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venerdì 18 gennaio 2019

AMERICA
di Ilaria, Vito, Adamo

STAYTONH IGH SCHOOL
di Ilaria

Disegno di Adamo Calabrese

Driinn, nuova sveglia, nuovo giorno. Ma questo non è un giorno qualunque questo è il mio primo giorno di scuola! Sono un fascio di nervi ed emozioni, lo stomaco è aggrovigliato dall'ansia ma la mia mente è pronta e carica per iniziare questa avventura nell'avventura.
Joe sale dal bagno per fare colazione e io gli do il cambio. Salutiamo mom Kelly e ci mettiamo in macchina. Prima di partire mi guarda in faccia e mi chiede se va tutto ok, sono nervosa e ho paura della giornata che mi aspetta. Mi dice di stare tranquilla, il primo giorno è il giorno di ricognizione, i professori si presentano, si cercano le classi: "everything will be easy"(tutto sarà facile).
Entro nell'atrio e parlo con una signora, mi dice il nome ma sono troppo in ansia per ricordarmelo. Mi assegna il mio locker (armadietto) e il suo codice. Speriamo di non perdere il foglietto. Seguo un gruppo di studenti che dice di andare nella palestra, incontro Tayven, la mia compagna di Soccer, e con lei c'è anche Ashley, la sua migliore amica.
Iniziamo a fare il giro, la scuola è enorme, ci sono 700 classi, io non so come farò i primi giorni. Visitiamo tutte le nostre classi, ma non me ne ricordo neanche una. Io e il mio gruppo ci fermiamo nell'edificio delle stanze “400”, ci sistemiamo in una delle 100 aule e ci distribuiscono un foglio.
Dopo tre ore, lunghissime, abbiamo concluso e possiamo mangiare. Io, Tayven e Ashley ci sediamo a un tavolo fuori, c'è un bel sole e ce lo godiamo anche se per poco. Alcuni ragazzi ci raggiungono, iniziano a parlarmi e a chiedere il mio nome. Capisco si e no la metà di quello che mi dicono: "What's your name?", "Ila or I, call me how you want"(Ila o I, chiamami come vuoi), sembrano felici, niente più sforzi per provare a chiamarmi Ilaria e sentire il mio nome sbagliato. Sono tutti curiosi di sapere da dove vengo, quando sono arrivata e com'è il mio paese. Qualcuno ha un po' di confusione sulla posizione geografica dell'Italia, mi chiede se l'Italia e il Portogallo sono la stessa cosa... io sono messa male in geografia, ma qui davvero se ne sentono di tutti i colori.
Dopo pranzo, il giro per la scuola inizia malissimo, mi perdo due o tre volte, poi finalmente trovo Megan, una mia compagna di Soccer, e mi scorta da una classe all'altra per parlare con i professori. Venti minuti a classe, in due ore il giro è terminato. Stanno per scoccare le 3pm, e anche questa prima giornata di scuola è volata ... con malinconia mi volto e vedo gli studenti, sorridenti, uscire da quel portone, certi di rivedersi il giorno dopo.
"Hey, moody girl"(ragazza lunatica), mi volto e scoppio a ridere: “Da quando sarei lunatica!” Jared ha capito come tirarmi su il morale; parliamo della prima giornata di scuola mentre aspettiamo Joe che arriva, strombazzando in macchina, per fare gli allenamenti. Non vedo l'ora della prossima giornata alla SHS.

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POESIA
di Adamo

Disegno di Adamo Calabrese

Cara Ilaria,
Bello, bellissimo il tuo “Diario americano”, c’è una gioia di vivere che mi ha incantato e una capacità di scrittura da fotoreporter.
Mi piacerebbero altre tue pagine di diario con notizie sulla natura del paese che ti ha accolto.
La campagna, gli alberi, gli animali: ci sono conigli selvatici ? Ci sono volpi che vanno in giro di notte? E mi piacerebbero notizie sull’approssimarsi dell’autunno: i temporali, che tipo di rimbombo fanno i tuoni e i lampi che luce accendono. E la pioggia che scorre sulla finestra della tua camera batte come le dita di una mano che chiama o sdrucciola come una carezza?
Mi piacerebbe inoltre sapere se la mamma Kelly ricama e se ricama che filo usa.
Per la mamma Kelly ti trascrivo una poesia di Vittorio Sereni, un contemporaneo poeta italiano che tu potrai tradurre.

IN ME IL TUO RICORDO

In me il tuo ricordo è un fruscio
solo di velocipedi che vanno
quietamente là dove l’altezza
del meriggio discende
al più fiammante vespero
tra cancelli e case
e sospirosi declivi
di finestre riaperte sull’estate.

Solo, di me, distante
dura un lamento di treni,
d’anime che se ne vanno.

E là leggera te ne vai sul vento,
ti perdi nella sera.