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lunedì 4 maggio 2020

CORONAVIRUS
di Teodosio De Bonis*

Opera di Max Hamlet 2020

Fase 2 e dentisti

Via alla “Fase due del COVID-19”.
Nei pochi studi dentistici, aperti su base volontaria, possono recarvisi anche i pazienti che non abbiano problemi odontostomatologici “urgenti ed inderogabili”.
Può un paziente sottoporsi alle cure odontoiatriche senza pericoli e preoccupazioni? Sì.

La sanificazione degli ambienti e delle attrezzature dello studio dentistico erano e sono ampiamente efficaci. In questo periodo di COVID-19 sono state aggiunte delle precauzioni. Ma procediamo con ordine.

Fino a quando la situazione sanitaria non migliorerà in termini di contagio, gli odontoiatri cureranno unicamente i pazienti che non presentano i seguenti segni clinici: febbre, tosse, congiuntivite, dispnea (respirazione difficoltosa), etc., e che non siano venuti a contatto con soggetti positivi al COVID-19.
Queste informazioni sono prima richieste attraverso un “triage” (raccolta e smistamento anamnestico) telefonico e poi confermate e sottoscritte all’accettazione in studio. Dopo questo primo passo, il paziente viene invitato a lavarsi le mani con acqua e sapone per circa 20-30 secondi; ritornato in accettazione, si frizionano le mani con soluzione alcolica.
Si continua alla rilevazione della temperatura corporea con il “termometro laser” e con un pulsiossimetro con frequenza si monitora la frequenza cardiaca. Non entro nei particolari della valutazione clinica.
Si fa indossare al paziente un camice e una cuffia monouso e, se lo studio è sprovvisto del tappetto multistrato decontaminante battericida, gli si danno dei calzari per le scarpe. 
Tutti i pazienti sono considerati potenzialmente infetti per il dentista.
A questo punto il paziente viene fatto accomodare sulla poltrona e dopo avergli fatto sciacquare la bocca con clorexidina, si può iniziare a visitare e
operare.
Soffermiamoci sulla sanificazione dell’ambiente e delle attrezzature dello studio dentistico.


Sono, queste ultime, operazioni che il paziente non vede, ma che vengono eseguite quotidianamente per proteggere i pazienti e gli operatori.
Depurazione aria: una indicazione validata in letteratura scientifica come efficace è quella di cambiare l’aria tra un paziente e laltro.
In periodo di COVID-19 si aggiunge la sanificazione dell’ambiente con macchine ozonizzatrici o con mezzi di estrazioni forzata dell’aria.

Riunito (la poltrona nel suo insieme)
La pulizia e la disinfezione viene fatta con prodotti certificati. Si utilizzano per le tastiere e le maniglie del riunito delle “protezioni barriera” monouso.
Tutte le superfici del riunito che normalmente sono pulite e sanificate tra un paziente e l'altro, in periodo COVID-19, ricevono maggiore attenzione. La disinfezione è a freddo. Strumenti rotanti (turbine, manipoli e contrangoli)
Lo strumentario rotante è lubrificato, autoclavato, imbustato e datato.
A fine giornata si ozonizza lo studio, si pulisce ed igienizza con appositi prodotti l'impianto di aspirazione. Si netta il filtro, la bacinella. L’aspiratore si disinfetta con acqua corrente e prodotti chimici certificati.
        
Test di validazione della sterilizzazione
C’è un registro dove vengono annotate e conservate le “cartine di tornasole” che certificano l’avvenuta e corretta procedura di sterilizzazione.

Compressore
È il macchinario che immette aria e fa funzionare il riunito.
Il compressore è generalmente situato nella “sala macchine”, adeguatamente arieggiato e pulito. I filtri vengono controllati e puliti con aspirapolvere e disinfettati con l’alcool; all’occorrenza, vengono cambiati.
La stessa cura ed attenzione subisce l’impianto di aspirazione e di aerazione e condizionamento.
I rifiuti organici e infetti del personale e dei pazienti sono stoccati e smaltiti da una ditta autorizzata. Sono i cosiddetti rifiuti speciali. Vi è un rigidissimo protocollo da gestire. Anche gli impianti di radiologia seguono queste stingenti e bene accette norme di sicurezza.
Ho illustrato il serio, continuo e diuturno lavoro che si cela nella gestione di uno studio dentistico. L’odontoiatria italiana, lasciatemelo dire, rappresenta un unicum in stile, ricerca clinica e odontotecnica nel mondo. Un vero vanto per l’Italia. Ma fino a quando?

*Medico