di Giuseppe Natale
Ricordando Giuseppe Novello
1949 - 2019: 70° delle lotte per terra, lavoro,
libertà - in memoria del bracciante Giuseppe Novello, colpito a morte, all'alba
del 14 dicembre 1949, mentre si manifestava, contro le retate notturne e
l'arresto di donne e uomini più attivi, nel centro di Montescaglioso assediato
da plotoni di carabinieri e poliziotti inviati dal ministro degli interni, il
democristiano Scelba.
Paese
lucano, dove sono nato all'alba della Liberazione, Montescaglioso, arroccato su
"scaglie" collinari, a 19 km da Matera, si distingue per la rilevanza
del movimento di occupazione delle terre, in particolare delle grandi proprietà
latifondistiche. Si distingue per l'impegno civile e la appassionata voglia di
riscatto di donne, come Anna Avena, Nunzia Suglia, Mariannina Menzano, Vincenza
Castria (moglie di Novello) ed altre anonime. In tutto il Sud d'Italia le masse
di braccianti e contadini poveri sono in movimento, sin dal 1943, vittime di
eccidi e stragi, a cominciare da Portella della Ginestra (Primo Maggio 1947) -
proprio mentre si scrive la Costituzione. A Melissa in Calabria, il 29 ottobre
di quel "caldo" 1949 vengono
uccisi Giovanni Zito, di anni 15, Francesco Nigro di 29, e pochi giorni dopo
Angelina Mauro per le micidiali ferite.
Giuseppe Novello, di anni 33, morirà nell'
ospedale di Matera il 17 dicembre. Ferito, riesce a salvarsi Michele Oliva. Canterà
il poeta militante e giovane sindaco di Tricarico Rocco Scotellaro:
"È caduto Novello sulla strada all'alba,
a quel punto si domina la campagna,
a quell'ora si è padroni del tempo che viene…".
"Continuate la lotta" incoraggia i suoi
compagni, Novello, poco prima di morire. Le occupazioni dilagano in Basilicata
e si intensificano per tutto il "caldo" dicembre, anche in nome della
Costituzione in vigore da due anni. Braccianti e contadini e i loro leader,
oltre alla falce e al martello, innalzano la bandiera della Costituzione
repubblicana e antifascista. In particolare vogliono la traduzione in leggi
ordinarie dell'art. 42 (limiti e funzione sociale della proprietà e dell'art. 44 ("Al fine di conseguire il
razionale sfruttamento del suolo e di stabilire equi rapporti sociali, la legge impone obblighi e vincoli alla
proprietà terriera privata, fissa limiti alla sua estensione secondo le regioni
e le zone agrarie, promuove ed impone la bonifica delle terre, la
trasformazione del latifondo e la
ricostituzione delle unità produttive; aiuta la piccola e la media proprietà.
La legge dispone provvedimenti a favore delle zone montane"). Non si
arretra di fronte a brutali ulteriori atti repressivi. Si resiste nonostante le
3.685 denunce alla magistratura di cittadini lucani.
Già all'indomani dei funerali di Novello una Commissione
tecnico-politica si riunisce a Matera per definire i criteri di assegnazione
delle terre (le " quote"). Si avvia l'iter legislativo della riforma
agraria ( L. n. 849 / 21 ottobre 1950): grande passo avanti sociale politico
economico. Ma qui comincia un'altra storia...
Mentre si chiude questo 2019, anno di Matera
capitale europea della cultura, si faccia memoria del grande movimento
contadino e bracciantile del nostro martoriato meridione d'Italia.
Ci si schieri a difesa del lavoro dei campi, dei
braccianti di oggi, e di quelli più sfruttati provenienti da diversi continenti
che lottano, come ieri i nostri lavoratori della terra, per la loro dignità e
per liberarsi da sfruttamento disumano e dalle grinfie del caporalato.