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giovedì 24 dicembre 2015

AUGURI!

PANE PER I TUOI DENTI…
Il pittore Giuseppe Denti con queste due “pagnotte” (augurandovi pane e companatico) formula gli auguri di buone feste a tutti i lettori di “Odissea”. 
Lo fa anche Attilio Mangano con questa poesia sul Natale, nella vana speranza che le armi tacciano. Ma taceranno le armi se non chiuderemo le fabbriche di morte e non cambieremo strada nei rapporti di politica internazionale? Lasciamo per un momento (ma solo per un momento) questi tristi pensieri, e abbandoniamoci agli auguri positivi e poetici delle parole e delle splendide immagini fotografiche di Paolo Maria Di Stefano. Ci regala una Milano come raramente l’abbiamo vista: struggente e magica per gli occhi, soffocata dall’inquinamento per i polmoni. Ma oggi è Natale.

Momenti d’augurio
di Paolo Maria Di Stefano

Per questo Natale, Alessandra ha portato in dono augurale il ricordo di un cielo trionfante di colori sopra la Scala, e lo ha fatto proprio mentre lo smog e la nebbia sembrano riconquistare anche in città spazi che pensavamo perduti. Un regalo importante soprattutto per chi non vive a Milano e   crede vera la leggenda del bigio vincente, della caligine e della nebbia perenni. “Il grigio” -ha ricordato- “è come una tela in attesa di esser riempita di colori: la casa della creatività.”
Ed ha aggiunto: “Se non ci fosse il grigio, una buona parte del lavoro del nostro studio e del Cantiere sarebbe impossibile. Noi progettiamo idee e creatività. Dunque, l’evidenziare quanto c’è nel grigio, che non è il nulla, bensì attesa. E l’arte, in ogni sua manifestazione, è soprattutto questo. L’opera è viva nella materia: il pittore, lo scultore, l’architetto, il musicista, lo scrittore, il poeta l’artista in genere è colui che la avverte e la rende visibile. La Pietà Rondanini del Castello Sforzesco significa proprio questo: Michelangelo ha intuito in quel blocco la presenza della figura, e l’ha voluta così proprio perché si comprendesse che è lì dall’inizio dei secoli e perché si dubitasse della opportunità di farla uscire dalla pietra dandole contorni definiti. Sarebbe stato toglierle l’eternità.”
Quando Alessandra parte per la tangente, parla l’architetto, e non sempre per me è facile seguirla, nonostante la sua infinita pazienza. E poi, quel suo sorriso annunzia ulteriori complicazioni.

“Guarda questo cielo: ti pare sia grigio?”

Cielo di Milano da Via Verdi
“Beh…”
“E ti ricordi come era mutevole? E come cambiava velocemente, quasi per non restar prigioniero.” incalza Alessandra.

Tramonto su Milano da Via Verdi
“Nel cielo c’è tutta Milano. Non ti dice niente? Le case…e la tecnologia…e i simboli del lavoro… O anche la speranza soltanto, e la serenità e l’ombra delle preoccupazioni. Guarda il cielo sopra San Giuseppe…”

Cielo di Milano da Via Verdi

“A proposito:… Ma tu lo sai come è nata Milano?...”

Stento a capire, ma parlare con Ale mi piace e mi piace seguirla nel suo volare in rotte impensabili per lidi a me sconosciuti. Fin dal giorno in cui, bambina, riempiva la mano di sole e la portava alla bocca: “mangio il sole”, sorrideva. Ovviamente, non so come e quando Milano sia nata. Ho letto ipotesi diverse, tutte a mio parere abbastanza incerte, nessuna delle quali convincente. 

“Lo sai -chiede- che Milano è comparsa proprio in questi cieli, in un tempo colorato d’azzurro? Nessuno lo ha mai pensato; tutti hanno sempre cercato una data e un luogo di fondazione e si sono nutriti di ipotesi di avvenimenti dei quali non esiste conferma. Perché -domanda, sapendo che non avrà risposta, almeno da me- nessuno ha mai pensato al cielo?”

“?”

“Il cielo è il campo dal quale germoglia ogni cosa; il cielo è da sempre. Tutto nasce nel cielo. Qualche volta si proietta sulla terra. Dipende… Milano era nel cielo…un’idea del Cantiere, abbozzata appena, progettata per consentire l’esercizio della libera creatività a chi fosse capace di guardare oltre le cose della terra: c’era già Roma, e molte altre erano le città -alcune bellissime- prima che l’dea di Milano divenisse concreta. E l’idea del Cantiere era che Milano fosse diversa, significasse qualcosa di più di un insieme urbano ormai tradizionale. Non soltanto offrire rifugio e sicurezza e soddisfazione agli abitanti: soprattutto, esprimere la volontà di elaborare l’idea del Cantiere, completarla portando in Cantiere la realtà della vita terrena.”

Cielo di Milano da Via Cusani


Prosegue: “È per questo che ogni cosa in città sembra tendere al cielo: per riportarla là dove ha avuto origine e mostrare come il progetto è stato realizzato…”
 
Piazza Gae Aulenti
Suggestivo. Alessandra sa di cosa parla, e come essere convincente. La ragione di vita di Milano è superare il reale caduco e ricostruire nell’infinito e per l’eternità l’immagine nobile della natura umana e del lavoro degli uomini. Per questo, è diversa da ogni altra, non ostenta le proprie bellezze, a costo di rinchiuderle quasi a proteggerle. E per questo, io credo, non ha mai preteso la qualifica di città fiorita: per non ostentare la bellezza e la varietà dei fiori che ha sottratto al cielo per colorare il proprio angolo di terra. Disegna, Milano, le stagioni, e decora la sua casa con tutti i mezzi a disposizione. La pioggia, soprattutto, diviene insieme tavolozza e pennello e spatola, a fugare grigiore e tristezza e fastidio in una con il mostrare aspetti non usuali della vita della città.

Pozzanghera in Piazza Mercanti
Anche per questo, per offrire una città nascosta, Milano utilizza tutto ciò che riflette e in qualche modo distorcendo la pietra ricrea l’immagine a misura di ogni sensibilità.
E quale augurio migliore di quello di riuscire a leggere la città?

Guglie del Duomo riflesse nell'acqua
Che è l’augurio che noi tutti porgiamo agli amici, milanesi e non: riuscire ad ascoltare ed a fare tesoro delle parole segrete di questa città.

Gatto di Livia (Foto: Livia Corona)


NATALE

Da un anno lo preparano
Il Natale con ricerche di mercato
Dal Natale passato
Lo prevedono

Il panettone
Il discorso del Papa
Il film kolossal
La beneficenza
È tutto programmato

E prevedono anche che qualcuno
Venga  fuori gridando non vale
È tutto truccato

Per lui hanno pronto
Il Natale dell’arrabbiato

Per un giorno faranno la pace
Giusto in tempo per caricare le armi.
Attilio Mangano