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domenica 28 gennaio 2018

Arona. MEMORIA E NON SOLO
di Chiara Pasetti

Ieri, 26 gennaio, ho partecipato ad Arona, presso l’istituto Comprensivo Giovanni XXIII, a un momento di riflessione e commemorazione in occasione della Giornata della Memoria, che ricorre oggi 27 gennaio. Devo dire che sono rimasta davvero sorpresa e commossa dalla grande partecipazione e attenzione degli studenti della scuola e dei loro professori. Mi sento di fare sinceramente i miei più vivi complimenti alla Preside, Professoressa Gabriella Rech, non solo per il suo intervento in cui ha ricordato Liliana Segre, da poco nominata Senatrice a vita, una tra i pochissimi bambini sopravvissuti al campo di Auschwitz dove fu deportata a soli quattordici anni (e ha letto un brano della stessa Senatrice in cui racconta con dolore la scomparsa di una compagna e amica morta nel campo di concentramento), ma per l’impegno e l’attenzione con cui coinvolge da anni i propri studenti in occasione di questa giornata da non dimenticare.
Anche un docente della scuola, il Professor Natale, ha invitato i ragazzi a non fare di questa giornata “un ricordo che può durare solo un giorno”, bensì un momento di riflessione che è necessario portare avanti sempre, affinché questa non resti una mattinata incastonata nelle tante attività dell’anno di cui poi si perde traccia, ma qualcosa che resta vivo e presente nella mente e nel cuore soprattutto delle giovani generazioni. I miei complimenti vanno poi a tutta l’Amministrazione Comunale di Arona, che da anni organizza questi incontri in occasione della Giornata della Memoria con grande impegno, passione e cura.

Germaine Tillion

I ragazzi dell’orchestra della scuola, diretti dal Maestro Marino Mora, mi hanno commosso per la loro bravura, per la difficoltà dei brani che hanno eseguito (una ragazzina solista ha cantato una splendida canzone in lingua ebraica), per l’emozione che si leggeva nei loro occhi.
Quanto a me, io ho parlato loro di Germaine Tillion (1907-2008), etnografa, storica, una delle prime resistenti francesi, sopravvissuta al campo di concentramento di Ravensbrück (tristemente noto come «l’inferno delle donne»), dove morirono oltre ottantamila detenute.
Temevo, sinceramente, che l’argomento fosse troppo complesso o comunque “lontano” da un pubblico così giovane, invece mi ha sorpreso ed emozionato l’attenzione con cui questi giovani studenti mi hanno ascoltata, i loro sguardi colpiti dalla vicenda di Germaine, l’orrore e lo sdegno che ho letto nei volti di alcuni di loro quando ho raccontato che in quel campo venivano compiuti atroci esperimenti sulle donne con la scusa di testare una cura per i soldati feriti, esperimenti che spesso portavano le «cavie» alla morte o all'amputazione di alcuni arti… Credo che avere avuto l’occasione di raccontare e ricordare alcune figure testimoni dell’Olocausto ai giovani sia un’esperienza importantissima, e se sarò riuscita, insieme agli altri relatori della mattinata, a lasciare anche solo un piccolo seme e un messaggio contro l’odio, la tortura, le persecuzioni, la guerra, e al contrario un messaggio di amore, rispetto, coraggio, nel mio e nel nostro piccolo avremo fatto qualcosa, per riprendere le parole del Sindaco di Arona, per «cambiare il mondo», il nostro mondo, dove un simile orrore non deve ripetersi mai più.
Grazie ragazzi di avermi ascoltata e applaudita, grazie alla Vostra bravissima Preside, grazie a tutto il Comune di Arona per avermi permesso di vivere insieme a Voi questo momento tanto significativo.

La locandina dell'incontro