Che nelle
scuole si torni a disobbedire ad ogni guerra…
di Antonio Mazzeo
“Aver più volte
denigrato l’operato di codesta istituzione scolastica, screditando la figura
dirigenziale e danneggiando l’immagine il decoro della scuola sui social
networks”. Queste le motivazioni della contestazione di addebito e avvio del
procedimento disciplinare nei miei confronti da parte della dirigente
dell’Istituto Comprensivo “Cannizzaro-Galatti” di Messina, dove insegno
ininterrottamente da 34 anni. Un’accusa grave, che mi ferisce dolorosamente,
scaturita dalle mie prese di posizioni in una lettera aperta alla dirigente e
in successivi articoli giornalistici, relativamente all’adesione (mai
formalizzata dagli organi collegiali) all’evento-progetto “Studenti e Militari uniti
nel Tricolore” che la Brigata Meccanizzata “Aosta” dell’Esercito italiano,
reparto d’elite e di pronto intervento NATO negli scacchieri di guerra
internazionali, ha promosso in alcuni istituti scolastici della provincia di
Messina.
Le
“ragioni” delle contestazioni addebitatemi sono così elencate: “aver definito
tale evento iniziativa gravissima ed in palese contrasto con i valori
didattici-educativi della nostra istituzione scolastica”; “aver definito tale
attività didattica uno pseudo-progetto, illegittimo perché mai discusso ed
approvato dal collegio dei docenti”; “aver definito il suddetto evento una
parata bellico-musicale con la partecipazione obbligatoria di bambini e
preadolescenti della scuola dell’infanzia, primaria e secondaria”; “aver definito
una doppia mistificazione storico-sociale, quella dell’Esercito e di quei
dirigenti scolastici che in violazione del dettato costituzionale e con ordini
di servizio palesemente illegittimi hanno imposto le attività musico-militare
ai propri docenti ed alunni”; “aver paragonato l’attività didattica svoltasi
nel cortile alle parate fasciste del 1942, scrivendo pubblicamente Era
perlomeno dal 1942 che nel cortile dell’Istituto Comprensivo Cannizzaro-Galatti
di Messina non si teneva una parata bellico-musicale, dando adito e seguito a
commenti indecorosi senza alcuna Sua replica o diniego”; “aver definito tale
attività didattica vergognosi spettacoli di manipolazione della verità e delle
coscienze”; “Aver scritto gli atti del tutto illegittimi della dirigenza
impediscano de facto l’obiezione di tanti insegnanti e ha definito ancora una
volta la manifestazione illegittimo e indegno evento-attività obbligatoria di
‘formazione’ per alunni delle terze classi della scuola media… Al peggio non
c’è mai fine”. In conclusione, si rileva nei miei confronti che “in più di
un’occasione ed in più di un contesto, aver tenuto in pubblico comportamenti
integranti violazione dei doveri fondamentali ed elementari di fedeltà e
correttezza che gravano al lavoratore” e che le “esternazioni in pubblico
riguardanti l’istituzione scolastica e la figura dirigenziale non possono
essere ricondotte ad una legittima critica dell’operato del datore del lavoro e
ciò sia per la loro offensività e per i termini utilizzati con potenziale gravissimo
pregiudizio per l’istituto scolastico stesso”.
Non
è questa la sede per rispondere alle contestazioni; di certo, quanto da me
affermato, risponde a ciò che ho sempre espresso relativamente ad ogni attività
di “militarizzazione” delle istituzioni scolastiche e del sapere e di
manipolazione a fini bellici delle coscienze di alunni e studenti. Ciò che si
dimentica o si omette di ricordare in tutta questa triste vicenda, è che la mia
opposizione ad ogni progetto tra forze armate e scuola è stata espressa da
sempre in iniziative pubbliche, incontri, seminari, riunioni di collegi e
consigli di classe, assemblee studentesche e di insegnanti, finanche corsi
riconosciuti dal MIUR e in cui ho pure ricoperto il ruolo di formatore o
relatore. Si dimentica e si omette il mio impegno di sempre di attivista
pacifista e antimilitarista; di peace researcher, giornalista e blogger
specializzato proprio sui temi della pace, della guerra e dei processi di
militarizzazione del territorio; nonché di saggista proprio sul tema specifico
della crescente e pericolosissima “occupazione” da parte delle forze armate
italiane, USA e NATO delle istituzioni scolastiche di ogni ordine e grado.
Continuerò a battermi in ogni modo al processo di aziendalizzazione,
privatizzazione e militarizzazione della scuola, nel pieno rispetto dei
principi costituzionali. Continuerò ad oppormi, ad obiettare e disertare,
qualsivoglia attività di “relazione” tra forze armate e studenti, a difesa
delle sacrosante prerogative didattico-pedagogiche che spettano solo agli
insegnati e agli educatori. Continuerò a sostenere ed argomentare in tutte le
sedi che ogni attività o programma che vede “cooptare” i minori in ambito
bellico-militare rappresenta una grave violazione dell’art. 38 della
Convenzione internazionale a difesa e protezione dei diritti del fanciullo,
così come viene fatto da anni a livello internazionale da giuristi e
pedagogisti o dalle organizzazioni sindacali degli insegnanti e degli educatori
di numerosi paesi europei e latinoamericani.