Pagine

martedì 18 agosto 2020

IL MONDO
di Don Burness


Riflessioni americane

Si può sostenere che il mondo, non solo gli Stati Uniti, non sia riuscito a venire a patti con Auschwitz, che la scienza e la tecnologia abbiano permesso di uccidere "in modo pulito" la gente in massa, facilmente e senza scrupoli. La brutta cultura che ne è seguita lo esprime da ottant'anni. I Rolling Stones e il loro mostruoso spettacolo riflettono un dipinto di Ensor, e quindi il nostro sistema capitalista con la sua idea: non siamo qui per amare e godere ma siamo qui per sfruttare e consumare, non ha portato felicità e arricchimento. Penso che La Ribellione Delle Masse di Jose Ortega y Gasset scritto nel 1903 sia riuscito a prevederlo in modo importante. Negli anni '60 non credevo nei laboratori linguistici come veicolo per l'apprendimento delle lingue straniere da parte degli americani. Trovo che l'idea indiscussa che senza computer gli studenti non possano imparare, sia una totale assurdità. Penso tra le altre cose che Trump rappresenti la stupidità al cubo e il mondo della “Caverna di Platone”. Stiamo vivendo vite più lunghe, ma invece di felicità e gioia abbiamo stress e alienazione. Camus se ne accorse. Il suo La Peste (The Plague in inglese) cattura questo slancio contro la vita che deve essere affrontato. Liberarsi della letteratura e della storia, dell'arte e delle lingue e sostituirle con (mis) comunicazioni e marketing... mio dio, è come prendere fango per oro.
[Traduz. It. Max Luciani]