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sabato 9 aprile 2016

UNA GIORNATA A BELLANO
di Angelo Gaccione


Veduta del porticciolo di Bellano

Il lunedì di Pasqua, accogliendo l’invito dell’amico Giuseppe Denti -apprezzato pittore e ottimo fotografo- e di sua sorella Ilde, ho passato una giornata a Bellano. Di Bellano sapevo solo che c’è il lago, un orrido spettacolare, e che c’era nato il poeta Tommaso Grossi, ma non c’ero mai stato. Ero stato invece a Varenna, la località prima di Bellano, dove Vanna Massarotti, l’indimenticata amica ed editore (con la sua editrice, la Viennepierre, avevo pubblicato un discreto numero di libri), sapevo che qui aveva avuto una villa, poi venduta dopo la scomparsa del suo amato Pierre. Ero stato anche a Colico, ospite del poeta e scrittore Giuliano Dego e della sua moglie americana; a Dongo e nella frazione di Giulino di Mezzegra, dove i partigiani avevano arrestato e poi fucilato Mussolini e la Petacci. Sempre da queste parti, ero venuto una volta per passare una giornata col poeta di lingua milanese Carlo Albertario che vicino a Dongo aveva una casa, anche se, nato com’era in via Botta a Milano, si riteneva “il poeta di Porta Romana”. A Poggiridenti molti anni fa avevo letto poesie e bevuto tanto vino: faceva un freddo boia, e a Sondrio avevo gustato gli immancabili pizzoccheri.    
I due rami del lago li avevo discretamente percorsi, e naturalmente ero andato anche a Pescarenico, perché il mitico villaggio lecchese raccontato da Manzoni, era rimasto molto vivo in me. Ma a Bellano no, non ero stato.

Facciata del Municipio

Negli ultimi tempi Bellano si è fondamentalmente identificata col suo cantore: lo scrittore Andrea Vitali, che qui è nato, vive e soprattutto ha ambientato ed ambienta le sue storie di successo. È rarissimo che ad un autore ancora in vita e alquanto giovane (Vitali non ha ancora sessant’anni), venga tributato un omaggio come quello che il Comune di Bellano ha voluto dedicare allo scrittore. Sul lungolago e quasi di fronte al Municipio, è stata murata una targa con questa scritta:         
Questa è la panchina sulla quale abitualmente lo scrittore bellanese Andrea Vitali sosta. Da questa panchina scruta e guarda, origlia e ascolta e il più delle volte si alza con ottime idee”. [Bellano 6 marzo 2010].

La targa in onore di Andrea Vitali

La panchina dello scrittore

Naturalmente con l’amico Denti ci siamo seduti sulla panchina di Vitali e abbiamo sostato un certo tempo. Il cielo era basso e velato di grigio e la foschia non permetteva di spaziare con lo sguardo verso la sponda opposta, dove le case erano dei puntini indistinti e confusi. Col sole lo scenario deve essere magnifico, e quando è terso si possono vedere le montagne fino a Sondrio. Così mi dice Denti e non ne dubito, e già mi immagino la lucentezza dell’acqua, i suoi riverberi e i battelli che vanno verso Menaggio e le altre località blasonate disposte lungo le sponde.

Lo scrittore Andrea Vitali


Lo scrittore durante un incontro pubblico

La targa sulla facciata della casa di Tommaso Grosi

La passerella sull'Orrido



La casa di Giuseppe Denti

La casa di Denti merita una citazione a parte. È la più singolare abitazione di Bellano per la posizione in cui si trova. È situata sulla statale per Lecco in un punto che disegna una curva a gomito. Il balcone si affaccia sulla strada e spesso i camion se ne portavano via qualche pezzo, tanto che il pittore ha dovuto arretrarlo e sacrificarne almeno una spanna. Dal lato opposto la vista è magnifica: il lago quasi si tocca e le finestre lo incorniciano come fosse un quadro. Le doghe metalliche che rivestono la parete in alto della camera da pranzo, riflettono l’acqua sul soffitto, il suo lieve sciabordio. È come avere il lago dentro casa e si ha la dolce sensazione, mentre mangiate, di essere in balìa del suo ondeggiare quieto, pacato, che vi culla.