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giovedì 19 dicembre 2019

LOTTE PER LA TERRA
di Giuseppe Natale



Ricordando Giuseppe Novello

1949 - 2019: 70° delle lotte per terra, lavoro, libertà - in memoria del bracciante Giuseppe Novello, colpito a morte, all'alba del 14 dicembre 1949, mentre si manifestava, contro le retate notturne e l'arresto di donne e uomini più attivi, nel centro di Montescaglioso assediato da plotoni di carabinieri e poliziotti inviati dal ministro degli interni, il democristiano Scelba.

Paese lucano, dove sono nato all'alba della Liberazione, Montescaglioso, arroccato su "scaglie" collinari, a 19 km da Matera, si distingue per la rilevanza del movimento di occupazione delle terre, in particolare delle grandi proprietà latifondistiche. Si distingue per l'impegno civile e la appassionata voglia di riscatto di donne, come Anna Avena, Nunzia Suglia, Mariannina Menzano, Vincenza Castria (moglie di Novello) ed altre anonime. In tutto il Sud d'Italia le masse di braccianti e contadini poveri sono in movimento, sin dal 1943, vittime di eccidi e stragi, a cominciare da Portella della Ginestra (Primo Maggio 1947) - proprio mentre si scrive la Costituzione. A Melissa in Calabria, il 29 ottobre di  quel "caldo" 1949 vengono uccisi Giovanni Zito, di anni 15, Francesco Nigro di 29, e pochi giorni dopo Angelina Mauro per le micidiali ferite.
Giuseppe Novello, di anni 33, morirà nell' ospedale di Matera il 17 dicembre. Ferito, riesce a salvarsi Michele Oliva. Canterà il poeta militante e giovane sindaco di Tricarico Rocco Scotellaro:

"È caduto Novello sulla strada all'alba,
a quel punto si domina la campagna,
a quell'ora si è padroni del tempo che viene…".


"Continuate la lotta" incoraggia i suoi compagni, Novello, poco prima di morire. Le occupazioni dilagano in Basilicata e si intensificano per tutto il "caldo" dicembre, anche in nome della Costituzione in vigore da due anni. Braccianti e contadini e i loro leader, oltre alla falce e al martello, innalzano la bandiera della Costituzione repubblicana e antifascista. In particolare vogliono la traduzione in leggi ordinarie dell'art. 42 (limiti e funzione sociale della proprietà  e dell'art. 44 ("Al fine di conseguire il razionale sfruttamento del suolo e di stabilire equi rapporti sociali,  la legge impone obblighi e vincoli alla proprietà terriera privata, fissa limiti alla sua estensione secondo le regioni e le zone agrarie, promuove ed impone la bonifica delle terre, la trasformazione  del latifondo e la ricostituzione delle unità produttive; aiuta la piccola e la media proprietà. La legge dispone provvedimenti a favore delle zone montane"). Non si arretra di fronte a brutali ulteriori atti repressivi. Si resiste nonostante le 3.685 denunce alla magistratura di cittadini lucani.
Già all'indomani dei funerali di Novello una Commissione tecnico-politica si riunisce a Matera per definire i criteri di assegnazione delle terre (le " quote"). Si avvia l'iter legislativo della riforma agraria ( L. n. 849 / 21 ottobre 1950): grande passo avanti sociale politico economico. Ma qui comincia un'altra storia...

Mentre si chiude questo 2019, anno di Matera capitale europea della cultura, si faccia memoria del grande movimento contadino e bracciantile del nostro martoriato meridione d'Italia.
Ci si schieri a difesa del lavoro dei campi, dei braccianti di oggi, e di quelli più sfruttati provenienti da diversi continenti che lottano, come ieri i nostri lavoratori della terra, per la loro dignità e per liberarsi da sfruttamento disumano e dalle grinfie del caporalato.