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sabato 18 gennaio 2020

AVVERSO IL QUALUNQUISMO
di Franco Astengo

“Quando si è sconfitti la volontà di lotta si può trasformare in un atto di fede nella razionalità della storia che dà la forza di resistere e perseverare sul piano morale”.

Ci sarà un gran bisogno di Gramsci per combattere una battaglia che si preannuncia come una sorta di “marea montante del qualunquismo” come quella referendaria avverso il taglio nel numero dei parlamentari.
I dati esposti da “Demos” su Repubblica indicano, infatti, una percentuale complessiva di favorevoli al taglio dell’86%: un dato che di per sé non conterebbe un significato particolarmente negativo se non fosse accompagnato da un 95% di espressioni di giudizio sulla “sempre minore necessità del Parlamento del quale andrebbero ridotte ruolo e funzioni” (Un 95% suddiviso tra : 45% molto positivo e 50% positivo) e da un 90% di invocazione di un “leader forte”.
Nel commento a questi dati Ilvo Diamanti fa notare come la domanda di “superare i limiti della democrazia rappresentativa” si stia ormai trasformando in “senza limiti”.
Si tratta dei frutti amari di una progressiva diseducazione alla politica venuta avanti nel corso degli anni attraverso l’acquisizione di forme, comportamenti, modelli che hanno svilito completamente la funzione di riferimento etico, culturale, politico non solo nelle istituzioni ma nella stesso agire quotidiano: individualismo, egoismo, chiusura morale, sfrangiamento sociale come caratteristiche dominanti della trasformazione del quotidiano che abbiamo subito e stiamo subendo.
Inutile fare la storia di questi anni, del resto da tutti ben conosciuta: è il caso invece di sottolineare i rischi evidenti di richiesta di involuzione autoritaria che stanno sorgendo dal “ventre molle” della società italiana.
Richiesta di semplificazione autoritaria ben alimentati da una vera “capacità eversiva” di presunte classi dirigenti.
Sarà necessario sostenere il confronto referendario affrontando un confronto che sarà fondato su di una richiesta di ulteriore semplificazione delle procedure decisionali, di rinuncia al dibattito, di definizione di “superfluo” ulteriormente rivolta ai corpi intermedi, nello sviluppo di forme avvilenti di presunta “democrazia diretta” che altro non potrà significare che qualunquismo.
Bisognerà essere capaci a riproporre l’essenza della Costituzione rappresentata dalla visione della democrazia repubblicana fondata sulla centralità del Parlamento raccogliendo, a sinistra, tutte le forze disponibili per tentare di aggregarle in un progetto, al momento in apparenza minoritario, di vera e propria ricostruzione.