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domenica 1 dicembre 2019

Arte
LA RIVOLUZIONE DELLA LUCE
di Giorgio Colombo

La rivoluzione della luce s’intitola la mostra che si è aperta al Castello di Novara dal 23. 11.’19 al 5. 4. 2020: raccontare il Divisionismo in 18 artisti e 67 opere (a cura di Annie Paule Quinsac); colpisce l’apertura con lo straordinario sguardo infantile dello scapigliato Ranzoni. (Foto sotto)



Una data, Milano 1891: alla prima Triennale di Brera espongono, come esempi della pittura “divisa”, Segantini, Morbelli, Pellizza, Previati, Longoni. I colori, facilitati pure dall’uso dei ‘tubetti’, vengono stesi puri, non mescolati, con andamenti vari, “puntini, trattini, sciabolate, filamenti lunghi o corti… i toni devono essere complementari secondo il prisma o ravvicinati all’interno della medesima gamma. Alla dovuta lontananza l’occhio di chi guarda fonde i ‘tocchi’ staccati di colore” percependo forme e figure (Divisionismo la rivoluzione della luce, Mets Ed. un buon volume di 381 pagine).  

 
Segantini. Natura

In Brianza vivono due giovani ventenni, Giovanni Segantini ed Emilio Longoni... L’artista abbandona la città, ama la vita semplice dei contadini. La tecnica è complessa. I tratti staccati, la pennellata filamentosa si muove nella costruzione dei volumi e nella distribuzione delle luci e delle ombre. Il blu intenso si unisce al giallo dell’oro, le forti ombre scandiscono lo spazio.

Segantini. All'ovile (1892)
                                                              
I disegni, con sicurezza d’impianto e uso vario e leggero del tratto, costituiscono una conferma delle doti del pittore. La sua ricerca di silenzio che permetta il libero espandersi della natura lo spingeranno a trasferirsi in Svizzera, sulle montagne dell’Engadina, sopra Prontesina, dove lo sorprenderà la morte nel settembre del 1899.
Seconda figura Giuseppe Pellizza, che a un certo punto, a circa 29 anni, si aggiungerà il nome della sua città natale, Giuseppe Pellizza da Volpedo. Sappiamo del suo lavoro solitario, paziente, dei suoi affetti famigliari. Accurato, preciso, dedicherà 10 anni al Quarto Stato. Dopo aver frequentato diversi corsi artistici, raggiunge un riconoscimento sicuro.

Pellizza. Sul fienile (1893-94)

L’oscurità del fienile, dove si svolge un rito di morte, incornicia dall’alto in basso, un paesaggio muto e luminoso. L’aspetto enigmatico è parte del suo fascino.

Fornara. Pascolo alpino (1898-99)
  
Assistente di Segantini, ne subisce l’influenza. Pascolo alpino, parte di un’opera più grande, poi tagliata in due parti, sviluppa il tema alpestre con il fitto movimento della pennellata. Il tema della montagna e della neve diventerà un soggetto frequente per i nostri pittori. In un periodo nel quale stavano per scoppiare, con i futuristi, le contraddizioni della modernità cittadina, i divisionisti intendono preservare una luce cristallina, tra erbe, pascoli e profili innevati, un respiro quieto che gli ingranaggi meccanici urbani rischiano di stravolgere.