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venerdì 23 agosto 2019

Una lettera della poetessa Claudia Azzola
Sulla crisi di governo


Ho letto, caro Angelo, su “Odissea”, sia il “governo morto ecc.” sia la “personalizzazione” di Conte. Di questi, ho apprezzato comunque l’avere sollevato il discorso dalla melma al livello istituzionale, ricordando le prerogative del parlamento, dello stato, e la laicità dello stato. Anche il linguaggio si è aperto a un metro di pensiero staccato dagli slogan beceri che continuamente vengono propinati. D’altro canto, Salvini non ce la fa per costituzione mentale a uscire dal claustrum della sua piccola persona, per cui è riuscito a cogliere, del discorso di Conte, solo gli ‘improperi’ rivolti a lui e non a un contesto politico. È come Berlusconi, che non può stare un momento a pensare, indocile a ogni limitazione. Vanno proprio bene insieme.
Il governo che forse nascerà, 5 Stelle e PD, lo vedo precario quanto quello appena caduto, per instabilità insita e per divisioni interne del PD (Zingaretti-Renzi). Il segretario mi sembra individuo di poche idee, fiacco, non innovativo, stantio. Vedo già un governicchio che cadrà come il caco d’autunno, spiaccicandosi.
Vedo con amarezza altri mesi di tira e molla, a scala ridotta e compromissoria. L’Italia produce questo.
Come vedi, sono più pessimista di te.
Ciao, Claudia.