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mercoledì 5 giugno 2019

AMERICA
di Ilaria, Vito, Adamo

Un saluto dal “Paese remoto”
Disegno di Adamo Calabrese


Cara Ilaria e caro Vito:
D'inverno, quando cominciava a far buio, mia cugina batteva le mani e gli animali del cortile, con silente obbedienza si ritiravano nelle loro notturne residenze: il cane Tobia, con la sua palla di gomma, sotto il tavolo; le oche educande nel capanno di paglia dietro la casa; il pavone con i suoi libri di enigmistica, nel sottoscala; il maiale, con la sua fidanzata nella porcilaia di mattoni rossi. Il buio dilagava per tutto il paese mangiandosi le case e gli alberi. Dentro la cucina mia madre e le sorelle chinavano il capo sugli indumenti che rammendavano finché riuscivano a far sprizzare qualche scintilla dal loro agucchiare. Ma se non c'era nessun chiarore, le donne si mettevano il cuore in pace preparando la cena bastando il tatto delle dita a riconoscere il riso (maratello o vialone). Ma se le mani fallivano era d'aiuto l'annusare l'aroma dei sedani, dei fagioli, delle cipolle, degli spinaci... Io e mia cugina sgusciavamo dalla casa rasentando i muri già precipitati nel silenzio notturno. I pochi lumini ritardatari, nelle cappellette votive, davano gli ultimi guizzi resuscitando le emaciate figure dei santi: San Bartolomeo contro la peste! Santo Agrippa contro i pidocchi. Santa Maria Aquilina trovarobe delle lettere d'amore. Dove, dove? Dentro un vecchio libro, tra fiori secchi e mosche imbalsamate.
Un caro abbraccio a tutti voi
Adamo