LA POESIA “INNAMORATA” DI VALERIA DI FELICE
di
Angelo Gaccione
Valeria Di Felice foto di Paolo Soriani |
La definizione di “poesia
femminile” può risultare limitativa e depistare; può persino pregiudicare il
lavoro di quante maneggiano il verso poetico. Se si vuole intendere che esiste
uno “specifico” in cui rientrano corporalità e sensualità e che su quel
territorio le poetesse “donne” si muovono con più agio; che sanno maneggiare la
materia con maggiore intensità e coinvolgimento dei colleghi “maschi”, posso
essere d’accordo. Non tutte, ovviamente, o almeno non tutte con la stessa
persuasione ed efficacia espressiva. La passione amorosa può essere trattata
abilmente dai poeti di entrambi i sessi, ma non c’è dubbio che solo la penna di
una poetessa è capace di fare dell’eros qualcosa di sensuale e perturbante.
Parlo di autrici attrezzate e dai buoni strumenti espressivi, naturalmente.
L'edizione Ladolfi |
Questo “canzoniere” amoroso di Valeria Di Felice, Il
battente della felicità, è tutto orchestrato sul sentimento amoroso. Quando
dico “sentimento amoroso” intendo dire l’elemento più abusato e insidioso che
un poeta possa maneggiare (ma non lo è meno quello che con una brutta locuzione
definiamo “poesia civile”); e nello stesso tempo il sentimento di gran lunga
più universale e diffuso cantato dai poeti di ogni tempo e di ogni luogo. La
raccolta di Valeria Di Felice è divisa in due sezioni di sedici testi ciascuna:
“Sullo schienale del mare” e “Il battente della felicità” che dà anche il
titolo al libro, e da un “Intermezzo” di un solo testo. Complessivamente la
raccolta si compone di 33 testi. Sono versi felici di una sapienza poetica
matura; di una parola che sa tenersi a bada senza nulla concedere allo
stucchevole, allo sdolcinato, temprata com’è in un crogiolo che ha saputo
rigorosamente separare il grano dal loglio nel suo scandaglio. Un impasto
alchemico fatto di parole e immagini dense ed evocative tanto che a lettura
ultimata ci resta dentro l’eco di un che di musicale, di gioioso, ma di dolente
nello stesso tempo. Sentiamo che la voce che ci ha raggiunti ha un timbro suo,
mai banale o scontato, e che siamo stati per un certo tempo, il tempo della
lettura, dentro una malia.
L'edizione del 2018 |
“Devo farlo ora -mi dico-
scegliere la fonte del sorriso
La perla cullata nella bocca
della gioia.
Devo darlo -ora- un bacio al tuo bacio,
la piuma scarlatta scivolata
sulla levità del mondo,
il guanto bianco accovacciato
sulle rive dell’altro” (pagina
16)
*
“È qui che sento di amarti
nell’antico frantoio di campi di ulivi
dove ogni intesa di sole è goccia
che fa germogliare l’oro del seme
sulla pelle di luna” (pagina
28)
*
Sono due brevi esempi che ci danno la misura della cura del
poeta nella scelta delle sue parole; dei colori giusti della sua tavolozza per
darci la resa più smagliante.
*
“Ora che ci sei - che tu sei e noi siamo -
ti porto con me. Dentro di me.
Nella tasca cucita stretta al petto
per raccogliere la china dei tuoi baci” (pagina
37)
*
La chiusa di questa quartina, conferma quanto ho appena
sostenuto sulla capacità della Di Felice. Il distico finale presuppone un lungo
lavoro di scarto per giungere ad una sintesi così efficace; non si tratta,
com’è evidente, di immagini consuete: la pesca è di chi ha già di suo una buona
lenza.
*
“Non contare gli anni,
che saranno o non saranno
ti ho regalato la mia treccia per ricordare
il rosso del primo fiore
la corolla sorgiva
del selciato imprecisato dei nostri mondi,
sotto la bianca lentiggine
di una luna di rugiada” (pagina
29)
*
In tutta la raccolta spira un’aria di raffinata sensualità, e
di un erotismo che sa esibirsi con ostentata malizia e nello stesso tempo
celarsi dietro il sontuoso velo della parola: “Sei il mio risveglio /
chinato sulla rosa del mattino…” (pag. 59). Gli ottimi disegni erotici e di
amor saffico di Gino Falconi che accompagnano i testi, funzionano a loro volta
da controcanto e sono una pista fin troppo eloquente.
Valeria Di Felice in una suggestiva foto di Paolo Soriani |
Autrice di testi tradotti in varie lingue e in numerosi paesi
del mondo, Valeria Di Felice è anche editore (nel 2010 ha fondato la Casa
Editrice che porta il suo nome) di colte ed eleganti edizioni; ha curato tra
l’altro una splendida antologia poetica sulla figura materna, La grande
madre, con testi di sessanta poeti contemporanei, che ho molto apprezzato.
Valeria è anche molto bella, in genere le poetesse, come del resto i poeti, non
lo sono; e non lo sono le “muse” di tanti amici poeti: è forse anche per
questo che i versi di molti di loro non sanno sedurci.
La copertina de "La grande madre" |
Giuliano
Ladolfi Editore, 2019
Pagg.
76 € 10,00
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Giuliano
Ladolfi Editore
Corso Roma, 168, 28021 Borgomanero (Novara)