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sabato 2 gennaio 2016

Capo Peloro e il conflitto d’interessi dell’assessore di Accorinti
di Antonio Mazzeo

Veduta di Capo Peloro

MESSINA. Presenza ingombrante ed eco-discutibile quella dell’ingegnere Sergio De Cola nella giunta di Messina guidata da Renato Accorinti. Il professionista, assessore all’urbanistica e co-fondatore nel 1988 dello studio di progettazione “De Cola Associati” (tra i più quotati in Sicilia nel campo dell’edilizia residenziale, ospedaliera e universitaria, delle opere pubbliche e dei progetti urbani), ha ottenuto l’inserimento nel Masterplan della Città Metropolitana del Piano di riqualificazione del Pilone di Capo Peloro, redatto proprio dai De Cola con la collaborazione della Buffi Associes e dell’architetto Pier Paolo Balbo di Vinadio. L’importo dei lavori è stimato in 9 milioni di euro circa.
Il progetto, finalizzato alla “riconfigurazione” del Pilone (ex Enel) sovrastante la fragile spiaggia di Capo Peloro, naviga da diversi anni tra gli uffici e gli assessorati del Comune di Messina. Fu la Giunta municipale di centro ed estrema destra, sindaco Giuseppe Buzzanca, con delibera n. 1491 del 15 dicembre 2011, ad affidare allo studio De Cola e partner la redazione del progetto preliminare delle opere di riqualificazione funzionale e strutturale del basamento del Pilone, per un importo di 128.000 euro. Sempre la Giunta Buzzanca, con delibera n. 11 del 15 gennaio 2002, espresse la volontà di procedere alla realizzazione delle opere con il ricorso allo strumento della “finanza di progetto” o della “concessione e gestione”, attraverso cioè il “coinvolgimento dell’imprenditoria privata”. L’affidamento dell’incarico alla famiglia dell’odierno assessore all’urbanistica, fu giustificato dagli amministratori con il fatto che nel 2000 i De Cola, insieme agli architetti Jean Pierre Buffi (Parigi) e Pier Paolo Balbo di Vinadio (Roma), erano stati vincitori del Concorso Europeo di idee per la riqualificazione ambientale e funzionale dell’area di Capo Peloro, indetto dal Comune di Messina e il cui bando prevedeva tra l’altro, l’affidamento al primo classificato della progettazione e della direzione dei lavori.
“L’incarico ha come finalità il recupero del basamento per la fruizione collettiva mediante la realizzazione di infrastrutture, che consentano l’utilizzo turistico del Pilone attraverso ascensori panoramici, una piattaforma belvedere con annesso ristorante e negozi per la vendita di oggetti relativi alla diretta fruizione del mare”, spiegò l’allora assessore ai lavori pubblici, Gianfranco Scoglio. Il contratto tra l’Amministrazione e lo Studio De Cola fu sottoscritto il 15 giugno 2012, mentre il progetto fu presentato alla stampa il successivo 12 settembre successivo dall’assessore Scoglio e dagli ingegneri Bruno e Sergio De Cola. “Il nuovo basamento del Pilone di Capo Peloro è pensato come un moderno lido balneare, che trova nelle classiche attività complementari (ristorazione, attività d’intrattenimento e didattica degli sport acquatici, svago e tempo libero) elementi di forza del possibile progetto di finanza”, dichiararono i progettisti. “Il progetto prevede una significativa presenza di uno spazio pubblico per la cultura; uno spazio espositivo che nell’intenzione è destinato a museo del pilone, dove potranno essere esposti i documenti del progetto dell’opera”. A Gianfranco Scoglio toccò invece il compito di spiegare a chi, come e perché il progetto comporterà benefici e profitti. “Al progetto di finanza e/o alla concessione di realizzazione e gestione sarà affidata la realizzazione dell’opera e la sua gestione imprenditoriale, la manutenzione straordinaria e ordinaria del traliccio, ivi compresa la sostituzione dell’ascensore esistente per raggiungere la piattaforma a 200 metri, nonché la manutenzione straordinaria e ordinaria degli spazi a verde delle aree limitrofe”.
Il Piano di riqualificazione ambientale e funzionale dell’area di Capo Peloro predisposto originariamente dai partner De Cola - Buffi – Balbo di Vinadio era in verità ben più ambizioso, più eco-impattante e più remunerativo. Al Concorso europeo del 2000, il progetto vincente, denominato Staccando l’ombra da terra, prevedeva opere per una spesa complessiva di 140 milioni di euro, all’interno di una superficie territoriale di 196.383 mq (115.117 mq in aree interne e 81.266 mq nell’area del sistema costiero). “Saranno insediate cubature convenzionali per 83.690 metri cubi con un indice di fabbricabilità territoriale di 0,727 mc/mq”, si riporta nella scheda-progetto. “Le superfici destinate a viabilità e parcheggi interni prevedono un’area di parcheggio autocorriere di 1.565 mq; altre aree di 1.685 mq; un parcheggio a raso per 370 posti auto di 8.160 mq; un parcheggio interrato per 337 posti auto di 7.425 mq; altre superfici a piazzali e percorsi pedonali di 13.080 mq; un’area a verde del giardino tematico di 79.000 mq”. Segue poi l’elenco delle costruzioni delle aree interne: 23.378 mq di superfici lorde di pavimento; 1.004 mq di torri di contrappesatura; tre musei – laboratori (sezione umanistica, scientifica ed etnoantropologica) per un totale di 8.054 mq; un albergo di 10.183 mq; un centro congressi di 3.290 mq; Pronto soccorso, stazione Polizia Municipale, asilo servizi di 818 mq. Si prevedevano infine “costruzioni ipogee aree del sistema costiero” per una superficie totale di pavimento di 8.705 mq, un lido balneare alla base del Pilone (1.050 mq), servizi di ristorazione e bar (2.050 mq), spazi espositivi e acquario (3.270 mq), un lido balneare di pertinenza dell’albergo (510 mq). “E’ prevista la ricostituzione della duna lungo costa che rimodella il piede del Pilone”, scrivevano i progettisti. “Di notte l’esplosione di petali di luce (light architecture), costruirà la porta virtuale dello Stretto rimandando raggi di luce al (Pilone) suo doppio calabrese…”.
Una discutibile Disneyland dello Stretto quella prefigurata dai De Cola & S., la cui prima tappa potrebbe portarsi a compimento presto grazie all’inserimento del progetto di riqualificazione del Pilone nel Masterplan metropolitano. I De Cola & partner un primo successo lo hanno comunque ottenuto nel giugno 2014 quando il sindaco Accorinti e giunta comunale approvarono la richiesta di riattivazione del finanziamento ex Legge 122/89 (legge Tognoli) e di erogazione del finanziamento europeo Po Fesr 2007-2013 per la realizzazione del parcheggio a raso di Torre Faro con 500 posti auto, progetto approvato e finanziato con 3,6 milioni di euro dalla Regione siciliana. Per la cronaca, nel 2014 lo Studio dell’assessore De Cola - con gli immancabili architetti Giampiero Buffi e Pier Paolo Balbo di Vinadio - aveva redatto per conto del Comune di Messina il Progetto esecutivo per la realizzazione di parcheggi a raso nel villaggio Torre Faro ex P.U.P. del. Consiglio Comunale n. 109 del 30/11/2006. L’incarico comprendeva pure la direzione lavori e il coordinamento della sicurezza in fase di progettazione; 4.232.659 euro l’importo previsto per le opere. Nel 2010, ancora lo Studio De Cola su incarico del Comune, aveva redatto il Progetto definitivo per i parcheggi a raso di Torre Faro, stimando lavori per un importo di 1.851.000 euro.
Per Capo Peloro, quella che il sindaco Accorinti e gli ambientalisti vorrebbero inserita nell’Area dello Stretto Patrimonio dell’Umanità per strapparlo definitivamente agli appetiti dei padrini del Ponte, gli ingeneri De Cola con gli architetti Buffi e Balbo di Vinadio hanno presentato nel 2003 un piano particolareggiato esecutivo. Per conto del Comune di Messina, lo studio del professionista-assessore ha pure redatto nel 2010 il Progetto generale definitivo di una nuova viabilità di collegamento tra strada comunale Granatari e la Via Marina di Fuori nel Villaggio di Torre Faro, importo dei lavori 1.494.990 euro (il progetto preliminare e definitivo era stata completato sette anni prima). Nel periodo 2004-2008, sempre su incarico del Comune, la partnership De Cola – Buffi – Balbo di Vinadio ha curato il progetto preliminare, definitivo, esecutivo, il coordinamento della sicurezza in fase di progettazione e la direzione degli Interventi di modellazione del suolo e ricostituzione della vegetazione dunale nella zona di Capo Peloro - Torre Faro (importo 646.423 euro). Nel 2000, l’anno del Concorso europeo per progettare la cementificazione e la privatizzazione della spiaggia di Capo Peloro, lo Studio De Cola ha curato il  progetto esecutivo strutturale per il restauro e il risanamento conservativo del Forte degli Inglesi e degli edifici ex Tiro a volo prossimi al Pilone ex Enel, committente il CRIC - Centro Regionale d’intervento per la cooperazione, organizzazione non governativa fondata e diretta per diversi anni da Tonino Perna, docente di sociologia dell’Università di Messina e odierno assessore alla cultura della città dello Stretto. Gli interventi al Forte degli Inglesi e all’ex Tiro a volo hanno consentito la realizzazione del Parco Letterario dello Stretto Horcynus Orca, oggi sotto il controllato della Fondazione inter-universitaria “Horcynus Orca” (centro internazionale sui saperi e sulle tecnologie marine sotto l'egida dell’UNIDO/ONU e polo delle culture mediterranee). La fondazione, presieduta oggi da Gaetano Giunta (ex assessore comunale ai servizi sociali a fine anni ‘90), annovera tra i soci fondatori le Università degli Studi di Messina e Reggio Calabria, il Comune di Scilla, la Cooperativa sociale Ecos-Med, Ids Informatica, Gem Srl, Ho Servizi srl, Turistica Il Gabbiano coop, Mediabeta Srl, Sciara Srl, il CRIC Ong Onlus, Vulcania Sail Snc e l’Arci; soci aderenti, il Comune di Palmi, l’Istituto Talassografico del C.N.R., il Consorzio Sol.E. e la Cooperativa sociale “Nuova Idea”.