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venerdì 27 maggio 2016

Aleksandr Michajlovič Rodčenko
di Claudio Zanini      

«Se si desidera insegnare all’occhio umano a vedere in una nuova maniera, 
è necessario mostrargli gli oggetti quotidiani e familiari 
da prospettive e angolazioni totalmente inaspettate». A. M. Rodčenko.

Manifesto per la propaganda del libro, 1924


Rispetto a gran parte della produzione artistica contemporanea che pare fatta per il mercato e per le esigenze d’una critica che s’esercita in vane sottigliezze intorno a produzioni di rarefatta intelligenza (?) ma del tutto vacue, le opere d’un artista di notevole forza espressiva e visionaria, mi hanno suscitato alcune riflessioni.  Mi riferisco ad Aleksandr Rodčenko (ossessionato dall’utilità dell’arte, l’opposto dell’odierna sua esausta inutilità) (1), protagonista delle Avanguardie russe, del quale un’interessante mostra si è conclusa, da pochi giorni, al LAC di Lugano.
È una questione di linguaggio. Un linguaggio “forte” si struttura in relazione alla lingua in cui si forma, trasformando l’esistente e introiettando elementi inediti, estranei, perturbanti; assorbendo potenza dalle sue radici per diventare narrazione stratificata, densa e complessa. Nella storia si originano le grandi fratture, i rovesciamenti decisivi e liberatori, non al di fuori di essa. Oggi, nella dispersione e molteplicità dei linguaggi funzionali all’omologazione globalizzata, alla narrazione si è sostituito l’aneddoto, l’episodio, la trovata eclatante. Non il linguaggio ma il balbettio, spesso supponente e fastidioso.  
Nel linguaggio, dunque, tutto si gioca. Nell’opera di Rodčenko, il linguaggio è potente, e può essere connotato dall’obliquità della diagonale. È, infatti, la diagonale il segno che caratterizza e domina gran parte delle sue composizioni grafiche e fotografiche. Essa suscita una percezione di dinamica instabilità che, contrapposta allo stabile equilibrio del sistema cartesiano (ortogonale), prelude al movimento (magica parola d’ordine di futuristi e cubo/futuristi), che sinesteticamente investe l’intera realtà; al ribaltamento, all’ansiosa inquietudine che attraversa le sue vedute di panorami urbani, architetture, cantieri, strade, corpi. È segno, anche, dell’urgente travaglio che pulsa nel nuovo ordine sociale che, in Russia, sta prendendo forma, e interpreta perfettamente il fermento della cultura rivoluzionaria dell’epoca (i primi anni ’20), dove sperimentazione artistica e sociale intendono (desiderano) coincidere.

A. M. Rodcenko -1934

Ma torniamo alla fatidica diagonale. Parliamo di forma e linguaggio. La composizione fondata su linee oblique suggerisce continuità in uno spazio travolto da un dinamismo che viola i limiti dell’inquadratura. Sono frame di filmici piani sequenza che continuano nello spazio. Sovente le composizioni si basano su figure geometriche primarie, tra cui, -non poteva essere altrimenti-, il triangolo è privilegiato. Ma, si badi bene, non il triangolo stabilmente appoggiato sul lato, ma quello capovolto, in precario equilibrio sul suo vertice. La forma non giacente immobile ma librata leggera verso l’alto. Questi lavori evocano la presenza delle contemporanee esperienze cubo/futuriste, del cinema espressionista e dell’astrazione geometrica; il Quadrato nero, di Malevich è del 1916; Spezza i bianchi con il cuneo rosso, di El Lissitzky, del 1920. All’impiego dell’assetto obliquo dell’immagine, Rodčenko affianca l’inedito e disorientante variare della dislocazione dei punti di vista: dall’alto e dal basso, oppure molto ravvicinati, conseguendo effetti sorprendenti.
Tali inconsuete modalità d’impaginazione s’arricchiscono con sovrapposizioni di immagini, scritte e figure geometriche, negli innumerevoli collage fotografici per copertine di libri, riviste e manifesti dal significato, non solo ironico e critico, ma quasi sempre sociale e politico, come nei fotomontaggi di Hausmann e di Heartfield, gli inventori di questa tecnica, nata nel clima culturale del Dada berlinese (1918-1923), nella Germania della Repubblica di Weimar.

A. M. Rodcenko -1930

Altro motivo di grande interesse è costituito dalle fotografie d’oggetti d’uso comune, con dettagli molto ingranditi, e suggestivi effetti di luce; ma, soprattutto, di materiali della realtà industriale e della produzione in serie, economica e socialmente funzionale. I quali, se da un lato mostrano una nuova estetica di bellezza artificiale (l’essenzialità, la nitidezza delle linee e della forma, e i suoi metallici lampeggiamenti), dall’altro costituiscono delle suggestive textures astratte ottenute dall’oggetto seriale composto e allineato.(2)
L’intenzione di Rodčenko (e delle Avanguardie sovietiche, suprematiste e costruttiviste) non è di documentare la realtà, bensì di ricostruirla nell’immagine come modello d’un progetto di società futura, sullo slancio ideale che ha permeato la Rivoluzione del ’17 (3), diffondendosi in tutta Europa. È il magnifico sogno di un’Utopia -già messa in discussione sul nascere dal contraddittorio e sofferto rapporto tra arte e produzione industriale-, quindi, stroncata dall’avvento di Stalin e dal trionfo del realismo di Stato. Dopo, tutto si chiude.
Nonostante la sua produzione, dagli anni ’30 in poi, assuma una connotazione retorica e propagandistica, certe immagini di questo periodo conservano ancora un senso più ampio, problematico e contraddittorio, in grado di scrollarsi di dosso le maglie ideologiche e suggerire visioni d’altrove.  Comunque, nel breve periodo di dieci anni, Rodčenko elabora un linguaggio figurativo originale e di straordinario impatto simbolico, ancora oggi di grande attualità, ripreso dalla grafica, l’architettura e il design contemporanei più sensibili e responsabili.
A. M. Rodcenko -1929

1) L’arte non è propriamente “utile”, (inutile e inattuale, piegata all’utilità immediata si dissolve, diventa rappresentazione grottesca) come non lo è la bellezza; tuttavia, interrogarsi sulla possibile “utilità” della sua ineffabile e inafferrabile forza, mi sembra molto ragionevole e salutare.
2) Nello stesso periodo, artisti di tutta Europa, si interrogano sugli stessi snodi linguistici – in che modo parlare d’industrializzazione e produzione in serie e come relazionarsi con esse -. sebbene con diversi tagli critici; lo si vede dando un’occhiata a Le ballet mécanique di Ferdinand Léger, del 1924, dove un vorticare di meccanismi s’accompagna a figure geometriche e dettagli di un volto femminile; e ai cortometraggi sperimentali di Hans Richter con composizioni di oggetti in movimento (dal 1921 al 1926)
3) Majakovskij illustra con linguaggio popolare le tavole grafiche di propaganda Rosta; Kandinskij, Chagall, El Lissitzky, Goncharova, Tatlin, Malevich, eccetera, partecipano con entusiasmo a un’inedita mobilitazione artistica, convogli ferroviari di propaganda percorrono campagne (vedi L’armata a cavallo di Isaac Babel); navi, treni e vetrine espongono manifesti. L’arte può occupare lo spazio dello spirito e della coscienza, tuttavia fino a un certo punto, ispirando la grafica, la propaganda e, per certi versi, la progettazione architettonica. Ma, né la produzione industriale pianificata, né il regime, hanno bisogno dell’arte. 
ALLI BENIGNI LETTORI
Segnaliamo nella rubrica “Officina”,
lo scritto di Chiara Pasetti su Adriano Manesco.


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lunedì 23 maggio 2016

L'auto di Falcone sia esposta pubblicamente:
tutti devono poter ricordare


 Questa è l’auto di Giovanni Falcone. L’auto in cui è saltato in aria insieme alla moglie Francesca Morvillo e a tre uomini della scorta.
Quel 23 maggio del '92 arrivai la sera stessa a Capaci. L'auto di Falcone era sul ciglio del cratere. La prima macchina, quella di Vito Schifani, Rocco Dicillo e Antonio Montinaro era letteralmente volata dall'altro lato della strada.
È esposta in una enorme teca di vetro in uno dei cortili della scuola di polizia penitenziaria a Roma. A due passi dal raccordo anulare.
Non è aperta al pubblico e l'accesso non è per tutti. L'ho fotografata perché ho partecipato a un'iniziativa sulla legalità insieme a degli studenti romani.
Sapete bene quanto sia importante custodire la memoria e sapete anche cosa abbia significato per tutto il Paese la strage di Capaci. Perché questa teca con l'auto di Giovanni Falcone non può essere visitata da tutti? Perché non può essere esposta in una piazza di Roma, per esempio vicino al ministero di Grazia e Giustizia nel cuore della città?
Un paese che non ha memoria non ha futuro. Chiediamo al ministro della Giustizia, Andrea Orlando, che la teca che contiene l'auto del giudice Giovanni Falcone ucciso nella strage di Capaci con Francesca Morvillo e la sua scorta venga esposta pubblicamente. A Roma, nella piazzetta davanti al ministero di Giustizia.
"La mafia non è affatto invincibile; è un fatto umano e come tutti i fatti umani ha un inizio e avrà anche una fine".
Sandro Ruotolo
Graziella Poluzzi: Aforismi


Aforismi
di Laura Margherita Volante

Giuseppe Denti. Bottiglie d'artista

I progressi della medicina per far vivere a lungo i ricchi e per far sopravvivere i poveri.
La reciprocità genera condivisione.
Se manca il “do des” tagliare i rami secchi rigenera la linfa.
Viltà: il lupo vestito da agnello smascherato se la dà a gambe levate.
Cultura matristica: le donne hanno fatto la storia umana. Gli uomini si sono dedicati alla guerra.
Guerra: mentre le donne danno luce alla vita, gli uomini uccidono i loro figli.
Se ieri la donna angelo attraeva, oggi ispira sentimenti sconosciuti.
Si nutre l’anima per saziare lo spirito inquieto.
I buoni fanno gruppo. I malvagi fanno branco.
All’ipocrita bisogna lasciare l’illusione che è sincero… per non farsene un nemico.
La vita è meravigliosa al punto di aver paura di perderla.
La pratica di buone idee è costruttiva, se no è come salire una scala senza pioli.
Esercitare idee confuse distrugge il senso umano.
La diceria è la proiezione di un’anima scura.
Suffissi di una società malata: ite=infiammazione, osi=stato degenerativo.
Neologismo cercasi per un’eccitazione di basso profilo.
FB è il rifugio dalla realtà ingestibile.
Quando muore un congiuntivo muore un congiunto…
Una sorpresa è gradita come il suo dono, ma l’arrivo a sorpresa è una punizione.
La supponenza è una medaglia a due facce fra intelligenza e idiozia.
Chi non apprezza il bene ricevuto è solo un poveraccio
La fedeltà è la virtù degli ingenui.
La rabbia fine a se stessa sconfina con l’indifferenza.
Chi rende noto l’ignoto con affermazioni gratuite non ha percorso cammino alcuno…
Chi ritiene di sapere molto e non comprende è confuso dal proprio Ego.
La cultura aiuta a stare in solitudine.
Beni Culturali. L’Ufficio di Gabinetto del ministro investe in carta igienica…
La cultura fortifica per consapevolezza ricevuta.
L’ignoranza produce cattiverie a mo’di slavina.
La presunzione si ciba di percezioni statiche…
La vita è una coincidenza di incontri dinamici.
Il primo vagito è annuncio di morte certa.
Chi si loda non ha bisogno di adulatori.
Chi non si vede nello specchio ha ossessione di apparire.
L’EGO sta allo specchio deformato come l’IO sta alla proiezione del sé.
Il modesto che dimostra il suo valore  non sarà mai perdonato.
Il bene non giudica, perdona.
Fra gli egoisti nulla è credibile.
La furbizia è prerogativa degli intelligenti ignoranti.
SMS.  47 il morto che parla.
La simpatia è il volto della disperazione.
L’amore calpestato è l’odio che s’inchina al colpo della strega.
Umiltà. Più si diventa grandi e più si diventa piccoli…
La bellezza sta nelle rughe piene di luce come i vicoli di città d’arte.
Condividere la potenza creativa dei grandi artisti rigenera la mente allontanata da pensieri negativi.
La contemplazione delle opere d’arte è un viaggio interiore per l’infinito essere.
Dovremmo tutti inchinarci alla Bellezza salvifica dai pregiudizi per una lunga cintura d’amore:
in quel cordone ombelicale ci siamo tutti.
La bulimia d’immagine procura il vomito.
I “teatranti” amano solo la parte recitata di se stessi.
Ognuno diventa strumento di una situazione ciclica.
Dove non c’è partecipazione la democrazia è destinata a cadere nel vuoto.
Narcisismo. Quando l’Amore è Eco dei sordi che affogano in uno specchio d’acqua.
Il dio denaro rende adoratori del male.
L’umanità anche se  presenta tratti differenti è sempre la stessa.
L’anima vola quando il pensiero è pieno di luce.
La bellezza del cervello aguzza la vista rendendo lo sguardo penetrante.
L’incompatibilità è per mancanza di umanità.
Il decisionista fa terra bruciata intorno…
Calcolatore è chi pensa solo ai numeri al punto che prima o poi li dà…
I libri si svegliano con i fatti se no dormono nella polvere degli scaffali.
Il potere uccide la libera potenza creativa.
Al nullo fluire delle parole è preferibile la silenziosa fatica del fare.
La poesia quando tace diventa impegno di civiltà. Di contro è piena di parole elette… non lette.
Apparire per mentire è la ginnastica dell’atrofia cerebrale.


Evoluzione

La luna non è la luna, venti metri sopra lo stadio di San Siro, è un pianeta che si è avvicinato alla terra un po’ di più ed è lì tondo e grave all’ inverosimile nell'aria grigia e rarefatta nel crepuscolo che appena si accenna. Si notato i crateri e le ombre sulla sua superficie di un colore indescrivibile nell’atmosfera tersa della giornata quasi invernale apparsa limpida e assolata. Anche il cemento vibrante di cui è costituito il grande stadio si tinge di rosa al tramonto in procinto di esserci. Ineffabile e aleatorio incastonato nel cielo- spazio.
La luna nel cielo azzurro cobalto del pomeriggio inoltrato assolutamente libero da nuvole come se il sole avesse espresso tutto il suo amore per il nostro piccolo scoglio sperso nell’universo.
Le foreste della Lombardia preistorica, un fiocco di neve che volteggiando cade.
Gli animali: l’eterna lotta e competizione per la sopravvivenza e l’evoluzione .
L’uomo, la coscienza intelligente della storia, la natura che riflette su se stessa. Que debacle!
La speranza è l'ultima a morire recita un adagio.

Tiziano Rovelli 
SULLA BUONA STRADA
Mimmo Lucano torna a far parlare di sé.
A Riace, in Calabria, l’acqua non si pagherà più


Ne avete letto e sentito parlare, di Mimmo Lucano, che grazie al modello di accoglienza dei rifugiati e dei richiedenti asilo nel suo Comune si è aggiudicato un posto tra i 50 leader più influenti del mondo secondo la rivista Fortune.
Adesso Riace, la cittadina calabrese guidata dal sindaco Mimmo Lucano, torna a far parlare di sé per l’acqua pubblica. Il sogno di usufruire dell’acqua potabile senza pagare la bolletta a Riace diventerà presto realtà.
Come tanti altri Comuni della regione, anche Riace è indebitata con la Sorical (la Società Risorse Idriche Calabresi), molti si sono visti effettuare il taglio del servizio idrico.
Perciò, insieme a un geologo fidato, Lucano ha fatto scavare un pozzo e ha trovato l’acqua che sgorga da una falda acquifera che si sarebbe formata 40 milioni di anni fa, tra Riace marina e superiore. E, ha annunciato, non appena l’acqua raggiungerà l’acquedotto comunale rifornirà tutte la case dei riacesi, gratis.
IL MINISTERO DELL'AMBIENTE DICE STOP
Cittadini in lotta e Comune ostinato.


La distruzione degli alberi esistenti, la cosiddetta “bonifica” della Goccia di Bovisa attuata dal Comune di Milano, non è conforme alla legge. Lo ribadisce ora il Ministero dell’Ambiente al quale il Consiglio di Stato ha chiesto di esprimere un parere, in conseguenza del ricorso presentato dal nostro Comitato la Goccia.
Nel suo autorevole parere, il Ministero dell’ Ambiente contesta al Comune di essersi rifiutato di eseguire l’analisi di rischio obbligatoria, prevista dalla legge 152 del 2006.
La bonifica distruttiva, ostinatamente perseguita dal Comune, parrebbe avere lo scopo di rendere edificabile un primo pezzo di un enorme territorio, che ora è verde con archeologia industriale e 2500 alberi. Un parco grande quasi il parco Sempione!
Nel suo comunicato stampa del 16 maggio, il Comune dichiara di voler riprendere i lavori, momentaneamente sospesi, dopo l’estate, senza aspettare la sentenza del Consiglio di Stato!
Forti del parere del Ministero dell’Ambiente, continueremo a chiedere il rispetto della legge, con l’obiettivo di salvare dalla speculazione edilizia uno dei maggiori “polmoni verdi “ di Milano, che, unito ai parchi a Nord e all’ex Scalo Farini a sud, fino a Porta Nuova, potrebbe diventare il Central Park di Milano. Aiutateci a salvare la Goccia.
Per il Comitato La Goccia
Luciana Bordin
www.parcogoccia.com


Le deportazioni migranti ai tempi di Renzi & Alfano
di Antonio Mazzeo


Prima l’identificazione e l’invito a dimenticare nome, cognome e luogo di provenienza in cambio di un numero identificativo che dovrai tenere impresso per giorni, mesi, forse anni. Un panino, una bottiglietta d’acqua, un’interminabile fila per pisciare dentro un nauseabondo scatolone di plastica arroventato dal sole. Per la doccia, ti spiegano, dovrai attendere ancora un giorno, se tutto va bene. Qui, al massimo, c’è una fontanella per sciacquarti la faccia. Poi un’altra fila per stiparsi dentro a un bus, altri tanfi di carne umana e gasolio e la deportazione verso l’ignoto. Mille, mille e duecento, mille e cinquecento km di strade e autostrade sino ad una squallida tendopoli alla periferia di Torino o Milano o a un albergo-pensione a tre stelle in un’isolata frazione alpina del Trentino o dell’Alto Adige. Una macchina ormai oleata, rigida, burocratica, scientifica quella che regola la deportazione di decine di migliaia di richiedenti asilo dalla Sicilia ai campi di prima, seconda ed eterna accoglienza del centro e nord Italia. Un sistema disumano e disumanizzante che accanto al modello dell’“accoglienza” affidata a coop, onlus, aziende e faccendieri del sociale, in assenza di controlli, genera immani e immondi profitti per uno sparuto gruppo di proprietari di bus e minibus.
Sono a dir poco stupefacenti i rendiconti spese 2015 della Prefettura di Messina 
(http://opendataavcp.interno.it/L190/xml/2016/80007950837.xml). Un’interminabile lista di fatture pagate o in via di liquidazione con oggetto il trasferimento dei migranti dalle banchine di Pozzallo o Porto Empedocle alle due strutture lager nella città dello Stretto (la tendopoli allestita in un campo di baseball dell’Università degli Studi in contrada Conca d’Oro-Annunziata e l’ex caserma “Gasparro” di Bisconte, ipocritamente classificate ancora come centri temporanei d’accoglienza) o gli esodi-beffa da Messina ad altre tendopoli e strutture ultraemergenziali della penisola. Aggregando e sommando le note spese, si scopre che le deportazioni a/da Messina sono costate lo scorso anno più di un milione di euro, 1.031.533 esattamente. Quattordici volte compare come destinazione finale il centro di prima accoglienza “Teobaldo Fenoglio” di Settimo Torinese (To), 1.382 km da Messina, in realtà una tendopoli-limbo gestita dalla Croce Rossa italiana. Per 15 volte i bus hanno invece fatto la rotta Messina-Bresso, cittadina alle porte di Milano dove sorge un accampamento con una decina di tende per oltre 500 “ospiti”, anche qui gestione Croce Rossa, dove per le pessime condizioni igienico-sanitarie sono sempre più frequenti le azioni di protesta e resistenza dei migranti. Nella lista spese della Prefettura di Messina sono documentati anche i trasporti sino all’aeroporto di Catania-Fontanarossa, presumibilmente per le riconsegne dei “clandestini” ai “democratici” partner dell’altra sponda del Mediterraneo; quelli sino al famigerato CARA di Mineo, il centro per richiedenti asilo più grande d’Europa, crocevia del malaffare politico-imprenditoriale e della malaccoglienza; alle caserme della Guardia di finanza di Napoli e alle strutture-ghetto di Rovereto e Bolzano in Trentino Alto Adige, Genova, Marghera in Veneto, Vasto in Abruzzo, Bari-Palese, Taranto, Brindisi, ecc.
I contraenti che effettuano tutti i transfert di migranti sono stati scelti dalla Prefettura di Messina mediante il cosiddetto cottimo fiduciario, una modalità di acquisizione semplificata di beni e servizi da parte della pubblica amministrazione, consentita dall’ordinamento italiano “in relazione al modesto valore del contratto” e “all’urgenza di provvedere”. Le disposizioni di legge prevedono che nel caso in cui l’importo per le forniture di beni e servizi non superi i 40.000 euro, il responsabile del procedimento può affidarle direttamente ad un operatore economico da lui scelto in modo discrezionale, evitando ovviamente artificiosi frazionamenti delle prestazioni. Per importi maggiori, invece, l’affidamento può avvenire solo nel rispetto dei principi di “trasparenza, rotazione e parità di trattamento”, previa consultazione di almeno cinque operatori economici individuati dopo la predisposizione di specifici elenchi da parte della stazione appaltante.


Su 87 ordini di pagamento per il trasporti migranti, ben 84 sono stati emessi nel 2015 a favore sempre e solo di una stessa ditta messinese, la Michele Cucinotta & C. SAS, con sede nel villaggio di Larderia inferiore. Complessivamente la fortunatissima azienda ha potuto fatturare così 993.863 euro, a cui si aggiungono i 299.266 euro dell’anno precedente, sempre grazie a 92 cottimi fiduciari della Prefettura. Il data base spese dell’ufficio territoriale del Governo non registra il numero di migranti trasferiti di volta in volta, né il numero di bus impiegati o il chilometraggio effettuato. Il ripetersi di certe date e l’ammontare dei servizi espletati consentono tuttavia di rilevare alcune “stranezze” su cui sarà necessaria una più attenta disamina da parte degli organi di controllo. Il 23 marzo 2015, ad esempio, sono stati imputati ad esempio cinque servizi trasporto per un ammontare complessivo di 39.185 euro, tutti dalla Caserma “Gasparro” di Bisconte ai centri di Bresso (due), Napoli (due) e ancora Napoli-Settimo Torinese. Il 20 aprile, quattro servizi per un totale di 61.970 euro hanno consentito il trasporto dalla tendopoli Conca d’Oro-Annunziata sino ai centri di Genova, Firenze e Bresso e dal porto di Pozzallo sino alla tendopoli di Messina. Tre sono i servizi fatturati il 21 maggio per trasferire i migranti dalla Caserma “Gasparro” ai centri di Bologna, dal porto di Augusta alla tendopoli dell’Annunziata, dall’Annunziata a Firenze e Prato (39.123 euro in totale); due i transfert il 26 giugno, il primo dal porto di Messina a Marghera e l’altro dalla caserma “Gasparro” a Bologna (60.874 euro); altri tre il 3 luglio, dalla “Gasparro” a Marghera, Settimo Torinese e Napoli e dal porto di Palermo alla tendopoli dell’Annunziata (62.844 euro). Giornata intensissima quella del 3 agosto, quando la Michele Cucinotta SAS ha effettuato diversi trasferimenti per un totale di 86.181 euro, dai centri di “primissima accoglienza” di Messina a Bresso, Magra, Genova, Vasto e Settimo Torinese e dal Porto di Pozzallo all’Annunziata. Ci sono infine i transfert del 7 agosto da Messina ai centri di Bologna, Magra, Genova, Settimo Torinese e Montesilvano (due fatture per complessivi 38.336 euro); del 7 settembre dal porto di Messina a Marghera, Settimo Torinese, Pisa e ai centri Conca d’Oro e “Gasparro” (62.877 euro); del 24 settembre dai porti di Augusta e Messina ai due centri d’accoglienza peloritani e da questi ultimi a Settimo Torinese, Bologna, Arezzo e Firenze (cinque fatture per un totale di 53.969 euro).


Le uniche due ditte che hanno affiancato la Cucinotta SAS nelle operazioni di deportazione migranti sono la Costantino Orazio di Messina (due cottimi fiduciari, il primo da 15.071 euro, il 21 maggio, dalla tendopoli dell’Annunziata ai centri di Castel di Sangro e il secondo da 6.993 euro, il 22 ottobre, dalla Caserma “Gasparro” ai centri di Fermo S.Giorgio e Monte Marciano, entrambi in provincia di Ancona) e le Autolinee Vittorio Padovano di Taranto (dalla tendopoli dell’Annunziata alla tendopoli di Bresso, il 22 luglio 2015, 15.666 euro). Per la cronaca, nel 2010 il titolare delle autolinee tarantine fu rinviato a giudizio insieme ad altri imprenditori e amministratori pubblici per truffa e turbativa d’asta nell’ambito di un’inchiesta sull’affidamento del trasporto degli alunni disabili da parte del Comune di Taranto, ma al processo, con sentenza del 2 marzo 2011, fu assolto “per non aver commesso il fatto”. Il Pubblico ministero aveva chiesto per lui la condanna a 2 anni e 8 mesi.
Si è dovuto attendere il 30 dicembre 2015 perché la Prefettura di Messina pubblicasse il bando per procedere a “nuova individuazione” della ditta incaricata di curare il trasporto dei cittadini stranieri che hanno chiesto protezione internazionale, in ambito urbano, extraurbano, regionale e nazionale. La gara è stata aggiudicata lo scorso 29 febbraio alla S.A.S. di Calamunci Giuseppe & C. s.n.c. con sede nel comune nebroideo di Tortorici (Me), al costo di 1,70 euro al Km + Iva al 10%, “comprensivo degli eventuali pedaggi  autostradali e dei parcheggi ma non del costo dei traghetti” e di euro 228 + Iva per il servizio in ambito urbano. Alla stessa azienda, il 25 marzo 2016 l’Università degli Studi di Messina ha aggiudicato in via definitiva il servizio di trasporto gratuito bus navetta all’interno del Policlinico “Gaetano Martino” per un importo di 19.846 euro più Iva.



Per sapere quanto costerà il servizio trasporti migranti 2016 bisognerà attendere la rendicontazione di fine anno, ma è prevedibile finalmente un netto abbattimento dei costi. Di certo gli attori in campo non sembrano ancora del tutto cambiati. All’ultimo maxi-sbarco a Messina, lo scorso 17 maggio, sul molo Marconi, di fronte all’unità irlandese con a bordo 349 richiedenti asilo, faceva bella mostra di sé, ancora, un pullman con tanto d’insegna “Cucinotta”.
ANDAR PER MOSTRE
Chiara Pasetti segnala ai lettori di Odissea

MOSTRA “Art Ribel” a Saluzzo – “Un’arte che apre i cancelli”
La locandina della mostra

Fino al 29 maggio, presso i saloni espositivi della Castiglia a Saluzzo (Piazza Castello), mostra di Art Ribel e presentazione del progetto Le nuvole nei musei di Saluzzo -Io… Le nostre radici, a cura dell’Università Popolare di MusicArTerapia nella Globalità dei Linguaggi (UPMAT), in collaborazione con il Centro Diurno “Le Nuvole” di Saluzzo e i Servizi Educativi della Società CoopCulture per i beni culturali della Città di Saluzzo.
La mostra (a ingresso libero) presenta opere realizzate all’interno di servizi per persone disabili, comunità di recupero dei tossicodipendenti, servizi psichiatrici, accanto ad opere di artisti contemporanei. Nell’ottica dell’Art Ribel non importa chi è l’autore o la patologia, ciò che interessa è l’opera, per scoprire e valorizzare la continuità dei potenziali espressivi umani al di là delle condizioni di età, salute, competenza e cultura specifica.
Alla mostra partecipano anche gli artisti e i pazienti che fanno parte del Museo Attivo Claudio Costa, fondato nel 1992 e gestito dall’Istituto per le Materie e le Forme Inconsapevoli (IMFI) nell’ospedale psichiatrico di Quarto-Genova. Questo spazio vedeva e vede tutt’ora la collaborazione di artisti che portano le loro esperienze e sensibilità e lavorano accanto ai pazienti. Attualmente a Quarto sono attivi il laboratorio di arte terapia, ceramica, incisione e danza terapia, e sono presenti oltre ottocento opere tra lavori scaturiti dai diversi atelier di arte terapia e dalle opere donate dagli artisti che continuano ad affiancarsi ad operatori e volontari per promuovere e gestire laboratori espressivi attraverso le diverse tecniche delle forme artistiche. Nella mostra di Saluzzo IMFI sarà presente, tra le altre, con opere di Claudio Costa, Stefano Grondona, Davide Raggio, Nino Bernocco, Monica Serra.

Una delle opere esposte in mostra: Davide Raggio, Furia – 1990 –
radice e legno scolpito, fil di ferro.
In occasione della mostra di Saluzzo saranno organizzati momenti di formazione per adulti a cura di Stefania Guerra Lisi (capo scuola dell’Università Popolare di MusicArTerapia) e delle varie realtà del territorio che lavorano sulla comunicazione inclusiva e “sull’arte per tutti”, laboratori per le scuole del territorio a cura dei ragazzi-educatori del Centro Diurno “Le Nuvole”, dell’ “Associazione italiana MusicArTerapeuti nella Globalità dei linguaggi (AIMAT – GDL)”, dell’operatore didattico della CoopCulture e degli studenti dell’Università Popolare di MusicArTerapia che hanno maturato una formazione specifica nella Globalità dei Linguaggi.

C. P. 

giovedì 19 maggio 2016

PER RIMANERE UMANI
Luca Frigerio al San Fedele di Milano




Pier Luigi Amietta al Filologico di Milano




Musica dell’anima al Filologico di Milano 

                                                                
                                                                ***
Rigassificatori e droni tra gli affari-delega
del vicesindaco di Messina
di Antonio Mazzeo


Pressing ancora a tutto campo di gruppi politici, transnazionali dell’energia, aziende di navigazione e forze armate per insediare nell’area industriale di Augusta-Melilli-Priolo, tra le più inquinate e militarizzate d’Italia, un pericolosissimo mega-impianto di ricezione, stoccaggio e rigassificazione del gas naturale liquido (GNL). Il 16 maggio, presso il Circolo Ufficiali della Marina militare di Augusta, si è tenuto il Convegno dal titolo “Italia hub del gas naturale, opportunità GNL per i trasporti marittimi nel Mediterraneo”, organizzato dalla Mirumir Srl di Milano “per la promozione della filiera industriale del GNL”, con la collaborazione della Marina Militare italiana.
Main sponsor dell’evento la Caronte&Tourist Spa, l’azienda di navigazione del gruppo Franza-Matacena monopolista del traghettamento nello Stretto di Messina e Wartsila Italia Spa, controllata dall’omonima società finlandese leader nella fornitura di soluzioni per la generazione di energia nel settore marino e terrestre, civile e militare. Ad aprire i lavori della conferenza, la sindaca di Augusta, Maria Concetta Di Pietro (M5S). “Per il nostro territorio questa nuova tecnologia GNL è molto importante per le possibili ricadute positive, per questo motivo la stiamo monitorando con grande attenzione”, ha dichiarato Di Pietro. Tra le relazioni più “originali”, quelle del contrammiraglio Nicola De Felice, Comandante Marittimo Sicilia della Marina Militare e di Lorenzo Matacena, consigliere d’amministrazione di Caronte&Tourist. “La Marina si pone in qualità di forza armata promotrice di innovazione”, ha esordito il contrammiraglio De Felice. “Così stiamo portando avanti il progetto di un combustibile alternativo a quello fossile che prevede tra l’altro la possibilità di utilizzare i motori delle nostre navi anche con il GNL, energia pulita a basse emissioni che ci consente di confrontarci nel breve periodo con il problema dell’inquinamento marino”. Il progetto, eufemisticamente denominato Flotta verde, prevede in particolare l’alimentazione con GNL delle unità da guerra destinate alla “sorveglianza costiera” nel Mediterraneo. La  Marina Militare e Wartsila Italia operano inoltre congiuntamente per realizzare un serbatoio per navi dual fuel, che possono cioè utilizzare indifferentemente gasolio e metano liquido, da installare a bordo di unità di ricerca oceanografica o destinate a operare nelle aree artiche e antartiche e nei mari interni come il Baltico, l’Adriatico e il Mar Nero.
“La nostra azienda, che vanta 14 navi per il trasporto passeggeri nello Stretto di Messina è molto interessata ad avere una nave alimentata anche a GNL già entro il 2018 ma puntiamo ad incrementarne il numero”, ha invece dichiarato Lorenzo Matacena. “La strategia riguarda per ora solo lo Stretto: in Italia dobbiamo essere bravi a sviluppare una rete estesa, come quella nel Nord Europa, grazie a nuove infrastrutture essenziali e a una normativa adeguata a supporto: in questo caso, la Sicilia potrebbe diventare davvero l’hub del Mediterraneo, visto che vanta il maggior numero di navi nell’area in grado di utilizzare il GNL”.


Alla conferenza pro-GNL di Augusta ha partecipato pure l’ingegnere Guido Di Bella in qualità di ricercatore a tempo determinato del Consorzio Sicilia NAVTEC, il distretto tecnologico trasporti navali commerciali e da diporto con sede a Messina e di cui sono soci, tra gli altri, la Caronte&Tourist di Franza e Matacena, i Cantieri Navali Noè di Augusta, la holding a capitale pubblico Fincantieri e Intermarine Spa, queste ultime particolarmente attive nella produzione di imbarcazioni da guerra. Presidente del Consiglio di amministrazione di Sicilia Navtec è l’ing. Gaetano Cacciola, vicesindaco di Messina nella giunta dell’ambientalista, pacifista e nonviolento Renato Accorinti, con delega all’energia, mobilità urbana, viabilità, trasporti, polizia municipale, fondi europei 2014-2020, rapporti con l’Europa, comunicazione esterna e interna e smart city. Gaetano Cacciola è contestualmente dirigente di ricerca del CNR ITAE di Messina, l’istituto di tecnologie avanzate per l’energia del Consiglio Nazionale delle Ricerche, intitolato allo scienziato messinese “Nicola Giordano”. Del CNR ITAE, l’ing. Cacciola è stato direttore sino all’estate 2013, mentre l’ing. Guido Di Bella è ricercatore associato. Dal marzo 2014, con decreto sindacale a firma Accorinti, Di Bella ricopre inoltre il ruolo di componente della commissione tecnico-scientifica per la verifica delle valutazioni di incidenza ambientale (VIA) nel Comune di Messina.
Il CNR ITAE, Caronte&Tourist, l’Università degli Studi di Messina, Fincantieri e Isotta Fraschini Motori e la COMET – Compagnia Mediazioni Trasporti Srl (società nella titolarità dell’ex patron di Confindustria Messina, Ivo Blandina, attiva nel settore della nautica da diporto e nella gestione di porticcioli turistici) hanno dato vita a un “progetto sperimentale” per l’uso di motori alimentati a GNL su navi del gruppo Franza-Matacena in navigazione nello Stretto. “Tale progetto prevede il refitting di una nave traghetto esistente, la progettazione di una nuova unità a GNL ed infine uno studio di fattibilità per la costruzione a Messina di una piccola stazione a bunkeraggio del GNL”, spiegano i progettisti. L’impianto-bunker dovrebbe sorgere nella fragile Zona Falcata della città dello Stretto, quella che a parole, in tanti, amministratori compresi, vorrebbero “bonificare” e “liberare” da obsoleti insediamenti industriali inquinanti e dalle servitù militari.
Dall’ottobre 2015, Selex ES Finmeccanica (oggi Leonardo) e Avio Aero, società interamente controllata dal colosso militare-nucleare statunitense General Electric hanno avviato una collaborazione con il CNR ITAE di Messina per lo sviluppo tecnologico di un propulsore ibrido elettrico, destinato a velivoli a pilotaggio remoto (UAV) militari “Falco Evo”. La collaborazione si inserisce nell’ambito di un progetto del valore complessivo di 5 milioni di euro, finanziato attraverso l’accordo di programma quadro in materia di ricerca Regione Puglia-MIUR e che vede come soggetto attuatore il Distretto Tecnologico Aerospaziale pugliese che punta a trasformare lo scalo aeroportuale di Grottaglie, Taranto, nella più grande base europea per la sperimentazione aerospaziale dei droni a uso civile e militare.


Il “Falco Evo” rappresenta l’evoluzione del primogenito Falco: è un sistema aereo a pilotaggio remoto in grado di svolgere missioni di sorveglianza a lunga persistenza, fino a 20 ore e a una quota di volo di 6.000 metri, con un carico utile fino a 100 kg. L’Evo sarà in grado di trasportare missili e bombe teleguidati, trasformandosi in uno spietato drone-killer. Il velivolo senza pilota coprodotto da Selex ES e Avio è stato acquistato sino ad oggi dalle forze armate di Italia, Arabia Saudita, Giordania, Libia, Pakistan, Turkmenistan e dalle Nazioni Unite per missioni di sorveglianza nella Repubblica Democratica del Congo.
Il 23 maggio 2013, alla vigilia delle elezioni amministrative che consacrarono Renato Accorinti sindaco di Messina e Gaetano Cacciola prima assessore e poi vicesindaco, fu inaugurato in pompa magna a Santa Lucia sopra Contesse il nuovo polo scientifico del CNR ITAE di Messina. Costato 11 milioni e 800 mila euro e realizzato grazie al supporto finanziario del Ministero dell’ambiente, del Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca, della Regione Sicilia e del Cnr Italia, il nuovo centro consente di testare powertrain per veicoli elettrici ed ibridi, generatori di idrogeno alimentati da combustibili tradizionali e biocombustibili, gassificatori per biomasse e accumulatori di idrogeno, celle a combustibile, sistemi cogenerativi e trigenerativi, pompe di calore ad assorbimento e adsorbimento, ecc.. Al tradizionale taglio del nastro, l’allora direttore ITAE Cacciola volle il presidente dell’Assemblea Regionale Siciliana, l’on. Giovanni Ardizzone (Udc) e l’ex assessora all’industria della Regione Sicilia, Marina Noè (presidente l’on. Salvatore Totò Cuffaro), co-titolare degli omonimi cantieri navali di Augusta, stretta congiunta dell’amministratore delegato del Consorzio Sicilia NAVTEC Daniele Noè e candidata Udc alle elezioni europee del 2008  - collegio Sicilia e Sardegna - capolista l’on. Raffaele Lombardo, successore di Cuffaro alla guida della Regione.