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martedì 17 aprile 2018


RICORDO DI VALENTINO DIONISI
di Antonino Ponte   
Valentino Dionisi: Visione dantesca
Purgatorio XXXI

Il 17 aprile 2013 è morto a Borgo di Terzo (BG) all’età di 74 anni, il pittore e scultore Valentino Dionisi. Era nato a Milano il 13/01/1939 ed aveva preso parte attiva ai nuovi fermenti artistici degli anni più vivi (1960-70) dell’ambiente artistico milanese. Aveva frequentato amici pittori come Usellini (Direttore dell’Accademia di Brera), Milani, Chighine, Segota, e quelli del Bar Jamaica, tra cui Crippa e Dova. Dopo diversi soggiorni a Parigi, Madrid, Londra e Roma, era ritornato a Milano, e solo nel 1992 si era trasferito a Borgo di Terzo, un paesino della bergamasca a cui era tanto legato, dove ha vissuto, lavorato e dove è scomparso. Numerose le mostre personali e collettive nelle principali città italiane ed estere (Londra, Parigi, Madrid, Zurigo, Montreal, New York, Miami), e le esecuzioni di composizioni murali in edifici privati, pubblicati su “Architettura”, “Interni-La Rivista dell’Arredamento”, “L’oeil Du Decorateur”, “L’Arredamento in Italia ieri e oggi” e su altre riviste specializzate. Dopo oltre un decennio di pittura informale sente il bisogno di rimuovere queste forme gestuali con un nuovo, significativo, sensibile ed umano ciclo di pittura “di forma”. Convinto di questa nuova maturità, nel 1968 espresse al gruppo di amici sostenitori la volontà di avventurarsi nell’impresa dell’illustrazione della Divina Commedia. Gli amici-mecenati finanziarono il progetto, permettendo la concretizzazione dell’illustrazione dell’opera, composta di ben 330 tavole (acrilici su cartoncino di cm. 50x70), dopo due intensi anni di studio e di lavoro (1969-1970). L’originalità e la genialità di questa operazione risiedono nel fatto che Dionisi ha tradotto in pittura le figure e gli eventi straordinari dell’Inferno, del Purgatorio e del Paradiso, non mediante il consueto linguaggio iconico usato nei secoli passati, ma attraverso la potenza espressionistica di vigorose strutture informali capaci di eccitare al massimo la libera fantasia di ogni fruitore, senza minimamente condizionarla. Nessun altro artista del passato o contemporaneo ha illustrato in modo così totale e completo la più grande creazione poetica della nostra storia.

Valentino Dionisi: Il paese dei balocchi

Dopo questa vulcanica fase di creatività gestuale, sente il bisogno di recuperare la sostanzialità della forma e l’unitaria organicità dell’immagine. Nascono così le immagini sacre sui Vangeli; la stupenda Crocifissione del 1971; le favolose teste di cavalli, nelle quali interagiscono varie forme di linguaggi post-cubistici; figure leggendarie come Patroclo; battaglie; architetture reali e fantastiche di grandi città; e una serie di stupende sculture sui grandi miti (1971-1974).     
Dopo questo intenso periodo di attività e di “vita d’artista” egli sente il bisogno di ricostruirsi psichicamente e si concede un periodo sabbatico di riflessione e di studio dell’approfondimento dei classici. Nascono così illustrazioni di Odissea, dell’Apocalisse, del Mito della Corrida in cui si ha lo scontro mortale fra l’intelligenza dell’uomo e la forza bruta della bestialità, sorrette dall’istinto naturale e possente della sopravvivenza; nasce così il mito de l’Uomo e il Tempo (il mito dell’incessante mutare e perire di tutte le cose del cosmo) reso con la poesia metaforica di una serie di orologi simbolici; nascono così le illustrazioni di Excalibur (La ricerca del Graal), di Pinocchio, dei Segni Zodiacali, di Don Chisciotte e quella di Milan e poeu pu’ (libro di Mario Comolli) e de Il Viaggio (Racconti di narratori contemporanei). Mi auguro che su questo valido artista non scenda l’oblìo come troppo spesso avviene.