Sono albero ignudo negli anni spogliato dal vento e dal freddo. Ora sono stanco. Gelido è il terreno, deserto il nido nel ramo, arida linfa nel mio seno, il profumo del fiore è ricordo lontano. Tendo le nude braccia verso un cielo oscuro cercando invano il sole che, caparbio, mi nega il suo calore vitale. A terra un seme ho lasciato perché il vento, ora nemico, lo porti su un fertile terreno. Lo nutra la pioggia di un bigio cielo, lo scaldi un sole non più ritroso finché il passero vi trovi un nido e il viandante ombra per il suo ristoro. Livia Corona