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martedì 24 marzo 2020

IL MONDO CRUDELE DI ROCCABRUNA
di Nino Di Paolo

Nino Di Paolo

La raccolta di racconti di Angelo Gaccione L’incendio di Roccabruna, scritto nel penultimo decennio del secolo scorso, è l’epopea di un popolo che, attraversando lo scorrere dei secoli, vive di miseria, soprusi, violenza, vendetta, sangue.
I quindici racconti sono talmente crudi da sembrare, a volte, onirici per il loro svolgimento, frutto di incubi anziché di realtà. Eppure, sia laddove risultino inventati sia dove storicamente avvenuti, non sono inverosimili.
Ed il fatto che si sviluppino in un territorio tutt’altro che esteso all’interno di una Regione del nostro Sud, la Calabria, non esclude la loro universalità, ma, al contrario, la sottolinea. È proprio l’estremizzazione di violenza, crudeltà e vendetta che fa emergere le caratteristiche primordiali dell’umanità oppressa dalla predazione dei simili, dal cinismo della natura e dal rifugio nella superstizione.
Però, nell’ultimo racconto, (“L’uccisione dei cani”), è la forma “superstiziosa” del rituale di una donna del popolo che “salva” la comunità attraverso la guarigione di un’ammalata. Quel secolare mondo di spietata ed assurda follia si riscatta solo attraverso la “tramandata scienza” delle donne del popolo.
Sappiamo che quella, scienza non è: bensì l'espressione della cura “materna” delle donne verso la propria comunità.
Non è soltanto questo il messaggio del libro di Gaccione.
Ogni racconto ha una sua morale ed anche i riferimenti storici sono curati ed hanno il loro peso nell’economia dell’opera. Primo fra tutti quello della ricostruzione della vicenda dell’appropriazione delle terre di uso comunitario da parte di élites di predoni giuridicamente autorizzati a farlo (le enclosures act di casa nostra) che immiserirono più di quanto già immiseriva una natura spesso ostile, le moltitudini del nostro Mezzogiorno.
L’incendio di Roccabruna, nel narrare di un territorio parte della Calabria, si affianca e si aggiunge all’epopea dei “cafoni” della Marsica di Fontamara e di Vino e Pane di Ignazio Silone come a quella dei contadini lucani del Cristo si è fermato a Eboli di Carlo Levi.
La specificità di Gaccione, rispetto a questi autori, sta in una pedagogia della rivolta che non c’è nel libro di Carlo Levi e che è soltanto parzialmente presente nei libri di Silone. Un’opera originale, dunque, nel solco della nostra letteratura meridionalistica del Novecento.

La copertina del libro

Angelo Gaccione
L’incendio di Roccabrua
Di Felice Edizioni 2019
Pagg. 128 € 12,00