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mercoledì 1 marzo 2017

IMPUNITÀ ANCORA UNA VOLTA
di Franco Astengo


C’è poco da commentare, ancora una volta passa la logica dell’impunità. Un altro segnale di sudditanza e acquiescenza delle nostre istituzioni: una debolezza congenita di un senso della giustizia “a targhe alterne” del tutto inaccettabile. Questa la notizia di pochi minuti fa: Sabrina De Sousa non finirà in un carcere italiano. Esattamente come gli altri 22 agenti della Cia che parteciparono al sequestro e al rapimento a Milano dell'ex imam egiziano Abu Omar nel 2003. La richiesta di Grazia al capo dello Stato era stata depositata da tempo. L'avvocato Dario Bolognesi del foro di Ferrara l'aveva sollecitata di nuovo, recandosi al Ministero di giustizia "per insistere in ordine ad una decisione rapida", aveva tra l'altro detto. La donna, che ha lasciato l'agenzia d'intelligence nel 2009 per trasferirsi in Portogallo, è stata parzialmente graziata dal Capo dello Stato. "A De Sousa Sabrina è concessa la grazia della riduzione di anni uno della reclusione della pena detentiva ancora da espiare, inflittale con sentenza della corte di Appello di Milano in data 15 dicembre 2010". Avrebbe dovuto scontare quattro anni. Riducendosi a tre, l'ordine di carcerazione è stato sospeso e i suoi legali hanno trenta giorni da oggi per chiedere l'affidamento ai servizi sociali. Nella sostanza l’ennesimo episodio di impunità per militari e agenti segreti USA che sul suolo italiano possono permettersi addirittura di non essere processati per la strage del Cermis (ed essere assolti in patria).
Ricordiamo l’incidente tragico del Cermis.
L'incidente della funivia del Cermis, spesso definito dagli organi di informazione come la strage del Cermis, è un incidente avvenuto il 3 febbraio 1998 nei pressi di Cavalese, località sciistica delle Dolomiti a 40 km nord-est di Trento. Venti persone rimasero uccise quando un aereo militare statunitense Grumman EA-6B Prowler della United States Marine Corps, volando a una quota inferiore a quanto concesso e in violazione dei regolamenti, tranciò il cavo della funivia del Cermis, in Val di Fiemme, facendo precipitare la cabina e provocando la morte dei venti occupanti. L'incidente sarebbe avvenuto per permettere ai piloti di "divertirsi" e "riprendere filmati del panorama".[1] Joseph Schweitzer, uno dei due piloti americani coinvolti nell'incidente, nel 2012 confessò di aver distrutto al suo ritorno alla base il nastro video che avrebbe consentito di svelare la verità sull'incidente.[2]
Il capitano Richard J. Ashby, pilota dell'aereo, e il suo navigatore furono sottoposti a processo negli Stati Uniti e assolti dalle accuse di omicidio preterintenzionale e omicidio colposo rispettivamente, omicidio involontario e per negligenza secondo l'ordinamento statunitense. In seguito furono riconosciuti colpevoli di ostruzione alla giustizia e condotta inadatta a un ufficiale per aver distrutto il nastro video registrato sull'aereo e pertanto congedati d'autorità dal corpo dei Marines.