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martedì 27 ottobre 2020

GOVERNO E POTERE
di Franco Astengo


Montesquieu

La ricerca di una nuova sinistra deve passare attraverso la capacità di mantenere tratti della propria memoria ma, allo stesso tempo, di alleggerirsi del fardello del fallimento dei tentativi di inveramento statuale del ‘900 e dal retaggio lasciato da quella che è stata la fase del compromesso socialdemocratico.
È un cunicolo stretto quello che ci sta mostrando la storia.
Nella crisi della democrazia occidentale non è stata ancora aperta una ricerca di nuove forme dell’azione politica.
Sembra del tutto insufficiente la capacità di analisi finalizzata a definire un adeguato quadro di contrasto rispetto agli effetti più deteriori che si stanno determinando nella modernità sul piano delle disuguaglianze, dello sfruttamento delle persone e del territorio, dell’uso delle nuove potenzialità tecnologiche.
In questo contesto di mutamenti epocali sono stati trascurati aspetti dell’azione politica che sembrano molto difficili da interpretare.
Ritorno su di un punto al riguardo della crisi delle forme storiche della democrazia occidentale e del loro scivolamento, in assenza di alternative, verso modelli di strutturazione autocratica nella gestione del potere.
Quali gli effetti di questa crisi?
Abbiamo assistito nel corso degli ultimi anni, almeno dal crollo finanziario del 2007, allo stringersi di un intreccio tra “governo” e “potere” fino quasi al punto da generare una sovrapposizione nella pratica concreta.
È stata questa, dell’intreccio e della sovrapposizione tra “governo” e “potere” la causa dell’incentivarsi del populismo.
È emersa una forma di populismo diversa da quelle del passato.
Il populismo di oggi non transita attraverso le espressioni attraverso le quali, in passato, si era cercato semplicemente di ridurre l’azione politica alla forma del rapporto diretto tra il Capo e le Masse.
Molto più sottilmente gli interpreti della necessità di “ridurre”, in senso decisionista il rapporto tra la politica e la complessità sociale, hanno confuso la “testa” con la “guida”. Ci si pone alla “testa” delle masse per assecondarne le istanze più apertamente corporative rinunciando alla “guida”.
È ormai assente l’idea di una “guida” che si esprima attraverso l’elaborazione di un progetto di definizione della società e delle principali istanze da realizzarsi proprio sulla base di una interpretazione del senso dell’uguaglianza, della libertà politica, della solidarietà sociale, della visione del futuro.
Se manteniamo fermo il concetto di potere inteso come capacità di condizionare il comportamento di altri uomini va ripensata, probabilmente, l’accezione ristretta del concetto di governo inteso come organo cui è attribuita dall’ordinamento giuridico la funzione di un indirizzo politico di uno Stato e di presiedere alla sua attuazione.
Abbiamo visto quanto illusoria sia stata l’idea di superare il ’900 attraverso una globalizzazione presieduta dalla finanza e accompagnata dalla progressiva cessione di sovranità da parte dello “Stato-Nazione”.
L’utilizzo della tecnologia in campo comunicativo ha creato nuovi livelli di dominio sovranazionali e sovrastatuali: probabilmente i veri centri dove governo e potere si sono intrecciati.
La democrazia “classica” sembra ridotta a simulacro e gli interpreti ristretti nella sua estrema forma “recitativa”.
È probabile che la costruzione di una nuova sinistra passi attraverso una rielaborazione del concetto di rappresentanza: quel concetto di rappresentanza che rimane quello fondamentale di espressione della democrazia. Servirà ancora una rappresentanza capace di distinguere tra le diverse funzioni della “politica”.
Una idea della rappresentanza da destinarsi a costruire una dimensione “visibilmente distinta" tra i diversi livelli dell’agire politico.
Partire dalla “distinzione della visibilità" dunque per ricercare un ruolo oggi possibile per soggetti che cercano il potere e per i compiti delle istituzioni all’interno delle quali il potere stesso può essere assegnato ed esercitato.
Servirebbe però una riflessione al riguardo della quale non sembrano emergere sedi e spunti minimamente adeguati.