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mercoledì 23 ottobre 2019

VENEZIA. UN CONVEGNO PER MILENA MILANI
di Alessandra Trevisan

Milena Milani 


Milena Milani: una figura “multipotenziale”, 
in un appuntamento a lei dedicato.

Il 17 e 18 ottobre scorso all’Università Ca’ Foscari di Venezia si è svolto un Convegno Internazionale dedicato a due figure di autrici del secolo scorso; si tratta di Venezia Novecento: le voci di Paola Masino e Milena Milani, evento che questo contributo vuole tentare di valorizzare almeno dal lato della seconda “voce” trattata. In questa circostanza risulta imprescindibile un ringraziamento ad Angelo Gaccione, per l’interessamento rivolto all’iniziativa e per la sua vicinanza vera a Milani durante la sua vita; come altri anche lei, negli anni, è rientrata nel quadro delle sue personali conoscenze e frequentazioni (come ha avuto modo di riferirmi privatamente), un quadro cui anche lui stesso appartiene, fatto di presenze importanti del Novecento, composto da intellettuali, scrittori e artisti con cui Gaccione, come autore, ha avuto modo di confrontarsi, di dibattere una parte della storia culturale di questo paese.
Nella due giorni isolana già introdotta dalla presentazione (http://libertariam.blogspot.com/2019/10/blog-post_12.html), nata dall’idea della Professoressa Ilaria Crotti con la collaborazione del dottore di ricerca Arianna Ceschin e di chi scrive, è stata proposta un’esplorazione quasi inedita per gli studi sull’opera delle autrici, un’indagine a più voci che ha percorso direttrici inconsuete tracciate per ciascuna di queste figure tentando di valorizzarle e ponendo in primo piano aspetti di lettura critica, simbolici e di appartenenza ad un luogo peculiare come la città di Venezia, ricostruendo un contesto fluido com’era quello in cui Milani - su di lei ci si concentra in quest’articolo - s’imbatteva dagli anni Quaranta in avanti.
Quella che la scrittrice ha conosciuto è una società integra, devota alle arti - a quelle figurative e alla scrittura - e in cui si instaurarono relazioni e legami di reciproco rispetto, del tutto non intaccati dalla guerra, che sull’isola pareva non arrivare mai: da Carlo Cardazzo al ritrovato Cardarelli, da Neri Pozza all’amico De Pisis, la Venezia che incontrava e conoscerà poi resta intatta come “una visione” - reale - di quella libertà d’essere e di agire che si sviluppa nella ragazza-Milani (alter ego di Giulio, dal titolo del suo - forse - più noto romanzo: La ragazza di nome Giulio), attenta a costruire un futuro tra la laguna, Cortina, Milano, Roma e l’estero (Parigi e New York), a farsi «soggetto geniale», come l’ha definita Silvio Riolfo Marengo, ma anche soggetto vitale di un mondo da comprendere e soprattutto da esplorare con un entusiasmo contagioso.
È la necessità mai sazia di apprendere e contribuire al proprio presente il filo conduttore di tutte le relazioni che si sono susseguite sul lavoro di Milena Milani: tra poesie, romanzi, racconti, opere d’arte, legami con artisti del panorama italiano che a Venezia avevano trovato una nuova “casa” (come era stato per lei, d’altronde), nelle voci di Sabina Ciminari, Angela Fabris, Irena Prosenc, Stefania Portinari, Monica Giachino e chi scrive il Convegno ha ritracciato i tratti di un’esperienza “multipotenziale”, quella di una donna che ha tentato di proporsi nel proprio secolo, secondo una rosa di possibilità d’essere, incarnando allo stesso tempo il ruolo di organizzatrice e scrittrice, giornalista e fruitrice, pittrice e ceramista, e molto altro.
Sono innumerevoli le occasioni da lei create ma anche le novità con cui Milena Milani si è mossa, in Italia e all’estero, per cercare (forse cercarsi?) nella storia del Novecento, e per scrivere la sua storia personale dentro quella della seconda metà del secolo. Venezia sarà, non solo prima di Giulio, l’occasione perfetta: una delle “patrie” in cui vivere appieno e creare.
Venezia allora, come si è scoperto in questi due giorni di Studi dedicati all’opera, non si dimostra periferia ma fulcro di molteplici esistenze che si dipanano, cercano appoggi, aprono e dimostrano senza cautele chi sono e cosa desiderano; Milani lì lo scopre e sempre lo testimonierà. Venezia è un luogo dove le arti trovano forma anche da un punto di vista inedito poiché è quasi del tutto mancante - non soltanto dal punto di vista scolastico ma soprattutto dal punto di vista degli studi - la voce delle donne che raccontano l’isola durante il ventennio e dopo. L’auspicio è quello di aver sollevato un velo sottile, che possa suscitare interesse, proporre un dibattito, dare sostanza a una sostanza che i lettori e gli studenti (anche) cercano lungo il loro percorso, una sostanza nitida e nutriente, fatta anche dalle autrici, sinora rimaste in penombra. 

Per una scheda sull’autrice si rimanda a: http://www.enciclopediadelledonne.it/biografie/milena-milani/