di Angelo Gaccione
Recentemente Peace-Link Disarmo ha pubblicato una illuminante intervista a Luca Frusone del Movimento 5 Stelle, capo della delegazione italiana all’Assemblea parlamentare della Nato. Tralascio il resto delle farneticazioni di cui tale intervista è condita (del resto quando si continua a blaterare che le ideologie sono morte; che fra idee di destra e di sinistra non c’è alcuna differenza, è perché ad essere morta è la propria intelligenza e di idee non se ne possiede nemmeno mezza), e riporto il solo passaggio che ora mi interessa.
Domanda di Peace-Link: Gli Stati Uniti,
soprattutto l’amministrazione Trump ma non solo, ricordano da tempo ai Paesi alleati di rispettare l’impegno del 2%. L’Italia
intende onorarlo?
Risposta di Luca Frusone:
Sì,
senza dubbio. Siamo decisi a raggiungere quell’obiettivo in modo progressivo,
ma crediamo si debba fare. Stiamo però conducendo una battaglia per valutare le
nostre spese non solo dal punto di vista quantitativo, ma anche qualitativo.
L’Italia conduce uno sforzo gigantesco, riconosciuto e apprezzato, per quanto riguarda le missioni all’estero e la formazione militare. Oggi tutto ciò non rientra nel computo. Pensiamo invece che queste voci debbano essere parte integrante del bilancio, perché a comporlo non possono essere solo i sistemi d’arma, pure importanti. Inoltre, aggiungo che in questo Paese va fatto un grande lavoro, in parte iniziato, per creare una vera cultura della difesa tra i cittadini. Questa cultura può svilupparsi solo con maggiore dialogo e trasparenza sia da parte delle imprese del settore, sia da parte dello stesso governo che deve spiegare in modo chiaro a cosa servono gli investimenti fatti in difesa e sicurezza.
L’Italia conduce uno sforzo gigantesco, riconosciuto e apprezzato, per quanto riguarda le missioni all’estero e la formazione militare. Oggi tutto ciò non rientra nel computo. Pensiamo invece che queste voci debbano essere parte integrante del bilancio, perché a comporlo non possono essere solo i sistemi d’arma, pure importanti. Inoltre, aggiungo che in questo Paese va fatto un grande lavoro, in parte iniziato, per creare una vera cultura della difesa tra i cittadini. Questa cultura può svilupparsi solo con maggiore dialogo e trasparenza sia da parte delle imprese del settore, sia da parte dello stesso governo che deve spiegare in modo chiaro a cosa servono gli investimenti fatti in difesa e sicurezza.
Vittorio Sedini Per il Decennale di "Odissea" |
Per
quanto mi riguarda ho sempre giudicato movimenti, ideologie, partiti e governi
con un binomio infallibile, per sapere se si tratta di spazzatura reazionaria o
di decenza progressista: da come si pongono su militarismo e spese di morte (quelle che con un edulcorato eufemismo si definiscono spese per la difesa -difesa
di chi e perché?-).
Non sto qui a ripetere quanto su queste pagine diciamo da ormai 16 anni, e da una vita in dibattiti pubblici, libri e scritti sull’argomento. La “pacifica” Repubblica Italiana spreca già da anni 70 milioni di euro al giorno per la spesa militare e la sua alleanza con la Nato. Si è fatta serva in tutto nei confronti della Nato, dominata da una politica estera americana che ha fatto più morti in giro per il mondo, di tutte le guerre che la storia ricordi. Ora il governo di cui i Cinque Stelle sono soci, non solo non ha approfittato della tremenda contingenza economica in cui il Paese si trova per tagliare le spese militari, ma addirittura fa peggio dei suoi predecessori promettendo di portare la spesa al 2%. E senza provarne vergogna.
“Figlio, se vuoi sapere da che parte stanno, ascolta cosa propongono, verifica cosa realizzano”. [Diffidenza popolare. Aforisma n. 236, pag. 48, del libro Il lato estremo di Angelo Gaccione, 2016]
Non sto qui a ripetere quanto su queste pagine diciamo da ormai 16 anni, e da una vita in dibattiti pubblici, libri e scritti sull’argomento. La “pacifica” Repubblica Italiana spreca già da anni 70 milioni di euro al giorno per la spesa militare e la sua alleanza con la Nato. Si è fatta serva in tutto nei confronti della Nato, dominata da una politica estera americana che ha fatto più morti in giro per il mondo, di tutte le guerre che la storia ricordi. Ora il governo di cui i Cinque Stelle sono soci, non solo non ha approfittato della tremenda contingenza economica in cui il Paese si trova per tagliare le spese militari, ma addirittura fa peggio dei suoi predecessori promettendo di portare la spesa al 2%. E senza provarne vergogna.
“Figlio, se vuoi sapere da che parte stanno, ascolta cosa propongono, verifica cosa realizzano”. [Diffidenza popolare. Aforisma n. 236, pag. 48, del libro Il lato estremo di Angelo Gaccione, 2016]