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giovedì 10 ottobre 2019

Il Racconto
LA MONTAGNA
di Rinaldo Caddeo

Rinaldo Caddeo

P
er molti giorni il cielo, a Nord, era stato oscurato da un nebbione grigio.
A volte pioveva, a volte nevicava, a volte c’era anche il sole, ma il nebbione non se ne andava via di lì.
Nessuno ne sapeva niente e molti si voltavano a Sud e parlavano d’altro.
Stamattina, per la prima volta, il nebbione ha iniziato a diradarsi, mostrando, al suo posto, una montagna senza fine che prima non esisteva.
È mezzogiorno e la montagna si vede nitidamente.
È altissima. È talmente alta che non si vede la cima.
Si vedono bene, lungo le prime pendici, boschi di querce e castagni.
Poi ci sono foreste di conifere: larici, abeti, pini. Poi le praterie. Più in alto ancora: nevai e ghiacciai.
Stormi di uccelli si alzano in volo e, per quanto arrivino in alto, prima o poi, vengono inghiottiti dal verde o dal bianco.
C’è anche una baita in una valle ridente: «Come fa a esserci già una baita se la montagna è appena nata? Chi l’ha costruita?» Lui chiede ma nessuno gli risponde.
Decide di andare a vedere, munito di binocolo.
La baita è lì, si vede benissimo, forse ci sono degli esseri viventi, uomini e animali, capre, tacchini che si muovono, c’è il vento che agita le fronde… anzi, ci sono senz’altro, un uomo trasporta un secchio, una donna si sporge al davanzale. C’è anche un bambino o una bambina che corre sul prato. L’erba è alta, il vento crea delle chiazze mobili che si aprono e si chiudono, cancellano e ridisegnano le gambe, la testa e i colori dei vestiti, il blu il rosso il giallo, che forse grida e sembra così vicino nel binocolo che sembra di potergli toccare la schiena.
Il pomeriggio ritorna la nebbia che copre tutto o quasi.
Lui cerca di arrivarci su quella montagna ma si smarrisce per sentieri tortuosi e intricati che si perdono nel solito deserto o arrivano, dopo molta strada, al mare.
Quando chiede informazioni nessuno ne sa niente e tutti cambiano discorso, fingono di non capire o gli rispondono in malo modo o gli danno uno spintone, come se li offendesse («ma di quale montagna parli?») e gli danno del pazzo con questa storia della montagna. «Ma stai sereno - gli dicono - è tutto come prima.»
«Siete voi pazzi - risponde - che non riuscite a vedere ciò che cambia e negate la nuda e cruda realtà!».
Arriva la sera, uno sconosciuto, mentre lui perora in piazza, davanti a tutti, la causa della nuova montagna, si avvicina e gli dice in un orecchio: «se non vuoi dei guai, ti consiglio di piantarla. Vienimi a trovare, possiamo trovare un accordo, vantaggioso per entrambi» e gli dà il suo biglietto da visita.
Lui non ci va, lui è incorruttibile e continua a sostenere la causa della verità della montagna davanti a tutti, fino a notte inoltrata.
Poco prima dell’alba, arrivano numerosi e ben muniti, lo legano mentre dorme, lo imbavagliano e lo portano al manicomio.