il dilemma dell'onnivoro” di Micheal Pollan, l'autore ha preso un vitello e lo ha seguito lungo tutto il suo cammino verso il macello, analizzando il suo mangime di mais, il grasso degli scarti o gli oli esausti della sua dieta ingrassante. E alla fine mentre va a morire per arrivare sulla nostra tavola lo guarda e dice: sei un manzo o un barile di petrolio? Quel barile di petrolio è ciò che denuncia l'OMS, ed è ciò che concorre a produrre cancro e disastrosi mutamenti climatici.
Ma... è meglio celebrare il successo di EXPO e non pensare che alla fine, il suo vero senso è quello di essere stato una grande e pianificata operazione di diseducazione di massa, una bella festa di massa, mentre sotto i nostri occhi, il mondo va alla deriva.