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giovedì 14 marzo 2019

I DIPINTI DEL GRECHETTO
di Giovanni Gabriele Pizzi

Orfeo

In occasione della conferenza stampa tenuta a Palazzo Reale di Milano per presentare la mostra “Il meraviglioso mondo della natura” in cui è esposto il ciclo di Orfeo presente nella Sala del Grechetto di Palazzo Sormani, Giovanni Gabriele Pizzi, che della Sormani è bibliotecario, ha rivolto queste domande all’assessore Filippo Del Corno.

Domande sulla collocazione del ciclo di Orfeo 


1. Dal momento che l'opera viene presentata come "unica nel suo genere nel panorama europeo", perché non si è deciso di programmare il restauro nei decenni precedenti e con fondi in parte del Comune, in parte del MiBac?

2. Come mai non si è deciso di cercare degli interlocutori nelle istituzioni della città (Politecnico, Accademia di Brera) per cercare una strada meno onerosa per la riqualificazione della sala e nel restauro delle tele, che poteva coinvolgere nel lavoro anche le classi di restauro, con finalità didattiche?

3. Quanti mesi o anni durerà il restauro?

4. Come mai l'Art Bonus per la Sala del Grechetto è stato lanciato simultaneamente (e dunque in competizione) con quello della Scala e della Sala delle Assi, con l'effetto di dirottare i fondi sui luoghi più famosi?
  
5. Perché non si è deciso di attuare il restauro in sede, mantenendo attivo l'uso della sala e lasciando le tele alle pareti, magari procedendo gradualmente, per segmenti, con cabine trasparenti che consentissero al pubblico delle conferenze (che si fanno alle 18, a cantiere chiuso) di partecipare alle diverse fasi del restauro?  Ed agli studenti d'arte di ricevere delle lezioni aperte?

6. Come si giustifica un biglietto di 14€ per vedere un'opera che fa parte integrante delle nostre collezioni e che fino a 3 mesi fa poteva essere veduta da chiunque gratuitamente?

7. Quanta parte di quei 14€ sarà destinata al finanziamento del restauro?

8. Esiste un progetto di riqualificazione (fisica, relativa all'accessibilità, climatica, acustica e illuminotecnica) dell'auditorium della Sormani che lo renda idoneo ad accogliere il ritorno delle tele?

9. La assenza di una simile prospettiva di adeguamento e riqualificazione non inficia ab origine il dibattito (annunciato dall'assessore Del Corno) sulla collocazione delle tele dopo il restauro e non rende di fatto  problematica l'opzione di riportarle nel luogo in cui storicamente sono state collocate?

10. Come mai per curare l'allestimento della mostra estemporanea di Palazzo Reale non sono stati incaricati gli studiosi storici di quelle tele come Alessandro Morandotti o Vittoria Orlandi Balzari, forse perché contrari al trasferimento delle tele?

11. Infine, come mai così scarsa considerazione viene dedicata al depauperamento che - nell'ipotesi di un trasferimento definitivo - colpirebbe Palazzo Sormani e la comunità di lettori e utenti che partecipano alle moltissime iniziative che da decenni e sempre gratuitamente sono organizzate dalla Biblioteca Centrale?