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lunedì 28 dicembre 2015

IL DESTINO DI 1 MILIONE DI MQ
DECISO NEL SILENZIO PIÙ TOTALE
Milano. Bovisa in pericolo. Il solito tentativo di colpo di mano,
per divorarsi un’altra fetta di città.

Opificio alla Bovisa
Care e cari,  
oltre alle aree degli ex scali ferroviari, molti spazi della nostra città sono oggetto di progetti urbanistici che segneranno il futuro della qualità della vita dei/delle Milanesi. È utile conoscerli per non lasciare ai così detti 'tecnici' decisioni che hanno a che fare soprattutto con la politica. Molti Auguri per il Nuovo Anno che si prospetta cruciale sia per il paese che per la nostra città.
Anita Sonego

Un preliminare di progetto urbanistico secretato, di cui gli organi collegiali del Politecnico prendono atto senza conoscerlo. Una completa confusione o commistione di ruoli tra proprietari delle aree e responsabili della pianificazione, e anzi un potenziale conflitto di interesse nella persona dell’assessore all’urbanistica, professore e già pro-rettore vicario del Politecnico.
Una fretta indiavolata: progetto urbanistico entro due mesi, si direbbe per condizionare la nuova Amministrazione comunale che uscirà dalle urne.
Una densità edilizia ipotizzata (circa 8 mc reali, vuoto per pieno, per ogni mq di superficie territoriale) incredibile, come non succedeva neppure nei più lontani anni ‘50, tanto meno su aree di questa estensione; e insostenibile in una città afflitta da una qualità dell’aria largamente fuori dalle norme europee. E sullo sfondo una bonifica avviata violando, o se si preferisce disapplicando disinvoltamente la legge, giusto quanto serve per avere la possibilità di segare uno splendido bosco urbano di alto fusto. Non sono gli ingredienti di una fiction, ma le modalità con cui, al crepuscolo del mandato di questa giunta milanese, si sta realmente consumando la vicenda della progettazione dell’Ambito di trasformazione urbana (ATU) Bovisa, nel silenzio generale dei media e nell’ignoranza non solo dei cittadini ma persino degli addetti ai lavori.

Archeologia industriale alla Bovisa
L’area di Bovisa nota come "la Goccia", cioè quella occupata dai gasometri e dalle altre attrezzature industriali dismesse per la produzione del gas di città è una enclave pressoché sconosciuta perché chiusa all’accesso del pubblico, e tuttavia carica di interesse e di valori ambientali e paesaggistici: decine di affascinanti edifici di archeologia industriale sparsi in un’area popolata da più di duemila alberi di alto fusto tra i quali si è ormai insediata anche una variegata presenza faunistica.
In qualunque città civile un’area siffatta sarebbe stata da tempo oggetto di un attento rilevamento, da pubblicizzare al massimo in modo da promuovere il più largo confronto di idee sul modo di utilizzare questo gioiello, unico dentro un contesto per il resto totalmente cementificato.
Da noi sta avvenendo esattamente il contrario.
Mentre si tengono serrati i cancelli dell’area con la scusa della sua contaminazione, in modo che i cittadini siano generalmente inconsapevoli di quale tesoro si nasconda dietro i muri di recinzione, mentre si segano gli alberi con il pretesto di una bonifica che riteniamo in violazione di legge, costosa per l’erario e non necessaria, e dopo un lungo e inconcludente workshop “di partecipazione”, relativo solo a una porzione minore dell’area, un piccolissimo gruppo di addetti disegna invece, segretamente, il futuro di tutto l’ambito di trasformazione urbana, curando di conciliare a priori gli interessi degli stakeholder, in modo da fare poi fronte compatto contro le possibili reazioni dei cittadini.
Così almeno sembrerebbe di capire, a giudicare dalle modalità “carbonare” con le quali la progettazione è stata avviata e viene mantenuta riservata. Il Comitato la Goccia ha fatto la sua parte, ricorrendo al Presidente della Repubblica contro la bonifica fuori legge e chiedendone la sospensione. L’assessore in carica, come di solito non succede, ha preferito accelerare piuttosto che attendere almeno il giudizio sulla sospensiva. Ha così fatto iniziare i lavori del lotto 1A, a partire dal taglio del bosco, che è già stato realizzato.
Verrebbe da dire, nell’evidente tentativo di porre il Consiglio di Stato, che giudicherà il ricorso, di fronte al fatto compiuto e irreversibile. È dunque guerra aperta, e come in tutte le guerre agli attacchi conseguono e conseguiranno inevitabilmente i contrattacchi. Il Comitato la Goccia chiede perciò al Consiglio comunale di Milano di intervenire per fermare le ostilità, e per richiamare tutti a considerare prioritariamente l’interesse generale della città, piuttosto che quelli degli operatori, privati o para pubblici che siano.
Antonella Adamo, Giuseppe Boatti, Luciana Bordin, Filippo Davide Cucinella, Andrea Debosio, Cinzia Del Manso, Francesca Grazzini, Maria Grazia Manzoni, Maurilio Pogliani, Francesco Radino, Edi Sanna, Marina Susana, Patrizia Trevisan, Alessandro Vimercati (Comitato La Goccia)

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