CHE COSA VOGLIONO I GILET GIALLI
Abbiamo tradotto l’elenco
delle rivendicazioni che il movimento francese dei Gilets Jaunes ha presentato,
lo scorso 29 Novembre, ai media. Molto si è detto, in queste settimane, su
questo movimento, anche a sinistra.
Se
inizialmente la sola France Insoumise aveva sostenuto la protesta di piazza,
successivamente anche sindacati come la CGT si sono ricreduti, ed oggi, 1
Dicembre, in molte parti della Francia sono scesi in piazza insieme, Gilets
Jaunes et « rouges », nel rispetto della reciproca autonomia.
L’illuminazione
sulla via di Damasco, tuttavia, non ha colto tutti : sono numerosi, infatti, i
settori del movimento di sinistra francese che continuano a snobbare o
avversare questo movimento, innanzitutto considerandolo come qualcosa di
diverso dalle proteste che negli ultimi due anni hanno sconvolto la Francia ;
ancora, enfatizzando gli ultramediatizzati episodi di intolleranza che, qua e
là nei presidi, hanno fatto fare alla stampa mainstream l’equazione gilets
jaunes=estrema destra.
L’elenco
delle 41 rivendicazioni - che noi abbiamo rozzamente organizzato per temi per
facilità di comprensione - mostra, qualora ce ne fosse ancora bisogno, un
ritratto completamente diverso. Le istanze del movimento sono tipiche delle
classi lavoratrici o della piccola borghesia impoverita e impaurita : un blocco
sociale che, in assenza di direzione, può rivolgersi a destra come a sinistra,
ma che in sé rappresenta oggettivamente esigenze di classe. Quelle che
attengono alle condizioni materiali di vita - lavoro, casa, welfare, tasse -
sono indiscutibili, al di là della maggiore o minore « correttezza » formale,
ed esprimono in alcuni casi una radicalità che stentiamo a ritrovare nelle
teorie più accorsate di moda a sinistra (nessuno, dalle nostre parti, osa più
difendere, ad esempio, il sistema di calcolo retributivo delle pensioni, o la «
scala mobile »).
Quelle
riguardanti la politica esprimono una sfiducia che noi, in Italia, ben
conosciamo, e che si concretizza però non solo in una generica rivendicazione
di riduzione dei costi e dei benefici per i deputati, ma anche in una domanda
di maggiore democrazia, diretta e dal basso (la Costituzione francese è, ad
oggi, una delle meno democratiche dell’Europa occidentale). I punti che
riguardano le migrazioni sono il frutto di una paura e di un rimosso, esprimono
un costrutto ideologico più che dei bisogni concreti, eppure, nonostante ciò e
nonostante il rifiuto esplicito di caratterizzarsi, non trasudano il razzismo
che invece dalle nostre parti è alimentato dalla totalità dei partiti dell’arco
parlamentare.
Non
aggiungeremo ulteriori commenti, perché riteniamo che l’accesso diretto a
questo breve testo sia più chiarificante di mille parole. Consigliamo, a chi
volesse farsi un’idea complessiva della vicenda, l’ottimo e ricco contributo di
Aurélie Dianara, coordinatrice nazionale di Potere al Popolo !, che vive e
lavora a Parigi. Buona lettura !
Elenco
delle rivendicazioni presentate dal movimento detto dei
Gilets jaunes a deputati e media.
Lavoro e salario
1. Più progressività
nell’imposta sui redditi, che significa più scaglioni
2. Salario Minimo a 1300
euro netti
3. Il sistema
pensionistico deve restare solidale e quindi socializzato. No al sistema
contributivo.
4. Nessuna pensione al di
sotto di 1200 euro
5. I salari di tutti i
francesi, le pensioni e i sussidi devono essere indicizzati all’inflazione
6. Proteggere l’industria
francese : vietare le delocalizzazioni. Proteggere la nostra industria
significa
Proteggere le nostre competenze
e il nostro lavoro
7. Fine del lavoro
distaccato. Non è normale che una persona che lavori sul territorio francese
non benefici dello stesso salario e degli stessi diritti. Ogni persona
autorizzata a lavorare sul territorio francese dev’essere sullo stesso piano di
un cittadino francese e il suo datore di lavoro deve versare la stessa quantità
di contributi di un datore di lavoro francese
8. Per un lavoro sicuro :
limitare di più il numero dei contratti a termine per le grandi imprese. Noi
vogliamo più contratti a tempo indeterminato.
9. Salario massimo fissato
a 15000 euro.
10. Creare posti di lavoro
per i disoccupati.
11. Pensione a 60 anni e
per tutti coloro che hanno svolto lavori usuranti, diritto alla pensione a 55
anni.
Diritto alla casa
12. Zero Senza Fissa Dimora
: Urgente
13. Limitare il costo degli
affitti. Più alloggi a prezzi calmierati, in particolare per studenti e
precari.
14. Grande piano di
isolamento termico delle abitazioni per praticare l’ecologia facendo fare dei
risparmi alle famiglie Welfare, investimenti, infrastrutture, politiche
pubbliche
15. Favorire i piccoli
commerci dei paesi e dei centri urbani. Stop alla costruzione di grosse zone
commerciali intorno alle grandi città che uccidono il piccolo commercio e più
parcheggi gratuiti nei centri urbani
16. Aumentare i sussidi per
i disabili
17. Dal momento che un
bambino di sei anni non si sorveglia da solo, occorre continuare col sistema di
aiuti PAJEMPLOI fino ai dieci anni.
18. Stesso sistema di
welfare per tutti, compresi artigiani e lavoratori autonomi. Fine della cassa
separata per gli autonomi
19. Stop immediato alla
chiusura delle piccole linee di trasporto, degli uffici postali, delle scuole e
dei reparti di maternità.
20. Benessere per le
persone anziane, basta con i soldi guadagnati sugli anziani. L’oro grigio è
finito, inizia l’era del benessere grigio.
21. Massimo 25 alunni per
classe dalla materna alle superiori.
22. Strumenti adeguati per
la psichiatria.
23. Divieto di vendere beni
appartenenti alla Francia (dighe, aeroporti…)
24. La giustizia, la
polizia, la gendarmeria e l’esercito devono avere strumenti adeguati. Le ore di
straordinario devono essere pagate o recuperate.
25. Tutto il denaro
ricavato dai pedaggi delle autostrade deve servire alla manutenzione di strade
e autostrade e alla sicurezza stradale.
26. Il prezzo del gas e
dell’elettricità sono aumentati da quando c’è stata la privatizzazione, noi
vogliamo che ritornino nelle mani del pubblico e che i prezzi scendano di
conseguenza.
27. Favorire il trasporto
delle merci su ferro.
Fisco e politiche
economiche
28. Tasse : che i grandi
(MacDonald’s, Google, Amazon, Carrefour) paghino tanto e i piccoli (artigiani,
piccole imprese) paghino poco
29. Fine dell’aumento delle
tasse sui carburanti
30. Nessun prelievo di
denaro a monte. (in Francia le tasse, anche per il lavoro dipendente, si pagano
“a valle”)
31. Basta col credito
d’imposta per le imprese. Usiamo questo denaro per il lancio di un’industria
francese delle auto a idrogeno (che sono davvero ecologiche, al contrario di
quelle elettriche.
32. Basta con l’austerity.
Smettiamola di rimborsare gli interessi sul debito che sono dichiarati
illegittimi e cominciamo a rimborsare il debito senza prendere i soldi dai
poveri e dai meno poveri, ma cercandoli tra gli 80. miliardi di frode fiscale
33. Divieto di far pagare
ai commercianti una tassa quando i loro clienti utilizzano una carta per gli
acquisti. Tassare il carburante marittimo e il cherosene.
Democrazia e costi della
politica
34. Ogni rappresentante
eletto avrà diritto al salario mediano. Le sue spese di trasporto saranno
controllate e rimborsate se sono giustificate. Diritto al ticket restaurant e
allo cheque vacanze
35. Il referendum popolare
deve entrare in Costituzione. Bisogna creare un sito leggibile ed efficace,
gestito da un organismo indipendente di controllo, dove le persone possano fare
una proposta di legge. Se questa proposta ottiene 700.000 firme dev’essere
discussa, completata, emendata dall’Assemblea Nazionale che avrà l’obbligo (un anno
dopo l’ottenimento delle 700.000 firme) di sottometterla al voto dell’insieme
dei Francesi. (attualmente la Costituzione Francese non prevede un referendum)
36. Ritorno ad un mandato
di 7 anni per il presidente della Repubblica. L’elezione dei deputati due anni
dopo quella del presidente della Repubblica permette di mandare un segnale
positivo o negativo a quest’ultimo, riguardo la sua politica. Ciò
contribuirebbe dunque a far sentire la voce del popolo (al momento le elezioni
parlamentari si svolgono un mese dopo le presidenziali,
proprio
per garantire maggioranze “coerenti” col voto del Presidente della Repubblica)
37. Stop alle indennità
presidenziali a vita
Integrazione e
migrazioni
38. I richiedenti asilo
devono essere accolti degnamente. Noi dobbiamo fornire loro alloggio,
sicurezza, cibo ed educazione per i minori. Bisogna lavorare con l’ONU per far
sì che dei centri di accoglienza siano aperti in numerosi paesi del mondo,
nell’attesa del risultato della domanda di asilo.
39. Bisogna affrontare le cause
che determinano le migrazioni forzate.
40. Coloro a cui è stato
negato il diritto di asilo devono essere riportati ai loro paesi d’origine.
41. Una vera politica
d’integrazione dev’essere messa in atto. Vivere in Francia significa
diventare francese (corso di lingua francese, corso di storia della Francia e
corso di educazione civica con un certificato a fine percorso).