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giovedì 8 ottobre 2020

MORTI DI AMIANTO


Bruno Villa

Un altro lavoratore ucciso dall’amianto e dal profitto.    
Anche in tempo di pandemia si continua a morire per amianto.
 
Il nostro compagno Bruno Villa, di anni 71, è deceduto nelle scorse settimane a causa dell’amianto. Dopo aver lavorato come operaio per decenni in una fabbrica a contatto con l’amianto, da alcuni anni si era ammalato di asbestosi e ispessimenti pleurici che gli rendevano sempre più difficoltoso il respiro. Dopo un lungo contenzioso con l’INAIL gli era stata riconosciuta la malattia professionale derivante dall’amianto.
Negli ultimi tempi la malattia si era aggravata ed erano comparsi vari tumori sempre derivati dall’asbesto che hanno reso i suoi ultimi mesi di vita un vero calvario a lui e alla famiglia.
Da gennaio 2020 a oggi sono già 4 gli ex lavoratori del nostro comitato con malattie derivanti dall’amianto che ci hanno lasciato.  Dietro i numeri, alla conta dei morti, ci sono sofferenze, vite e affetti spezzati che lasciano un vuoto incolmabile in chi gli voleva bene.
Oggi ci uniamo al dolore della famiglia ricordando Bruno, il suo sorriso scanzonato e le sue battute pungenti.
Anche in tempo di Covid-19 si continua a morire per altre malattie nell’assoluta indifferenza delle autorità sanitarie e politiche, che hanno trasformato gli ospedali in reparti Covid sospendendo visite e terapie, comprese le chemio, a migliaia di cittadini bisognosi di cure.
Ogni anno nel nostro paese per infortuni sul lavoro e in itinere muoiono 1450 lavoratori, altre decine di migliaia per malattie professionali, solo per amianto più di 5.000 lavoratori e cittadini, eppure questa strage sembra non interessare le autorità.
Ogni anno nel nostro paese si muore di lavoro più che in guerra. In Italia ogni anno si ammalano di cancro circa 370.000 persone e ne muoiono quasi 500 il giorno; altre decine di migliaia muoiono a causa dell’inquinamento ma i dati non sono resi noti per non spaventare la popolazione. Nella società del profitto il dio denaro per chi comanda è più importante della vita di decine di migliaia di persone.
Una società che considera prioritario il guadagno di pochi sulla pelle di milioni esseri umani, che risparmia anche i pochi centesimi necessari alla sicurezza della vita umana pur di realizzare il massimo profitto è una società barbara e inumana, contro la quale si è battuto Bruno.
Ciao Bruno, ci mancherai.
Comitato per la Difesa della Salute nei Luoghi di Lavoro
e nel Territorio
e-mail: cip.mi@tiscali.it