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giovedì 8 novembre 2018

L’edificio ex Municipio di Crescenzago
di Giuseppe Natale   

                                                                               
L’immobile è nel piano di vendita del patrimonio immobiliare del Comune di Milano, ma cittadini ed associazioni hanno un altro piano: farne un progetto per una “Casa Crescenzago” che vi accolga le associazioni già molto attive nella zona e sul territorio. “Odissea” appoggia questo progetto pubblico di valorizzazione culturale e civile.

Lo stato delle cose: pro-memoria


2007. L’amministrazione di centro-destra del sindaco Letizia Moratti mette in vendita 76 unità immobiliari di proprietà del Comune (Delibera del Consiglio Comunale del 18.10. 2007, Piano di valorizzazione del patrimonio), istituendo il Fondo Immobiliare di Investimento Milano 1, che viene affidato alla Banca BNP Paribas. Valore: 255 milioni di euro. Il Comune di Milano incassa nel 2008 152.999.900 di euro.
Tra gli immobili in vendita ci sono due sedi dell’ANPI: la prestigiosa sede dell’ANPI Provinciale di Via Mascagni ( 1945: dal primo giorno della liberazione dal nazifascismo!) e quella della Sezione ANPI di Crescenzago.
L’ANPI Provinciale accetta la proposta dell’amministrazione comunale di cambiare sede trasferendosi prima in Via San Marco e poi alla “Casa della memoria” di Via Confalonieri. ANPI e Banda Musicale di Crescenzago, assieme alle altre associazioni (Circolino, Cooperativa don Milani, Legambiente) dichiarano la loro indisponibilità a lasciare le loro sedi per le ragioni riguardanti il valore storico e sociale del Palazzo e per il loro ruolo di presidio civile e culturale nel quartiere.
Sin dall’ottobre 2007, le associazioni si organizzano per contrastare la messa in vendita dell’edificio rivolgendosi a tutte le istituzioni pubbliche locali , informando e sensibilizzando i cittadini del quartiere e l’opinione pubblica.
2008. Nel gennaio del 2008 la questione viene posta al Consiglio di Zona 2 (maggioranza di centro-destra) che risponde positivamente alle richieste delle associazioni con la delibera del 27 marzo , approvata all’unanimità, con la quale si chiede il “blocco della dismissione”, lo “stralcio” dell’immobile e “il mantenimento dell’attuale sede alle associazioni”. Sempre nel corso del 2008, le associazioni inoltrano istanza alla Provincia di Milano e alla Regione Lombardia chiedendo ai loro rappresentanti di esercitare il “diritto di prelazione” allo scopo di restituire l’immobile al patrimonio pubblico. Vengono coinvolti i rispettivi Consigli, ma alle diverse interpellanze la Regione (Presidente Formigoni) esprime parere negativo, mentre la Provincia (Presidente Penati) neanche risponde.
Come se non bastasse, l’Amministrazione Moratti fa approvare dal Consiglio Comunale nel 2009 il Secondo Fondo Immobiliare, mettendo in vendita altre 73  unità immobiliari del valore di 100 milioni di euro. Anche questa volta è colpita l’ANPI. La sezione di Affori , che rischia lo sfratto dalla palazzina di via Faccio, continua a resistere e non ha alcun intenzione di lasciare la propria sede. Le sezioni di Affori e Crescenzago tengono una posizione comune e sono sostenute dall’ANPI Provinciale che ha chiesto di recente un incontro urgente al sindaco Sala.  
2008-2011. Le associazioni intensificano la campagna  di informazione e mobilitazione della cittadinanza e dell’opinione pubblica. Si raccolgono più di 3.000 firme in calce a un Appello al sindaco Moratti perché il Palazzo ex Municipio di Crescenzago ritorni bene pubblico e rimanga “Casa delle Associazioni”. Si promuovono incontri pubblici e convegni .
2011-2016. La “vertenza” e la mobilitazione continuano con l’Amministrazione di centro-sinistra, sindaco Pisapia. Nell’ambito della Festa/Festival dell’unità d’Italia, della Costituzione e della Democrazia organizzata da ANPI Crescenzago dal 30 ottobre al 20 novembre 2011 viene presentata in un incontro pubblico l’idea progettuale di trasformare l’ex sede del municipio di Crescenzago in una Casa della cultura e delle associazioni. Vengono invitati a partecipare il sindaco Pisapia e gli assessori competenti, che purtroppo non rispondono all’invito. Si rilancia un’altra raccolta di firme, stavolta online . La questione va oltre i confini territoriali della Zona 2 di Milano. Acquista ulteriore valore generale e si inserisce a pieno titolo nell’alveo delle grandi  battaglie per i “beni comuni” e per la partecipazione attiva dei cittadini.
Le associazioni rimaste nella sede di Piazza Costantino/Via Adriano (ANPI, Banda musicale, Legambiente) elaborano il progetto “Casa Crescenzago, il Palazzo delle associazioni e delle culture, dell’impegno civico e dell’ambiente,della musica e dell’arte che incontra l’adesione di altre associazioni, in primis di quelle che frequentano la sede  e intendono condividerne le finalità (Orchestra di Via Padova, Sinitah, associazione di cultura africana, Agende Rosse Peppino Impastato, Emergency Zona 2,). La Banda degli Ottoni, che da alcuni anni il 25 Aprile accompagna il corteo di ANPI Crescenzago, è interessata a collaborare al progetto. Come le altre associazioni che operano nel quartiere , in particolare Villa Pallavicini e Circolo Cerizza.
L’Orchestra di Via Padova è ospite dell’ANPI, con la quale collabora da sempre, dal 2006 al 2010. Si trasferisce poi nel locale lasciato libero dalla Cooperativa Don Milani . Adatta a proprie spese lo spazio per le prove orchestrali. Purtroppo, senza alcun preavviso e senza motivazioni , Fondo Immobiliare e Comune sfrattano l’Orchestra confiscando e arrecando danni alla strumentazione. (Marzo-Giugno 2011).
2012.
Per la seconda volta la Zona 2, amministrata dal centro-sinistra, approva, ancora all’unanimità, un’altra delibera analoga a quella precedente che ribadisce lo stralcio dal fondo e la messa a disposizione delle associazioni e del quartiere dell’edificio.
2012-13-14. 
Nelle diverse edizioni della “Festa di Via Padova” si promuovono iniziative e incontri pubblici presentando e discutendo proposte specifiche di riqualificazione di Piazza Costantino/Via Adriano/Area di Via Meucci/Via Padova e Via Amalfi. L’iniziativa più rilevante è il convegno del 17 maggio 2014 organizzato insieme all’associazione “Comitato Vivere Zona 2”.
2015.
Unvideo(pubblicatosuyoutubehttps://www.youtube.com/watch?v=9arqSf2qnwQ), commissionato dalle tre associazioni e realizzato dalla regista Francesca Lamantia, che raccoglie le interviste a un campione significativo degli abitanti dei quartieri interessati, viene presentato il 2 marzo in un’affollata assemblea popolare al Circolo Cerizza di Via Meucci. Chiaro e forte il NO alla vendita, unanime la richiesta della restituzione al demanio comunale dell’ex Municipio di Crescenzago!  Il 18 marzo viene inviata una lettera aperta al sindaco Pisapia e alla sua Giunta, al Presidente del Consiglio Comunale e ai presidenti delle Commissioni Demanio, Urbanistica e Cultura. Nessun riscontro. Silenzio.
Finalmente alcuni consiglieri comunali presentano una mozione con la quale si accolgono le richieste delle associazioni e si chiede la restituzione al demanio dell’immobile.
La deliberazione del Consiglio Comunale n.34/30 novembre 2015 ,avente per oggetto la Programmazione 2015-2017, variazione di bilancio finanziario, recepisce le motivazioni di ordine storico sociale civile e culturale (alla base delle posizioni e proposte progettuali delle associazioni) e stabilisce di “approvare la permuta tra Comune di Milano ed il Fondo Immobiliare ‘Comune di Milano 1’ dell’immobile di Via Adriano 2 […] con l’area di proprietà comunale sita in via Cascia […]”.
Ad oggi la permuta non è stata portata a termine. Non si conoscono i motivi. Né sono state informate le associazioni interessate, né i cittadini firmatari di ben due appelli e l’opinione pubblica in generale. Perché l’iter attuativo della delibera si è bloccato? La domanda è rivolta al sindaco di Milano e agli assessori competenti, e ai responsabili del Fondo Immobiliare. Sono ormai più di 10 anni che si aspetta. Si rivendica il diritto di conoscere lo stato delle cose dei due Fondi immobiliari, non solo di quello riguardante l’edificio ex municipio di Crescenzago, di cui si denunciano le condizioni di degrado crescente e i danni che subiscono le associazioni ivi locate e il contesto ambientale dell’intero quartiere.