PREMIO di DRAMMATURGIA CARLO ANNONI
Ritratto di Carlo Annoni
di Michell Campanale
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Il ritratto si colloca in un curioso
crocevia estetico: da una parte l’inevitabile legame con l’espressionismo,
endemico nei contesti del Novecento e
nell’attuale, in cui il colore antinaturalistico crea la forma e
ha predominanza sulla linea; una linea che perde la purezza, di matrice diciamo
fiorentina, diventando dura e incisiva a esprimere pathos; dall’altra un curioso debito col barocco rintracciabile
nella bocca “parlante”, atto mimico di
sinergia corpo voce, come si vede nei maestri Simon Vouet, Veermer, Rembrandt. Mimazione quindi nel ritratto di
Carlo Annoni e colori pescati nelle
tavolozze sincretiche di Van Gogh,
Kirchner, Nolde, (per citarne alcuni) a definire il volto: l’incarnato
vira sulle tinte calde del rosaceo e dell’albicocca, stemperate da oasi di
bianco (di zinco), che rendono la
fisionomia dinamica, così come dei piccoli aggregati salini ai lobi dell’orecchio e la cristallina montatura
degli occhiali; l’abito che si indovina di bianco e il colletto longitudinale
di rosso, sembrano richiamare costumanze da samurai, e aprire un milieu eroicomistico dove si possa
esprimere la virtus del soggetto.
Ritratto molto forte a tinte espressioniste: la
fisionomia di Carlo Annoni, nell’intelligente estroflessione fisica, si connota
con i vigorosi apporti cromatici ma
soprattutto con la macchia d’azzurrocarico della campitura degli
occhi, sgranati, apertissimi, il cui sguardo overlook sembra quasi cogliere la sorpresa del mondo e dell’altrove. [Paola Pellegrino]