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domenica 31 marzo 2019

LETTURA/33
Aforismi per un giorno solo
di Nicolino Longo


Con questa carrellata di aforismi, “Lettura/ 33”, mi avvio a chiudere, per motivi di salute, quel cerchio che, l’anno scorso, in aprile, Angelo Gaccione mi aveva onorevolmente invitato ad aprire. Nel farlo, ringrazio lo stesso Gaccione per avermi fornito, durante tutto l’anno, anche l’incentivo a produrli, e, nello stesso tempo, tutti i collaboratori della rivista che li hanno, forse, apprezzati o, cosa più probabile, biasimati, dacché, dopo averli pubblicati, parecchi di essi non me li sono sentiti più corrispondere. Resterò, tuttavia (dopo aver pubblicato, anche quelli di “risulta”), a disposizione del prezioso organo di stampa per qualche altro eventuale aforisma del giorno, della settimana o del mese. Un abbraccio, pertanto, fortissimo, a tutti i lettori e collaboratori di “Odissea”, a Gaccione in particolare, nonché a Laura Margherita Volante, mia compagna di viaggio, in quest’iter aforistico-odisseico), con un sincero augurio di buon proseguimento nel lavoro di scrittura, che, di molti, ho tanto apprezzato, tesaurizzandone, proficuamente e gaudentemente, il portato dei contenuti. 
Ad maiora, dunque, ab imo pectore.   
Nicolino Longo - 31 marzo 2019-




1.“Ho visto giovani fare i disoccupati per non perder tempo a lavorare.
Poveri vecchi bisognosi d’occhiali, accontentarsi delle occhiaie.
E fiumi, nei propri letti, anziché dormire, camminare”.

2.“Mi piace il rischio, ma non la morte. Eppur sempre in curva
mi sorpasso”.

3.“Lei a lui: -Non mi lasciare, ti prego, voglio vivere al tuo fianco-
Ma lui le lasciò il fianco, e partì ugualmente”.

4.“I fiumi: sono i capezzoli della terra, cui i mari, eternamente bimbi,
poppano”.

5.“Il Sole: fiammifero con cui l’est accende il giorno”.

6.“Nel profondo Nord, son spariti i lupi e rimasti i lupanari.
Nel profondo Sud, son spariti i lupi e rimaste le lupare”.

7.“Gli Usa: dalla Seconda guerra mondiale ad oggi, non han fatto che
perdere il proprio tempo ad acchiappare una Mosca”.

8.“Il ricco non si cura del povero, e non sa che deve proprio alla povertà
del povero la propria ricchezza. Il ricco quindi è come la scarpa,
che cammina e non sa che è il piede che la fa camminare”.

9.“Insonnia: tutta una notte a fissare il cielo d’una stanza. Il letto
a russarmi sotto le spalle”.

10.“Cronicità d’un amore: c’è una donna in me che non tramonta mai.
Quando tramonta in un occhio, già risorge nell’altro”.

11.“Follia: lei a volerlo incontrare correndogli dietro. E lui a volerla
raggiungere avendola alle spalle”.

12.“Sedersi, quando si è stanchi, è come fermarsi ad aspettarsi”.

13.“L’aspirante suicida: è un contabile che giorno dopo giorno
tira le somme della sua vita. Può capitare, però, che tutt’a un tratto
più non disponga degli addendi per farlo. Ed è allora che lui
anziché tirar le somme, tira le cuoia”.

14.“I fiori: sorrisi di donna su bocca di pianta”.

15.“Quante volte, per stanchezza, non potendo passeggiare, mi siedo
e chiamo le strade a passarmi sotto i piedi”.

16.“Il lavoratore inde/fesso: per il lavoro saltava i pasti; ma,
nel saltarli, diventò un atleta, primo posto, categoria skeletri”.

17.“I figli sono come foglie; sono i fogli i veri figli”.

18.“Il nostro Pianeta viaggia su due ruote: la Luna e il Sole. Ed ha
una motrice sola: la donna, nel cui quadro entra e gira
una sola chiave: l’uomo”.

19.“L’amore: è l’unica malattia che ci mette a letto senza essere ammalati”.

20.“La pazzia di molti alberi: in giacca e cravatta in primavera ed estate.
Spogliarellisti e nudisti, in autunno ed inverno”.

21.“Una gazzella: voleva, nella corsa, seminare la propria ombra,
ma non ci riuscì. Vi riuscì, invece, una lumaca, grazie a una nuvola
postasi davanti al sole”.

22.“Lamento di un povero: Mi manca il pane. Mi manca l’acqua.
Mi manca tutto. Ciò che ho, è solo il Mi manca”.

23.“Più non bado a direzioni. Seguo l’andare. Non più mi premono
traguardi. Né lo starmi alle calcagna a darmi fretta o retta.
Retta ora do solo al mio abitarmi accanto”.

24.“Il vento sfoglia gli alberi. Per leggerne, fischiando, i rami”.

25.“Il cuore è come un animale feroce.  Quando s’innamora può
combinare qualsiasi cosa. Ecco perché, dunque, ognun di noi
lo tien chiuso, nella gabbia toracica”.