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giovedì 1 ottobre 2020

LA “GUERRA FREDDA” DIGITALE
di Franco Astengo
 
Opera di Vinicio Verzieri

Deficit digitale e deficit cognitivo: c’era una volta 
la “contraddizione principale”.
 
Mi permetto di cogliere soltanto una frase estrapolata dall’importante intervento di Vincenzo Vita apparso oggi, 30 settembre, sul “il Manifesto”, sotto il titolo “Editoria il buio oltre la siepe”.
Riporto allora questo passaggio: “Come se il sistema cross-mediatico non fosse una componente cruciale del capitalismo cognitivo e delle piattaforme”.
Rilevo questo punto per affermare come, nel tentativo di ridefinire la centralità delle grandi contraddizioni sociali nell’intreccio tra moderno e post-moderno, il deficit digitale corrisponda ormai per intero al deficit cognitivo.
L’avvio di un principio di colmatura di quella soglia deve diventare centrale nell’elaborazione di un progetto di alternativa. Nell’articolo in questione ci si limita a scrivere di editoria ma da lì, dal punto rilevato delle componenti del “capitalismo cognitivo” è obbligatorio partire per sviluppare un ragionamento sull’insieme dell’attualità nell’approccio alla conoscenza.
Il tema della conoscenza digitale va affrontato allo stesso livello della contraddizione relativa al rapporto tra consumo del pianeta in termini complessivi di suolo e di risorse naturali e la stessa prospettiva di vivibilità del genere umano. Un tema che deve essere affrontato attraverso l’elaborazione di un modello che mi sono permesso di definire, pur nelle critiche, di una “società sobria”. Proprio la coda della globalizzazione ripiegatasi in emergenza sanitaria ci impone di pensare per l’elaborazione di un nuovo “socialismo della finitudine” in cui il tema della capacità cognitiva, intesa in termini di formazione, informazione, capacità di trasmissione di notizie e cultura e quindi di educazione globale, ha assunto una funzione centrale nell’elaborazione di una progettualità alternativa.
Non possiamo limitarci ad assistere allo scontro tra le grandi potenze che sulla base della lotta per il dominio in questo campo stanno rimodulando termini che richiamano direttamente alla “guerra fredda”.
In uno dei momenti più terribili mai attraversati nel corso della modernità la ricerca dell’uguaglianza nel “conoscere” e nel “sapere” attraverso lo sviluppo della tecnologia digitale, diventa fattore centrale di un progetto di cambiamento a livello sistemico.
Il gap tecnologico tende ad allargarsi e a rendere strutturali le disuguaglianze: una grande questione politica, che equivale a quella della guerra, del clima, dello sfruttamento, al riguardo della quale non sono più ammessi ritardi sul piano della progettualità e dell’impegno diretto.