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giovedì 14 febbraio 2019

Taccuino

IL MUSEO TEATRALE ALLA SCALA

Matteo Sartorio ci parla della storia e dei tesori che il Museo custodisce.



Questa conversazione ha un po' di anni. Era rimasta inedita perché era troppo lunga per il giornale che doveva ospitarla. È voluta però riaffiorare da un cassetto in questi giorni, segno che voleva vedere la luce. Il dottor Sartorio rivestiva allora la carica di Direttore, oggi è, ad un tempo, Conservatore delle collezioni, Responsabile della Biblioteca e dell'Archivio. Era stato oltremodo gentile e disponibile allora, e lo è stato adesso, con i suoi suggerimenti e i suoi consigli. In questo lasso di tempo, il Museo ha ampliato l'utenza e intensificato l'offerta culturale. Le sue Sale meritano una visita. Siamo sicuri che i nostri lettori non resteranno indifferenti al suo fascino.





Gaccione: -Dottor Sartorio, vogliamo cominciare dalle origini?

Sartorio: "Il Museo Teatrale alla Scala è nato nel 1913, ed è il frutto di una paziente operazione di reperimento di fondi fatta qui a Milano, per potere acquistare la collezione dell'antiquario napoletano Jules Sambon, ch'era poi andato a vivere a Parigi. Tutta la sua vita aveva collezionato una serie di cimeli molto importanti tra cui anche una collezione archeologica."

Gaccione: -E chi era questo Sambon, un semplice antiquario o era anche musicista?

Sartorio: "Era un antiquario di professione, però aveva questa passione per il teatro e quindi s’era tenuto per sé una ricchissima collezione di cimeli teatrali."

Gaccione: -Che aveva acquistato qua e là?

Sartorio: "Certo, che aveva acquistato, che aveva scambiato insomma; era il frutto della sua attività professionale di almeno 30 anni. Questa raccolta era ricchissima, comprendeva anche reperti archeologici (molti si stupiscono di trovare in questo Museo anche una raccolta archeologica); la motivazione è che per il 90% sono oggetti di argomento teatrale. Ci sono i ludi circensi, i ludi classici, ci sono ovviamente la commedia greca e romana. Oltre ad una raccolta di strumenti musicali romani molto importanti: dei sistri, delle tube, insomma strumenti che non è molto facile trovare in giro."

Gaccione: -Di epoca classica addirittura.

Sartorio: "Sì. Questa raccolta comprendeva anche degli strumenti musicali de Seicento e del Settecento. Comprendeva soprattutto quadri, ritratti, porcellane, era molto eterogenea come raccolta, sempre comunque oggetti ispirati al mondo del teatro, del teatro in genere."

Gaccione: -Non necessariamente del teatro musicale, intende dire?

Sartorio: "Non necessariamente musicale. Questa raccolta messa all'asta a Parigi, venne acquistata da un Comitato di sottoscrittori milanesi, a cui si unirono il re, chiaramente, e tutte le autorità più importanti. Portata a Milano essa costituì il nucleo originario del Museo."

Gaccione: -In che anni avveniva tutto questo?

Sartorio: "La raccolta venne acquistata nel 1911, ma ci vollero due anni di tempo per adibire i locali di quello che allora si chiamava Casino Ricordi, cioè questi adiacenti al Teatro alla Scala, perché prima ospitavano lo stabilimento Ricordi. Passati poi al Comune, vennero dati in comodato gratuito alla Fondazione del Museo. Il Museo venne inaugurato l’8 marzo del 1913 come una Fondazione."


Una veduta del Teatro alla Scala
in un dipinto di Angelo Inganni

Gaccione: -Chi è che ne faceva parte?

Sartorio: "Praticamente le stesse persone che allora avevano la responsabilità di gestire il Teatro alla Scala. Questo è molto importante perché il Museo nasce sin da subito non dico come un'emanazione del Teatro, ma come un che di complementare al Teatro stesso. I nomi sono quelli dello scultore Lodovico Pogliaghi, di Ettore Modigliani che allora era direttore della Pinacoteca di Brera, di Arrigo Boito compositore e librettista molto importante, di Uberto Visconti di Modrone (allora succeduto al padre) che era praticamente il presidente del Teatro, di quella Società Anonima che gestiva il Teatro."

Gaccione: -Come si chiamava il padre?

Sartorio: "Si chiamava Guido Visconti di Modrone; Uberto fu il primo presidente del Museo. Nel corso dei decenni il Museo ha cambiato parecchie volte statuto, però l’impronta originaria si è mantenuta fino ad oggi."

Gaccione: -Voi ospitate o promuovete anche diverse mostre. Mi ricordo anni fa quella molto interessante su Lucio Fontana.

Sartorio: "A volte ospitiamo e a volte organizziamo. Quella dedicata a Lucio Fontana l'avevamo ospitata perché era stata organizzata dal Comitato per le celebrazioni in onore di Lucio Fontana."




Gaccione: -Di quante Sale si compone il Museo?

Sartorio: "Il Museo è distribuito su due piani. Le Sale sono 14, al secondo c'è anche la Biblioteca."

Gaccione: - Vediamolo in dettaglio attraverso le sue singole Sale.

Sartorio: "Tutte le volte che ho avuto occasioni di scriverne, ho sempre tenuto a sottolineare la sua eterogeneità. È nato eterogeneo per volontà stessa dei fondatori: si è sempre privilegiata la bellezza diciamo estetica dell'accostamento di diversi oggetti tra loro, piuttosto che una suddivisione sistematica, per cui non ci sono in una sala solo quadri e in un'altra solo porcellane; in una solo ritratti di cantanti e in un'altra solo ritratti di musicisti. Intanto perché lo spazio e piccolo e quindi si è cercato di armonizzare il più possibile gli oggetti esposti, tenendo come filo conduttore quello del teatro in generale che per sua natura è molto variegato e anche effimero."

Gaccione: -Avete diversi generi, non solo pitture.

Sartorio: "Sì, noi abbiamo moltissimi generi. Abbiamo tutta una parte di archivio che non si vede e che è la più preziosa di tutto. Abbiamo una grandissima raccolta di lettere autografe, di manoscritti musicali tra cui importanti manoscritti di Verdi, che verranno pubblicati in occasione di varie celebrazioni”.

Gaccione: -Quando dice manoscritti intende dire lettere e manoscritti di grandi musicisti?

Sartorio: "Certo. Abbiamo manoscritti musicali di Rossini, e anche lettere di gente di teatro. Gente che ha avuto modo di far parte del grande patrimonio teatrale italiano."


Autografo di Verdi
versione per il coro del Nabucco

Gaccione: -Ci sono molti lasciti in questo Museo?

Sartorio: "Sì, i materiali derivano in parte dalla collezione Sambon di cui ho parlato all'inizio, e che costituì il nucleo originario del Museo, in parte è il frutto di varie donazioni."

Gaccione: -Veniamo alla parte archeologica.

Sartorio: "La collezione archeologica* è molto ricca; comprende dei bronzi, delle lucerne, delle monete, dei contorniati, oggetti simili a monete di cui ancora oggi non si conosce l’utilizzazione che ne veniva fatta. Ci sono bassorilievi, strumenti musicali di cui parlavo prima, ed altri oggetti correlati al mondo del teatro. Giuridicamente non appartengono al Museo, ma sono il frutto di un deposito: è la Sovrintendenza ai Beni Archeologici di Milano che ne detiene la proprietà. Poi c'è una raccolta di porcellane; queste porcellane si riferiscono in buona parte alla Commedia dell'Arte per cui c'è comunque un aggancio con il mondo del teatro. Dimenticavo di dirle che l'archivio oltre ai manoscritti, raccoglie una collezione molto ricca e molto importante di scenografia. Bozzetti scenografici che vanno praticamente dalla grande epoca del Melodramma, cioè il Settecento, fino al Melodramma ottocentesco, con una piccola appendice anche nel nostro secolo. Abbiamo bozzetti di Giacomo Balla dei primi anni Dieci che sono molto importanti, di Prampolini e altri autori. Comunque il grosso della collezione comprende Settecento e Ottocento. Abbiamo una raccolta di figurini che sono praticamente gli studi preparatori per i costumi delle opere, e una raccolta di stampe anche questa molto ricca e molto importante. Stampe di cantanti, di ballerine, di musicisti, insomma tutto ciò che ha attinenza con il mondo del teatro in musica; perché la denominazione stessa di Museo, Museo Teatrale alla Scala, è in rapporto col Teatro alla Scala. Pur non appartenendo giuridicamente ad esso, è chiaro che gli influssi culturali del Teatro sul Museo, sono molto forti. Il Museo del resto detiene buona parte dell’archivio iconografico del Teatro."

Gaccione: -Anche i materiali delle messe in scena della Scala passano al Museo?

Sartorio: "No, non passano al Museo perché dagli anni Cinquanta in poi, per una scelta gestionale, il Teatro raccoglie direttamente la testimonianza degli allestimenti."

Gaccione: -Quindi la Scala tiene per sé questi materiali.

Sartorio: "Sì, tiene per sé le fotografie di scena, i bozzetti e le realizzazioni vere e proprie delle opere vengono conservate per un certo numero di anni. Ovviamente poi devono essere smontate e in parte anche distrutte, o comunque riutilizzate per altri allestimenti."


Foto M. Brescia

Gaccione: -Torniamo alle Sale.

Sartorio: "C'è la Sala della Danza, della Commedia dell'Arte, della Scenografia, del Teatro d'Animazione... Come le dicevo sono 14 in tutto, la Sala dei Cantanti e dei Compositori, la Sala Rossini e le Sale Verdiane. Queste hanno una certa omogeneità perché custodiscono il deposito della Casa di Riposo per Musicisti Giuseppe Verdi, effettuato negli anni Trenta. In queste Sale ci sono quasi tutti cimeli verdiani."

Gaccione: -Quali sono i pezzi più preziosi del Museo?

Sartorio: "Ci sono molti pezzi importanti nel Museo, alcuni esposti, altri no. Tra quelli esposti uno dei pezzi pia preziosi è indubbiamente il pianoforte appartenuto a Franz Liszt nell'ultima fase della sua attività creativa. Alla sua morte passò alla nipote Daniela von Bülow che lo portò in Italia nella sua villa sul lago di Garda, la famosa Villa Cargnasco. Quella che in sostanza diventò poi il Vittoriale di D'Annunzio, in seguito alla requisizione della Villa da parte dello Stato italiano. Ritornato in possesso di Daniela von Bülow dopo varie vicissitudini legali, fu donato al Museo ed entrò a far parte delle nostre collezioni. È sistemato nella Sala dell'Esedra, detta così perché ci sono sei lati, ed è uno strumento perfettamente funzionante. Viene spesso accordato e fatto suonare, ha un suono bellissimo. Ci sono alcuni dipinti del Settecento che sono anche molto belli e si riferiscono alla Commedia dell'Arte. E poi gli altri pezzi più preziosi sono i manoscritti musicali di Verdi: la Messa da Requiem ed altre composizioni giovanili, che però non hanno una immediata fruibilità turistica. Noi non esponiamo mai gli originali in vetrina perché chiaramente la luce li danneggia, e poi non avrebbe senso. Esponiamo delle copie e gli originali sono a disposizione degli studiosi."


Foto F. M. Colombo

Gaccione: -Ho visto anche calchi di volti, di mani...

Sartorio: "Sì, quello è uno degli aspetti diciamo più curiosi del Museo, che io non amo particolarmente. È un aspetto legato alla vecchia idolatria nei confronti dei cantanti, dei direttori d'orchestra. Io ho cercato, in piccoli interventi di riallestimento, non dico di eliminarli, perché ci sono ancora molte persone che sono legate a questi cimeli, ma di togliere quell'importanza che prima veniva data loro. Per esempio la maschera mortuaria di Verdi prima era al centro delle Sale verdiane in una bacheca, era il pezzo più importante. Io invece l'ho messa in una vetrina cercando di darle il suo giusto peso, insomma. Perché non hanno un valore artistico, non hanno un valore culturale, non hanno neppure un valore documentario perché di iconografia verdiana ce n'è a bizzeffe."

Gaccione: -Beh, però conservano un valore sentimentale.

Sartorio: "Sì, diciamo così, hanno un valore sentimentale."

Gaccione: -Parliamo del palazzo che ospita il Museo

Sartorio: "Il palazzo non è coevo al Teatro alla Scala, pur essendo attaccato al Teatro, perché la Scala è stata costruita a partire dal 1776 e inaugurata due anni dopo. Invece il nostro edificio risale alla prima metà dell'Ottocento. Fu prima sede dello stabilimento Ricordi, poi ospitò degli uffici comunali e agli inizi del secolo venne dato al Museo."

Gaccione: -Chi l'aveva realizzato? si ricorda il nome dell'architetto?

Sartorio: "La struttura odierna fu realizzata su progetto dell’architetto Giacomo Tazzini nel 1831."

Gaccione: -Fu danneggiato dai bombardamenti dell'ultima guerra?

Sartorio: "Fu molto danneggiato dai bombardamenti insieme al Teatro, infatti il Museo rimase chiuso per un certo numero di anni e venne riaperto dopo i lavori di restauro intorno agli anni Cinquanta."

Gaccione: -Le perdite sono state considerevoli?

Sartorio: "Quasi tutti i beni erano stati portati fuori Milano, in alcune ville di coloro che gestivano il Museo."

Gaccione: -Quindi non avete perso molto...

Sartorio: "Non abbiamo perso molto ma alcune cose sono anche andate perdute."

Gaccione: -Nel senso che non si sono più potute recuperare?

Sartorio: "Assolutamente sì. In gran parte erano arredi del Museo molto preziosi, soprattutto mobili che purtroppo sono andati perduti."

Foto F. M. Colombo

Gaccione: -A proposito di mobili, ne avete di particolari?

Sartorio: "Non abbiamo una vera e propria collezione diciamo, sono mobili che ci sono giunti non si sa neanche bene attraverso quali canali, quali traversie. Comunque quello che abbiamo lo inventariamo e nei limiti del possibile lo facciamo restaurare. Vede quella poltrona? Io so per certo che è appartenuta a Ferdinando I"

Gaccione: -Parliamo della Biblioteca.

Sartorio: "È costituita da oltre 100 mila volumi; al momento dell'inaugurazione era piccolina, ma in seguito è stata incrementata dal lascito di Renato Simoni, critico teatrale del "Corriere della Sera", di Ruggero Ruggeri e di altri possessori di collezioni teatrali."


Foto: M. Brescia

Gaccione: -Da quello che ho potuto vedere io, non ci sono solo libri di teatro; ho visto anche testi di letteratura, di arte, di saggistica varia: mi è parsa una collezione abbastanza diversificata.

Sartorio: "È abbastanza eterogenea perché raramente noi rifiutiamo delle donazioni se hanno un certo valore, però il nucleo fondamentale è costituito dalla collezione di libretti d'opera e da libri di teatro."

Gaccione: -Teatro drammaturgico, commedie?

Sartorio: "Sì, sì, certo, abbiamo soprattutto teatro di prosa e molti libri di scenografia."

Gaccione: -Ho visto degli studenti in Biblioteca, possono accedere liberamente per fare ricerche?

Sartorio: "Gli studenti sono molto numerosi: ci sono quelli che vengono a visitare il Museo, magari con la guida o con i loro insegnanti, e che si fermano diciamo alla parte esposta del Museo; poi ci sono i frequentatori della Biblioteca e che possono consultare i volumi, alcuni dei quali sono rari e molto preziosi."

Gaccione: -Possono portarli a casa?

Sartorio: "No, possono consultarli solo qui perché non siamo in grado di gestire il prestito, e poi perché i volumi sono quasi tutti molto preziosi."

Gaccione: - Che genere di visitatori avete?

Sartorio: "Il nostro Museo, rispetto ad altri musei milanesi, ha una rilevanza soprattutto turistica. Fin dalla sua fondazione, grazie ad un accordo con la Scala, i nostri visitatori possono vedere la Sala del Teatro, che è un'attrattiva turistica molto importante. Il 70% dei nostri visitatori è costituito da comitive turistiche, il che non è molto frequente per gli altri musei milanesi, meno visitati del nostro. Diciamo che i musei che possono farci concorrenza a Milano sono il Cenacolo, che non è un museo in senso stretto, e il Castello Sforzesco. Un buon 30% è costituito da cittadini milanesi affezionati alla nostra istituzione, e che vengono anche a vedere le mostre che noi allestiamo. Il Museo cerca nei limiti del possibile di esporre del materiale che abbia stretta attinenza con il mondo teatrale, e soprattutto le collezioni che il pubblico non conosce. Spesso organizziamo mostre di scenografie collegandoci magari all'opera in cartellone in Teatro. In questo modo riusciamo a far vedere a rotazione i nostri archivi, che sono comunque consultabili, anche se con delle grandi restrizioni."



Gaccione: -Chi sono i più affezionati frequentatori del Museo?

Sartorio: "Soprattutto gli appassionati d'Opera, quindi i frequentatori del Teatro essenzialmente. Gli Amici della Scala, la Fondazione Milano per la Scala, i membri delle varie associazioni che sono collegate con la Scala, tutti fanno riferimento al Museo, dall'ultimo degli orchestrali al direttore d'orchestra, al sovrintendente. Diciamo che il Museo è molto legato al Teatro da questo punto di vista."

Gaccione: -Verranno anche personalità che non hanno una formazione strettamente musicale, immagino, e non solo maestri come Muti o Chailly.

Sartorio: "Sì, mi è capitato di incontrare attori, registi, soprattutto personalità legate al teatro; ma diciamo che vengono qui le persone più disparate."

Gaccione: -Posso chiederle se il suo ruolo di Direttore è legato ad un retroterra musicale o artistico?

Sartorio: "L'esperienza per accedere alle cariche del Museo e sempre stata quella musicale, anche se il Museo spazia in altri generi di espressioni teatrali. Io sono diplomato al Conservatorio in Musica Antica, ho una formazione di circa 15 anni di studi musicali, che però qui dentro servono solo in parte. Servono quando bisogna trattare la parte dei manoscritti, ecc. Qui dentro serve una competenza anche di carattere gestionale che io purtroppo non ho, e che cerco di farmi frequentando ogni anno i corsi della Bocconi. Questo è un discorso su cui si discute molto ultimamente, cioè se i manager della cultura debbano provenire dal mondo economico o dal mondo culturale. In genere mi sembra che il compromesso che si sia trovato e questo: una persona comunque competente."


Ulisse Sartini
Ritratto di Maria Callas

Gaccione: -Abbiamo dimenticato qualcosa?

Sartorio: "Beh, sì, il fatto che il Museo ha approntato uno straordinario lavoro di informatizzazione delle sue collezioni. Abbiamo realizzato la catalogazione del repertorio iconografico (scenografie, bozzetti,ecc.) in cooperazione con la Sovrintendenza dei Beni Artistici e Storici di Brera; dei libretti d'opera con il Ministero su programma SBN Musica, concepito appositamente per la catalogazione di questo genere di materiale librario. La catalogazione delle scenografie è molto importante, perché oltre ai dati, noi cataloghiamo anche l'immagine. Gli studiosi possono consultare tutte le nostre scenografie, senza restrizioni e senza bisogno di prendere appuntamento. Semplicemente cliccando col mouse comodamente da casa. Un bel vantaggio, no?"

Gaccione: -Mi pare proprio di sì.

*La collezione archeologica del Museo ora non è più esposta perché ritirata dalla Soprintendenza Archeologica competente.

                                                     ***

ALCUNI DATI UTILI DEL MUSEO
Luogo: Largo Antonio Ghiringelli 1 Milano

Orario di apertura: dalle 9 alle 17 da lunedì a domenica

Costo del biglietto d'ingresso
Intero: € 9
Ridotto: € 6 Gruppi min. 15 persone, Studenti sopra i 12 anni, Over 65, Touring Club, FAI,Possessori di un biglietto di Gallerie d’Italia
Scuole: € 3.50
Gratuito: Under 12, Disabili, Guide, Soci ICOM, Militari in divisa, Abbonati Teatro alla Scala, Abbonamento Musei Lombardia
Virtual Reality Experience *: € 3 supplemento sul prezzo del biglietto di ingresso

* Il Museo Teatrale alla Scala vi offre un’esperienza immersiva in realtà virtuale, pensata per farvi vivere il “dietro le quinte” della Scala. La Prima Ballerina Nicoletta Manni vi condurrà per mano nei luoghi più inaccessibili del Teatro, fino a farvi vivere l’incredibile emozione di ballare sul palcoscenico del Teatro alla Scala.
Il Museo è dotato di Sale climatizzate.

Tutto il patrimonio librario, i libretti, i quadri, ecc. è archiviato.
Il materiale non esposto è custodito presso un caveau di sicurezza, tra cui per ovvii  motivi il materiale documentario più prezioso.

I libretti non sono consultabili entrando nel sito,
ma scrivendo al dottor Matteo Sartorio è possibile prendere un appuntamento per la consultazione presso la Biblioteca. È previsto anche che vengano scansiti, compatibilmente con le loro condizioni di conservazione. Tutte le informazioni relative alla Biblioteca e all’Archivio sono in ogni caso disponibili a questo link: 

Custodendo il Museo decine e decine di migliaia di pezzi, c'è come ovvio, la necessità di affrontare problemi di restauro. Ogni qualvolta accade, i progetti di restauro vengono proposti alla Soprintendenza competente e avviate le pratiche per la selezione dello Studio più idoneo. È possibile effettuare donazioni utilissime per la tutela di questo patrimonio.

L’attuale Direttore Operativo del Museo è Donatella Brunazzi.
Il Conservatore delle collezioni e responsabile di Biblioteca ed Archivio è Matteo Sartorio. Una guida interna, un impiegato amministrativo e 6 custodi per un totale di 9 dipendenti, costituiscono lo staff.

Finanziamenti:
Il Museo Teatrale alla Scala fa parte a tutti gli effetti della Fondazione Teatro alla Scala - Fondazione di diritto privato - in seguito alla fusione per incorporazione del 14/12/2009. Il Museo in quanto tale non usufruisce di alcun finanziamento pubblico. Ha un suo budget autonomo ed è totalmente auto finanziato con ricavi propri provenienti per il 90% circa da incassi di biglietteria.
Per il 10 % si avvale di sponsorizzazioni private rivolte sia alla partnership istituzionale che a progetti puntuali di investimenti (innovazione digitale o nuova illuminotecnica impianti) e di manifestazioni e mostre.

Visitatori
Nel 2018 i visitatori paganti del Museo sono stati 260.000.
Già da un paio d’anni è stato intensificato - con lento ma discreto successo - l’impegno per incrementare i visitatori italiani e locali. In questa direzione è andata l'adesione alla Card della Regione, Abbonamento Musei Lombardia e Piemonte piuttosto che iniziative rivolte alle famiglie a cui sono dedicate i laboratori per bambini, Buongiorno Museo, Torneo al Museo e Brilla Museo (per i piccolissimi) e/o percorsi di visita speciali da selezionare nella App che si può scaricare gratuitamente. (Notizie fornite dal dottor Sartorio)

Per contatti: Ufficio Stampa   
stampa@fondazionelascala.it