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sabato 31 ottobre 2015

Un nuovo dizionario meneghino

La copertina del volume
Cherubini, Banfi, Angiolini, Arrighi, Antonini, erano i vocabolari milanesi consultabili fino a qualche anno fa; mancava una nuova opera, che oltre a racchiudere il sapere meneghino dei secoli scorsi, aggiornasse, con nuovi vocaboli una lingua, quella milanese che, data da molti per finita, al contrario è andata evolvendosi. Grazie al contributo della Vallardi Editrice, ecco il nuovo Dizionario Milanese (italiano-milanese e milanese-italiano) edito nel 2001 e ristampato nel 2014 con oltre 40.000 lemmi che, tenendo conto del lessico moderno riporta naturalmente anche le parole arcaiche, affiancando le voci colte e letterarie ai termini economici, tecnici, scientifici e ai neologismi che di volta in volta la nostra lingua ha attinto da altri idiomi (celti, latini, spagnoli, tedeschi, francesi, ecc.). La Vallardi non poteva che affidare il compimento di tale opera al Circolo Filologico Milanese, importante istituzione meneghina che dal 1872 propone corsi di lingue, importanti manifestazioni culturali, dotata di una ricca biblioteca di pubblica consultazione. Scrive il Presidente m° Valerio Premuroso nella prefazione del volume: "Questo Dizionario rappresenta l'opera più impegnativa realizzata dalla sezione di Cultura Milanese del Circolo Filologico".
Il coordinamento, la ricerca e la revisione di quest'opera è stata affidata a due importanti personaggi milanesi, Claudio Beretta e Cesare Comoletti, docenti presso il Filologico, di cui sono stati anche Presidenti, nel corso di sei lustri di studio e insegnamento. Grazie anche ai collaboratori che hanno affiancato Beretta e Comoletti, la realizzazione di quest'opera consegna alla nostra e alle generazioni future l'eredità linguistica ricevuta dai grandi del passato: Bonvesin de la Riva, Carlo Maria Maggi, Giuseppe Tanzi, Carlo Porta e Delio Tessa, per citarne solo alcuni.
Un prezioso "Livre de chevet" che non dovrebbe mancare in ogni casa e che
conferma la qualità delle scelte culturali del Circolo Filologico e di quelle editoriali di Vallardi.

Roberto Marelli