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lunedì 4 giugno 2018


Gli artigli della Marina sull’Università di Messina
di Antonio Mazzeo



Università degli Studi di Messina con le stellette. Giovedì 31 maggio, presso il Comando della Marina Militare ospitato nell’antico Forte di San Salvatore della città dello Stretto, il contrammiraglio Nicola De Felice, Comandante Marittimo della Sicilia ed il Magnifico Rettore dell’Ateneo di Messina, Salvatore Cuzzocrea, hanno firmato un accordo per sviluppare “sinergie e rapporti di collaborazione” nelle “diverse aree di comune interesse e potenziali partenariati strategici”. L’accordo enfatizza “il ruolo fondamentale del mare per l’Italia, quale elemento da cui dipendono significativamente la sicurezza, l’economia, la prosperità del Paese stesso ed il cui libero uso deve essere garantito”. Secondo il Comando della Marina Militare per la Sicilia e l’Università degli Studi di Messina, la partnership sinergica si snoderà in molteplici campi: dall’acustica subacquea alla ricerca, innovazione, sperimentazione, formazione e istruzione; dall’educazione digitale alla “storia e cultura del mare, della marittimità e della sicurezza marittima”, alla tutela dell’ambiente e della salvaguardia del patrimonio marino e marittimo “coniugando un consolidato ruolo nell’iter formativo dei giovani alle carriere nazionali ed internazionali ad un’irrinunciabile sensibilità per l’interesse nazionale nella dimensione marittima”.
Dal testo dell’accordo si evince con chiarezza l’aspirazione a costituire a Messina un vero e proprio complesso militare-industriale-accademico. Già dall’anno accademico 2017-18, l’Ateneo peloritano ha avviato un Corso di Laurea triennale in “Scienze e Tecnologie della Navigazione” presso il Dipartimento di Ingegneria e con la collaborazione del Centro Universitario di Studi sui Trasporti “Elio Fanara”, diretto dalla professoressa Francesca Pellegrino. Aperto ai diplomati degli istituti superiori, agli studenti lavoratori e militari di Capitaneria di Porto, Marina, Carabinieri e Guardia di Finanza, il corso in “Scienze e Tecnologie della Navigazione” si avvale anche del supporto dei Dipartimenti di Scienze chimiche, biologiche, farmaceutiche ed ambientali; Scienze matematiche e informatiche, Scienze fisiche e Scienze della terra; Scienze politiche e giuridiche. “L’obiettivo è quello di formare figure professionali capaci di rispondere alle esigenze del mercato del trasporto marittimo, ed intende fare acquisire agli allievi le conoscenze e le competenze necessarie ad utilizzare tecniche e strumenti in uso nel settore della navigazione ed avviarli ad operare in contesti lavorativi marittimi, portuali e dei trasporti”, spiega il Consiglio del Corso di laurea. “Il cluster marittimo è destinato a svolgere un ruolo cruciale per la creazione di posti di lavoro e il rilancio dell’economia del nostro Paese”, ha invece dichiarato il Rettore Salvatore Cuzzocrea. “Occorre uno sviluppo coerente di politiche specifiche, anche e soprattutto nel mondo accademico, tese in particolare, per quanto riguarda il nostro Ateneo, ad assecondare la vocazione mediterranea ed europea della città e dell’area dello Stretto”.
Nel dettaglio, la collaborazione tra l’Università degli Studi di Messina e la Marina Militare si incentrerà prioritariamente su “attività di ricerca, progetti, iniziative legati alle reciproche esigenze nell’ambiente marittimo; tirocini curriculari, workshop, seminari, master congiunti e corsi di formazione per studenti, dirigenti, funzionari ed operatori e “di lectio magistralis di alti rappresentanti delle parti su tematiche di interesse comune oltre che produzione di pubblicazioni e documenti fìlmici congiunti su riviste specializzate e di settore”. Ateneo e Marina avvieranno pure progetti di scambio di dati e personale, nonché consulenze tecniche “per lo sviluppo e l’impiego dei laboratori/sistemi imbarcati a bordo delle Unità Navali che operano per il contrasto all’inquinamento da idrocarburi; la salvaguardia dell’ambiente marino e l’esecuzione dei campionamenti in mare di livello base con eventuale rilascio di attestati, ecc.”.
L’accordo prevede inoltre lo sviluppo di “partenariati strategici in attività di ricerca per l’inserimento dei giovani nel mondo del lavoro”. Sono previsti infine seminari ed esercitazioni da svolgere presso la sede della Marina Militare di Messina con l’ausilio del personale in servizio e collaborazioni in alcuni progetti di ricerca, con “particolare riferimento ai Programmi comunitari Horizon 2020, Life, ERASMUS +, Fondi Strutturali e d’Investimento Europei 2014-2020, bandi nel campo della difesa dell’ambiente ed altri progetti europei di cooperazione territoriale e trans-regionale”.
Un po’ più di “ambiente” di qua e di là, ma alla fine la ricerca scientifica accademica viene cooptata e finalizzata a fini bellici, mentre sempre maggiori risorse finanziarie nazionali ed europee vengono dirottate verso la produzione di sistemi d’arma, di distruzione e morte.