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sabato 28 aprile 2018

L’ELZEVIRO
di Paolo Maria Di Stefano


Politica” è lemma universalmente usato in ogni tempo e sotto ogni cielo, difficilmente definibile perché scontato, oppure scontato proprio perché di difficile definizione. E questo, nonostante i numerosi tentativi di collegarlo ai concetti di arte (per esempio) e di compromesso, almeno cercando di giustificarne una creatività assunta quale elemento costitutivo ed una almeno apparente libertà di manifestazione. Con qualche problema: non è vero che l’arte sia senza vincoli tecnici e/o professionali e il compromesso non è che uno dei mezzi di cui la politica (e non solo la politica) si serve. E dunque non è arte, dal momento che l’arte, quella vera, tutto è meno che improvvisazione; e neppure è compromesso, se non perché del compromesso la politica tende a servirsi e dunque al massimo può sostenersi che la politica concreta il fine ultimo (la causa) dei compromessi.
Il che quasi paradossalmente crea una definizione probabilmente inattaccabile:
la politica è improvvisazione allo stato puro, è azione che precede il pensiero, in questo sempre identica a se stessa nel tempo e nello spazio.