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lunedì 8 ottobre 2018

NICOLINO LONGO RICORDA CARLO CIPPARRONE

Carlo Cipparrone
In data 7 ottobre 2018, è venuto a mancare, a Cosenza, all’età di 84 anni, Carlo Cipparrone, poeta e critico letterario tra i più noti e quotati in ambito nazionale. Noi calabresi ne apprendiamo con gran dolore la notizia, essendo egli stato, per quasi tutti, una guida e un critico severo ed autorevole dei nostri volumi di poesie. Dopo circa 45 anni di stretto rapporto amicale e letterario, mi ero sentito, per l’ennesima e, purtroppo, ultima volta, con lui la mattina del 14 settembre scorso, e, che, per rispetto delle sue condizioni di salute, che non gli permettevano di stare al telefono, avevo evitato di farlo in seguito. La luttuosa notizia mi è stata comunicata dal Vicesindaco di San Nicola Arcella, Assessore alla Cultura, dott.ssa Concetta Sangineto, con il cui genitore, Tonino, Carlo Cipparrone si era incontrato una quindicina di giorni fa in San Nicola Arcella, per questioni inerenti alla villa che lo stesso Cipparrone aveva provveduto a far costruire sul territorio di questo paesino dell’Alto Tirreno Cosentino, nei primi anni Settanta, grazie all’amicizia che aveva stretto col noto letterato del posto, dott. Franco Lo Schiavo, che ne aveva fatto, con sommo orgoglio, in quanto proveniente dall’esperienza autorevolissima vissuta all’interno del Premio “Riccardo Bonfiglio” di Milano, un membro di giuria del suo Concorso “S.N.A.”(San Nicola Arcella), di cui, poi, è rimasto, con gran lustro per questa comunità, a far parte fino al 2001, quando il Premio (attuale proprietario, Marcello Vacca), per motivi tecnico-organizzativi, è stato chiuso.
Il Cipparrone, che era nato a Cosenza nel 1934, già, ai tempi del “Bonfiglio”, aveva pubblicato il suo primo volume di poesie “Le oscure radici” (1963), e scritto dei saggi letterari di particolare importanza. In seguito, farà parte di tante altre giurie letterarie, e pubblicherà parecchi altri volumi, assai belli e interessanti, di poesie. Ma anche il “Censimento dei poeti calabresi”, per i tipi della Rubbettino. E seguiterà, nel contempo, a dedicarsi, anima e corpo, su quotidiani e periodici, alla critica letteraria, per il cui lavoro di scavo e severità di giudizio verrà apprezzato in tutta Italia, come, appunto, testimoniato dall’inserimento del suo nome nel volume antologico, mondadoriano, a firma del grande poeta e saggista all’ombra della Madonnina (che aveva vinto anche il Premio “San Nicola Arcella-Franco Lo Schiavo”), prof. Maurizio Cucchi, e del saggista, Stefano Giovanardi. Fra le altre pubblicazioni del Cipparrone, sono da menzionare anche due importantissime antologie poetiche, uscite, una, a Varsavia (a cura di Ravel Krupka), e, l’altra, a New York (a cura di Luigi Fontanella). L’ultimo suo volume è il “Betocchi, il vetturale di Cosenza e i poeti calabresi”, in cui scrive della sua amicizia, stretta col grande poeta fiorentino, geometra come lui, Carlo Betocchi (in occasione di un suo viaggio a Cosenza), e, a seguire, dei suoi rapporti letterari e d’amicizia con alcuni dei più importanti poeti calabresi.
Recentemente, si era cimentato anche nella compilazione della “Mappatura dei poeti calabresi”: un lavoro di non comune valenza e spessore letterari, considerando che ad avergliela commissionata era stata la notissima rivista mondadoriana “Nuovi Argomenti” e, che solo, poi, all’ultimo momento, per una questione di “angustia loci”, non era potuta rientrare, con gran delusione per lui, nei progetti editoriali della medesima. Dato che la mattina del 14 settembre scorso, il carissimo mio amico, Cipparrone, mi aveva detto, per telefono, con voce avvilita e strascicata: “Nicolì, ho due volumi in corso di stampa; ma, sicuramente, non ne vedrò l’uscita; sto morendo”, io mi sono subito premurato ed attivato a scrivere una lettera, per affrettarne i tempi di pubblicazione, all’editore, dott. Bonifacio Vincenzi, che ha la curatela e l’onere di pubblicazione di venti volumi, in un importantissimo programma dal titolo “Il Sud e i suoi poeti”. Quello del Cipparrone, come avevo potuto notare sulla rivista online “Odissea” del noto scrittore milanese, Angelo Gaccione (anch’egli grande e nobile figlio di Calabria, con cui m’intrattengo spesso e tantissimo al telefono), risultava essere terzo nella lista d’attesa (dopo quello di Antonio Spagnuolo e Domenico Cara). Ma la morte, purtroppo, è sopraggiunta prima che il libro avesse esito a stampa. Ed egli, quella mattina, nel dirmelo, non si era sbagliato, anche se, due giorni prima, aveva fatto giusto in tempo a vedersi fra le mani, l'altro, quello  pubblicatogli da Franco Alimena.
Con lui, che faceva parte della Giuria interna del Premio “S.N.A.”, io ho vissuto (dopo il mio sodalizio amicale e letterario con i compaesani, prof. Luciano D’Orrico -da cui ereditai la carica di Segretario con diritto di voto-, e il poeta, scrittore, tragediografo, dott. Franco Lo Schiavo) il periodo più bello della mia vita. Con lui, infatti, riuscivo a stare al telefono per ore. Egli, quando parlava di Letteratura, si accendeva, e diventava un fiume in piena. Solo con lui, che aveva una vasta conoscenza delle migliaia di autori contemporanei (come un po’ anch’io, d’altronde, avendone circa 15mila volumi), riuscivo a parlare di tutti i progressi e le novità del mondo letterario che ci venivano propinando i libri e le riviste del settore. A tale riguardo, aveva dato vita anche ad una interessantissima Collana poetica dal titolo “Prisma”, nella quale avevano trovato ospitalità alcuni degli autori più noti del panorama poetico italiano.
Con l’amico Carlo Cipparrone, quindi, io, alla stregua di tanti altri, ho perso un grande interlocutore letterario, della cui bravura di scavo critico si erano ben accorti, ricordo, anche gli ultimi Presidenti di Giuria del Premio, che erano succeduti allo scrittore, prof. Giovanni Celico, di Praia a Mare: Mario Sansone, Antonio Piromalli, e, il grande Premio Campiello, Raffaele Nigro, con cui seguito a sentirmi, in quanto ha l’umiltà e la sensibilità umana che aveva l’amico comune, Carlo Cipparrone. Io, a caldo, ho voluto parlare di lui solo dal punto di vista amicale e bibliografico: voglio sperare che altri lo facciano dal punto di vista critico-letterario, dacché, su questo versante, egli ha tanto dato, per tantissimi dei poeti e scrittori scomparsi e di quelli viventi, soprattutto sulla rivista “Capoverso”, di cui è stato cofondatore agli albori degli anni Zero. E, nell’avviarmi alla conclusione, raccomando a tutti di leggere le sue poesie, che, a mio avviso fanno vivere dei brividi che solo pochi altri poeti del Sud, tra cui, e, soprattutto, i defunti, Giuseppe Selvaggi e Raffaele Carrieri, nonché il vivente Tommaso Di Ciaula, riescono a trasmettere intensamente. Da parte mia, e di tutti i poeti suoi amici, un abbraccio affettuoso, con le più vive condoglianze, intanto, all’affranta sua nobile vedova, N. D., prof.ssa Elda Sposato, ed ai nipoti tutti, per averlo supportato nell’assistenza meccatronica e tecnotronica, in decenni di lavoro di scrittura al computer.

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Alcuni messaggi giunti in Redazione

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la signorilità e dignità intellettuale”
Vincenzo Guarracino

“Oddio. Un mio amico di antica data. Un vero signore”
Pierfranco Bruno

“L’ho conosciuto ad Acri, grande uomo e poeta.
Le mie condoglianze alla famiglia”
Cataldo Russo

“Una grande perdita. Era un punto di riferimento in Calabria”
Franco Esposito