L’ELZEVIRO
di Franco Astengo
Sul piano dell’agire nei limiti della
Costituzione Mattarella è sicuramente rientrato nei canoni. Era risultata
maggiormente “border-line” l’iniziativa di Napolitano in occasione della nomina
di Monti. Secondo l’art.92, infatti, è il Presidente della Repubblica che
“nomina i ministri su proposta del presidente incaricato” di conseguenza è suo
il potere di firma e di conseguenza la responsabilità. Diverso è il piano
politico: nell’intervento con il quale il Presidente ha dettagliatamente dato
conto della vicenda e delle ragioni dello scioglimento negativo della riserva
da parte del presidente incaricato (che dal canto suo non ha fornito alcuna
spiegazione) Mattarella è entrato nel merito politico. Soprattutto attraverso
la frase riguardante “ i risparmi degli Italiani”. In questo caso si è
sicuramente posto, sul piano politico, ben oltre il suo ruolo di imparzialità
istituzionale. Anzi ha generato, probabilmente, fattori di vero e proprio
riallineamento sistemico con parti politiche che si sono riconosciute nella sua
azione fino a farne elemento di blocco. Nella sostanza, a questo punto, il voto
parlamentare di fiducia al nuovo governo potrebbe stabilire l’asse delle
alleanze per le probabili elezioni anticipate. Da un lato i “sovranisti anti-euro”,
dall’altra gli europeisti chiamati a raccolta oggettivamente proprio dal
Presidente con lo scompaginamento del precedente quadro di alleanze sulla base
del quale si è andati al voto il 4 marzo. Neppure Cossiga con le “picconate”
aveva ottenuto un tale risultato anche se aveva contribuito fortemente a far crescere
l’onda popolare anti-sistema dei partiti e la richiesta di modifica del sistema
elettorale in senso maggioritario (riforma del sistema elettorale della quale
Mattarella era stato relatore alla Camera). Le tensioni presidenzialiste sono
sempre state molto forti nella sinistra democristiana (Fanfani) e ancora una
volta si rivelano.