Ecosì il golpista Erdogan pensa di
infliggere l’ultimo durissimo colpo alla democrazia in Turchia: mettere fuori
legge il partito curdo HDP, in omaggio al partito fascista dei Lupi Grigi; non
riuscendo a sconfiggere con mezzi politici HDP, Erdogan e Lupi Grigi tentano di
riuscirci con un tribunale. Secondo l’agenzia di stampa Anadolu, l’atto di
accusa presentato dal procuratore della Corte Suprema accanto alla
cancellazione di HDP chiede l’interdizione politica di oltre 600 figure di
dirigenti di quel partito. Se la Corte Costituzionale turca ciò approverà,
l’interdizione di queste persone comporterà a loro carico anche il divieto di
fondare o anche solo di partecipare ad altri partiti. Dovranno cioè rimanere
completamente fuori dalla partecipazione alla politica. In questo modo Erdogan chiude il cerchio. Ricordo che l’ultima campagna
elettorale avvenne con l’intero gruppo dirigente di HDP in carcere, e che esso
vi poté partecipare solo tramite i loro avvocati. Ciò nonostante, l’HDP
conquistò più dell’11% dei voti, superando dunque uno sbarramento elettorale
che in Turchia è al 10%. La violenza di regime in Turchia è feroce e quotidiana, centinaia di
sindaci e di consiglieri comunali curdi eletti democraticamente sono stati
destituiti e sostituiti con commissari governativi, poi sono finiti in carcere.
Stessa sorte è avvenuta a carico di associazioni, da quelle a difesa dei
diritti umani a quelle donne, da quelle dei giornalisti a quelle degli avvocati
ecc. Anche lo slogan “l’8 marzo non può essere toccato” è diventato in Turchia
reato. Cosa deciderà la Corte Costituzionale in tema di scioglimento di HDP non
ho dubbi, né mi aspetto proteste da parte europea. Vero però è, anche, che i 6
milioni di elettori dell’HDP continuano, in tanti modi, a resistere.