LA “GUERRA FREDDA” DIGITALE
di
Franco Astengo
Opera di Vinicio Verzieri
Deficit
digitale e deficit cognitivo: c’era una volta
la “contraddizione principale”.
Mi
permetto di cogliere soltanto una frase estrapolata dall’importante intervento
di Vincenzo Vita apparso oggi, 30 settembre, sul “il Manifesto”, sotto il
titolo “Editoria il buio oltre la siepe”.
Riporto
allora questo passaggio: “Come se il sistema cross-mediatico non fosse una
componente cruciale del capitalismo cognitivo e delle piattaforme”.
Rilevo
questo punto per affermare come, nel tentativo di ridefinire la centralità
delle grandi contraddizioni sociali nell’intreccio tra moderno e post-moderno,
il deficit digitale corrisponda ormai per intero al deficit cognitivo.
L’avvio
di un principio di colmatura di quella soglia deve diventare centrale
nell’elaborazione di un progetto di alternativa. Nell’articolo in questione ci
si limita a scrivere di editoria ma da lì, dal punto rilevato delle componenti
del “capitalismo cognitivo” è obbligatorio partire per sviluppare un
ragionamento sull’insieme dell’attualità nell’approccio alla conoscenza.
Il
tema della conoscenza digitale va affrontato allo stesso livello della
contraddizione relativa al rapporto tra consumo del pianeta in termini
complessivi di suolo e di risorse naturali e la stessa prospettiva di
vivibilità del genere umano. Un tema che deve essere affrontato attraverso
l’elaborazione di un modello che mi sono permesso di definire, pur nelle
critiche, di una “società sobria”. Proprio la coda della globalizzazione
ripiegatasi in emergenza sanitaria ci impone di pensare per l’elaborazione di
un nuovo “socialismo della finitudine” in cui il tema della capacità cognitiva,
intesa in termini di formazione, informazione, capacità di trasmissione di
notizie e cultura e quindi di educazione globale, ha assunto una funzione
centrale nell’elaborazione di una progettualità alternativa.
Non
possiamo limitarci ad assistere allo scontro tra le grandi potenze che sulla
base della lotta per il dominio in questo campo stanno rimodulando termini che
richiamano direttamente alla “guerra fredda”.
In
uno dei momenti più terribili mai attraversati nel corso della modernità la
ricerca dell’uguaglianza nel “conoscere” e nel “sapere” attraverso lo sviluppo
della tecnologia digitale, diventa fattore centrale di un progetto di cambiamento
a livello sistemico.
Il
gap tecnologico tende ad allargarsi e a rendere strutturali le
disuguaglianze: una grande questione politica, che equivale a quella della
guerra, del clima, dello sfruttamento, al riguardo della quale non sono più
ammessi ritardi sul piano della progettualità e dell’impegno diretto.
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