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sabato 31 dicembre 2016

POETI
FABIANO BRACCINI

Fabiano Braccini

ESPLORATORE ESIGENTE

Scopritore di melodie speciali,       
nel bosco dei violini
vo ascoltando dall’anima dei tronchi
il pulsare di suoni e vibrazioni,                  
sentendomi talvolta, per incanto,          
radice tra le altre grandi radici.

Cercatore di qualità nascoste,               
scivolo tra la gente 
che frettolosa vagola in città,                          
per scovare nel torrente dei volti        
la grazia confidente d’uno sguardo,   
un sorriso che inviti all’amicizia.                          

Esploratore attento ed esigente      
di stile e d’eleganza                                                          
mi trovo invece spesso a distillare                            
complicati concetti, ingarbugliati                        
come rami di salici piangenti
arruffati dalla furia dei venti. 
                         
Ma raramente avverto volteggiare               
un pensiero sublime,                 
un canto che si ammanti di bellezza,      
parole che disvelino emozioni:
ali leggere per volare su,
verso l’ebbrezza alta delle stelle.   


Fabiano Braccini


GHIAIA

Ragazzi scanzonati,
ricchi di fantasia,
capelli e petto al vento
a cantare la vita.
Non ci mancava niente:
nel cuore portavamo
(e tanto era il diletto!)                     
la natura ridente,
le corse incontro al sole.                  
E il profumo dei prati,                        
lo splendore del grano,
l’incanto delle stelle.

Stanchi esausti alla sera,                  
fra le lenzuola fresche,
coi sogni già eravamo                    
lanciati nel domani                         
a cogliere il sapore                             
d’amore e d’avventura.                                     

Talvolta la mattina,                                     
riposati e festanti,
per sentieri di more
scendevamo al ruscello
a scegliere con cura
e rigirarla in mano
(che senso di piacere!)
la ghiaia levigata:
per poi lanciarla via
a schizzettar qua e là
nel letto di acqua chiara
o tra la rena fina.

Braccini con Guido Oldani


TROPPO PRESTO  (arriva la sera)

Nella cenere fredda e sparpagliata
d’un caminetto spento
tento di riallacciare, inutilmente,
l’impalpabile filo
della trama ricamata nel tempo               
del mio inquieto viaggiare.                 

Cerco ostinatamente di trovare
un lampo di passione,                      
un fuoco ardente che mi scaldi il cuore
di giovanile ardore:                                                      
un soffio di poesia che mi dia
altri brividi ancora.

Sovente indugio a rievocare un volto,     
uno sguardo, un sorriso                            
e scorro i fotogrammi del passato
riascoltando le voci
di chi mi ha accompagnato nel percorso
della mia vita intera.

Ma troppo presto è arrivata la sera.

                         ***